Gala Porras-Kim
Nella sua ricerca al Museo delle Civiltà – sviluppata in collaborazione con il MAO-Museo Arte Orientale di Torino – Gala Porras-Kim (1984 Bogotá, Colombia. Vive e lavora a Los Angeles, Stati Uniti d’America) si è concentrata sulle collezioni dell’ex Museo Nazionale d’Arte Orientale e sul rapporto che archeologi, storici dell’arte e conservatori hanno stabilito con gli oggetti di cui si prendono cura, elaborando un’installazione audio-video che rievoca la stratificazione di archiviazioni e catalogazioni ma anche di storie e di interpretazioni che gli oggetti stessi hanno innescato, a partire dal momento della loro musealizzazione. Nel suo intervento nell’Ingresso Metodologico del Palazzo delle Scienze l’artista ha invece presentato tre estratti da opere precedenti che problematizzano la presenza di resti umani all’interno di musei internazionali e che sono stati elaborati in dialogo con istituzioni quali il Museo Nazionale del Brasile di Rio de Janeiro, il Museo Nazionale di Gwanhju in Corea del Sud e il Peabody-Museo di Archeologia e Etnologia dell’Università di Harvard, negli Stati Uniti.
L’artista riflette sulle narrazioni connesse al possesso dell’oggetto da parte dell’istituzione museale e all’originale valore spirituale e rituale di quello stesso oggetto, approfondendo così come l’identità materiale degli oggetti musealizzati venga sistematicamente e inevitabilmente alterata nella loro esposizione e mediazione all’interno dei musei. Fino al punto che gli oggetti sarebbero diventati nei musei come delle “particelle di polvere tenute insieme attraverso il metodo di conservazione”. Questo approccio si applica anche agli oggetti etnografici, che nei loro contesti di origine erano stati concepiti e condivisi propriamente come soggetti, incarnando attivamente una pluralità di valori simbolici e comunitari, per cui questa loro tensione ad essere attivamente parte di una cultura non dovrebbe terminare una volta essi siano museificati dentro una vetrina o messi in mostra in un museo. Richiamandosi anche alla convenzione UNESCO del 1970, che protegge il diritto alla proprietà culturale, l’artista include nei suoi interventi anche informazioni sugli “anonimi saccheggiatori” che li hanno decontestualizzati e sulle “persone scomparse” dai racconti museali ufficiali. Riconoscendo una personalità creatrice anche ai contesti ambientali di ritrovamento, l’artista riesce così a ridare un ruolo criticamente e narrativamente re-attivo agli oggetti stessi nei musei. Opere di Porras-Kim sono state presentate alla Biennale di San Paolo; Biennale di Gwangju; Whitney Biennial, New York; LACMA, Los Angeles; Made in LA Biennial, Los Angeles; Hammer Museum, Los Angeles. Tra i premi ricevuti: Creative Capital e I premi riconosciuti da Joan Mitchell Foundation e Louis Comfort Tiffany Foundation.