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Home 9 Non categorizzato 9 TARSIA MARMOREA DI MARIO TOZZI NEL SALONE D’ONORE DEL PALAZZO DELLE SCIENZE

La monumentale tarsia marmorea al centro del pavimento del Salone d’Onore del Palazzo delle Scienze costituisce uno degli elementi dell’ampio programma decorativo dedicato a illustrare i protagonisti e le storie delle discipline scientifiche all’interno del Palazzo, progettato per ospitare la mostra scientifica nel contesto dell’Esposizione Universale di Roma (E42) del 1942, mai inaugurata a causa dello scoppio della II Guerra Mondiale.

L’autore della tarsia è Mario Tozzi (Isola di Fano, 1895-Saint Jean du Gard, 1979), artista che, dopo un’iniziale fase post-impressionista, adottò uno stile classicista che si approfondì nel rapporto con gli artisti del Novecento italiano, di cui Tozzi partecipò alla prima mostra nel 1926, incontrando Margherita Sarfatti e Raffaello Giolli. Divenuto tramite tra Francia (dove risiede) e Italia, Tozzi incarna la rivendicazione di un carattere italiano distinto dall’École de Paris che lo porta a collaborazioni e confronti con artisti quali Massimo Campigli, Giorgio De Chirico e il fratello Alberto Savinio, Gino Severini, René Paresce, Filippo De Pisis e il critico Waldemar George, sostenitore di un possibile classicismo mediterraneo. Dal 1935 al 1944 Tozzi si trasferì in Italia per seguire alcuni progetti di decorazione murale, fra cui gli affreschi Paradiso perduto per il Palazzo di Giustizia di Milano e Il marinaio per la rotonda d’ingresso del Padiglione centrale della Biennale di Venezia, nonché la tarsia marmorea del Palazzo delle Scienze a Roma.

Per la tarsia – realizzata in pietre e marmi italiani il cui utilizzo a fini architettonici e decorativi è documentato anche nelle Collezioni Lito-Mineralogiche ISPRA – Tozzi ideò una scena suddivisa in più riquadri in cui sono rappresentate le discipline della Cosmografia, della Fisica, della Fisiologia, della Paleontologia e della Zoologia. Al centro della tarsia campeggia la rappresentazione della dea romana Minerva, le cui origini discendono da divinità etrusche e dalla dea greca Atena. Minerva era, per gli antichi Romani, la dea delle virtù eroiche e della guerra per giusta causa o per difesa, ma anche della sapienza e, in quanto tale, protettrice delle arti utili o funzionali (architettura, artigianato, geometria, ingegneria, matematica) e delle scienze in generale. I suoi attributi erano lo scudo, l’elmo e la lancia, che nella raffigurazione di Tozzi sono deposti a terra, mentre la dea tiene fra le mani un libro aperto e una penna d’oca, auspicio di pace e metafora di esaltazione della cultura scientifica.