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03/10/2024

– in corso

EUR_Asia

Con EUR_Asia il Museo delle Civiltà inaugura un nuovo percorso dedicato alle Collezioni di Arti e Culture Asiatiche. l percorso costituisce l’avvio del progetto di musealizzazione permanente che entro il 2026 riunirà, al piano terra dell’edificio, le collezioni archeologiche e artistiche dell’ex Museo Nazionale d’Arte Orientale fondato nel 1957 su impulso dello storico delle religioni Giuseppe Tucci e quelle etnografiche di provenienza asiatica dell’ex Museo Nazionale Preistorico-Etnografico fondato dall’archeologo Luigi Pigorini nel 1875. La volontà di restituire già nel 2024 queste collezioni alla comunità e alla fruizione pubblica – nell’anno in cui ricorrono gli anniversari dei 130 anni dalla nascita e 40 anni dalla morte di Giuseppe Tucci – fa di EUR_Asia un tramite verso il progetto di musealizzazione permanente, condividendolo con il pubblico e gli studiosi durante il suo stesso farsi.

Comprendendo circa 200 capolavori e testimonianze, organizzati in 5 sezioni – manufatti ma anche documenti d’archivio, resoconti di indagini diagnostiche e nuove produzioni artistiche – EUR_Asia costituisce una riflessione museologica e metodologica che ricostruisce la lunga storia delle Collezioni di Arti e Culture Asiatiche del Museo delle Civiltà e la mette in prospettiva.

In EUR_Asia – gioco di parole fra il continente eurasiatico e il ruolo dell’EUR come sede del museo nazionale dedicato alla civiltà e culture del mondo – le opere non saranno allestite secondo criteri geografici o cronologici ma si articolano in 16 narrazioni che analizzano la relazione molteplice e diversificata fra materialità e funzioni quotidiane o rituali, la connessione tra coordinate spaziali e epoche temporali, saperi e credenze, tradizioni o tecniche e materie naturali, superando così il concetto stesso di riferimento, limite o confine per approfondire, invece, la porosità e il dinamismo fra soggetti culturali, matrici storiche e tematiche artistiche e filosofiche delle culture asiatiche nel loro complesso.

Attraverseremo insieme e quindi tutta l’Asia, delineando una sua esperienza permeabile fra civiltà, religioni, sistemi sociali e di pensiero, fino a evocare gli ipotetici contorni dell’“Eurasia” (l’unione fra Europa e Asia) ma anche la mappa – fatta di incontri e confronti, scambi e negoziazioni – delle storie, plurime e composite, di queste collezioni: del resto al Museo delle Civiltà l’Asia inizia già nel quartiere dell’E.U.R. (dal nome della mai inaugurata Esposizione Universale di Roma del 1942), diventandovi appunto…EUR_Asia.

Il progetto è introdotto da un approfondimento iniziale sul ruolo del restauro e della ricerca scientifica (Cronache e spettri del restauro) allestito in una camera invisibile e attraversabile che connette l’attività quotidiana del museo ai suoi pubblici. Al primo piano l’allestimento si ispira alla struttura delle grotte buddhiste, in particolar modo del chaityagrha26 di Ajanta (Maharashtra, India), con i sottoportici del museo che evocano le navate laterali di un santuario scavato nelle viscere della roccia, e le vetrine-nicchie che accolgono le opere suddivise in 16 narrazioni trasversali alla cultura e all’arte di tutta l’Asia. Sul lato destro: Il colore bianco; Scritture e calligrafie; Forme cerimoniali delle libagioni tra sacro e profano; Regalità: tra realtà e simbolismo; Danze, musiche e coscienza del sé; Generi della divinità; Ierogamie: coppie cosmiche e coppie divine; Cosmologie e cosmogonie: immagini del mondo e miti sulla nascita dell’universo. Sul lato sinistro: Il superamento della sofferenza: yoga e tecniche contemplative; Morte e immortalità; Cura del corpo, cura dello spirito; Il corpo adorno: dal corpo fisico al corpo simbolico; Femminile: donne, regine, dee; L’essere umano e la natura; Bestiari immaginari, L’acqua.

Chiude il percorso espositivo principale, ai lati della vetrata storica di Giulio Rosso e comprendendo anche alcuni mobili storici provenienti dal Collegio Romano e manufatti delle collezioni etnografiche del museo pigoriniano, una sezione dedicata al futuro riallestimento complessivo delle Collezioni di Arti e Culture Asiatiche con il supporto del piano strategico Grande Progetto Beni Culturali finanziato dal Ministero della Cultura. Il pubblico vi può per la prima volta analizzare gli elaborati architettonici del progetto di adeguamento edile, allestitivo e impiantistico che condurrà alla costituzione del più grande percorso museale italiano dedicato alle arti e culture asiatiche.

Una brochure digitale disponibile tramite QR-code esplora il progetto in termini museografici, condividendo una serie di riflessioni che approfondiscono la supposta distinzione fra Oriente e Occidente: è possibile non limitare ai suoi confini geografici – per altro mobili – la nostra conoscenza di una cultura?; è possibile immaginare, nel cosiddetto “Occidente”, progetti e identità istituzionali dedicati al cosiddetto “Oriente” che non siano basati su narrazioni unilaterali?; è possibile elaborare il profilo di un museo in cui le varie culture, condividendone anche la storia delle provenienze e loro interpretazioni, siano in effetti condivise?

EUR_Asia comprende infine, come vera e propria mostra nella mostra, anche la nuova installazione, introdotta in collezione, dell’artista multidisciplinare di origine colombiano-coreano-americana Gala Porras-Kim, con cui si conclude il suo percorso biennale di ricerca come Research Fellow del Museo delle Civiltà e continua quello come Artist in Residence presso il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino. L’installazione audio-video ci restituisce il rapporto intimo che si instaura fra gli oggetti delle collezioni e le persone che se ne prendono quotidianamente cura nel museo. In A Recollection Returns with a Soft Touch (che gioca con i possibili significati del termine Recollection come “ricordare” e/o “ri-collezionare”) l’artista ha chiesto a Funzionarie e Funzionari referenti delle collezioni dell’ex Museo Nazionale d’Arte Orientale di poterli riprendere mentre presentano alcuni oggetti ai quali si sentono prossimi per motivazioni professionali o personali. Lasciando visibili solo le mani e udibili le voci, le loro storie sono presentate all’interno delle stesse vetrine che abitualmente ospitano questi oggetti dando quindi ai loro ricordi, competenze e sensibilità una straniante soggettività rispetto alla voce ufficiale, apparentemente neutra e imparziale, del Museo. Queste molteplici interpretazioni ci rivelano che gli oggetti del museo sono anche, sempre, soggetti e che la comprensione del passato non può essere un dato esclusivamente oggettivo e scientifico, perché ogni collezione museale è un’entità vivente con cui è possibile attivare una relazione sensibile e individuale.

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