Sicomoro centenario
L’installazione rappresenta una formalizzazione temporanea della ricerca in corso che Bianca Baldi (Johannesburg, 1985; vive e lavora a Bruxelles) ha cominciato nell’autunno del 2022 grazie alla borsa di ricerca del progetto Taking Care – Ethnographic and World Cultures Museums as Spaces of Care, co-finanziato dal programma Creative Europe dell’Unione Europea. Il punto di partenza è una collezione privata di fotografie scattate dal nonno paterno dell’artista, soldato ad Addis Abeba durante l’occupazione italiana dell’Etiopia, dove ricorre la presenza di un albero (il ficus sycomorus) che l’artista ritrova ancora intatto nel 2019, in occasione di una sua visita alla città. Nell’attraversare i depositi del Museo delle Civiltà Baldi si è concentrata sulle collezioni merceologiche e in particolare sui campioni lignei, ponendo l’attenzione sulle estrazioni di risorse naturali che servivano all’espansione dell’industria italiana. Sulla carta da parati di fondo, appare una fotografia delle pian- te esposte nella “Mostra permanente prodotti coloniali”, tenutasi negli anni ‘30 presso la Camera di Commercio, Industria e Agricoltura della Cirenaica a Bengasi, sulla quale l’artista prolunga le mensole ritratte ed espone nuovamente alcuni dei campioni originali. Questo intervento dialoga con una stampa litografica nella quale dai rami del sicomoro emergono parole di una poesia che lo fa parlare, grazie ad un altro elemento naturale, ovvero la pietra litografica, anch’essa esposta. Il sicomoro delle foto del nonno diventa quindi un testimone centenario dello sfruttamento coloniale, che permette di sviluppare però una nuova narrazione a partire da una prospettiva più ampia e multi-specie, che intreccia fra loro creature e materie diverse così come passato, presente e futuri possibili. ML
