La raccolta etnografica

La collezione dell’Oceania, costituita da circa 15.000 oggetti, si è formata nella seconda metà del XIX secolo, analogamente alle altre raccolte etnografiche, a seguito di viaggi, esplorazioni e ricerche sul campo di avventurosi personaggi, come naturalisti, antropologi, esploratori, archeologi o naviganti che per amor di conoscenza, non esitavano a sfidare l’incognito, ad affrontare viaggi pericolosi, a prendere contatti con indigeni e “selvaggi” e che, al loro ritorno riportavano in Europa un numero enorme di oggetti rappresentativi della vita e delle usanze di quelle popolazioni: utensili, ornamenti, suppellettili domestiche, armi, insegne, abiti, persino imbarcazioni o parti di esse, o ancora modellini in scala di imbarcazioni o di abitazioni che si facevano costruire ad hoc.

Tutta la collezione è ad oggi sistemata in un grande deposito e in parte è presentata nella esposizione permanente “Oceania“.

Questo è il risultato di un lungo e complesso lavoro di progettazione, conservazione, catalogazione, studio e selezione durato molti anni che ha coinvolto e ancora impegna varie professionalità: curatori di sezione, architetti, conservatori, catalogatori, restauratori, impiantisti.

Si è partiti dall’analisi della consistenza dell’intera collezione che, dagli scatoloni e dalle casse del trasloco, in cui era esposta al pericolo di danneggiamenti anche gravi, è stata sistematicamente estratta e sottoposta a primo intervento conservativo consistente non solo nelle operazioni di pulitura, compattazione di elementi, sistemazione in involucri protettivi, disinfezione/disinfestazione, ma anche nella misurazione delle dimensioni e degli ingombri e dalla valutazione della composizione dei manufatti costituiti prevalentemente da materia prima locale, come legno, osso, canna, paglia, resine, peli e capelli, piume, fibre vegetali, tessuti animali e umani, conchiglia, tutti estremamente fragili e igroscopici, dunque altamente sensibili alle sollecitazioni legate alle variazioni microclimatiche.

L’insieme di tali conoscenze ha portato alla progettazione e alla successiva realizzazione di un deposito adeguato che potesse ospitare comodamente l’intera raccolta che tenesse conto delle prioritarie esigenze conservative e della fruibilità della collezione.