La spada di un importante guerriero longobardo

Necropoli altomedievale di Nocera Umbra (Perugia), tomba 1 (inv. 36).
Tardo VI-inizi VII secolo d.C. (590-610)

La spada della tomba 1 di Nocera Umbra è uno dei manufatti di maggior pregio ritrovati nelle necropoli longobarde in Italia. La lama a doppio taglio è stata realizzata in ferro attraverso una tecnica di forgiatura diffusa tra i popoli germanici. Si compone di tre parti, i due tagli laterali e il nucleo centrale. Quest’ultimo era originariamente damaschinato, cioè presentava decori sulla superficie, creati dal procedimento stesso di lavorazione del metallo.

L’impugnatura è riccamente decorata in oro attraverso la combinazione di ricercate tecniche orafe: la filigrana, costituita da sottili fili di metallo prezioso, e il cloisonné, lavorazione a cellette, riempite in origine con paste vitree o pietre dure ancora visibili nella parte superstite dell’imboccatura del fodero. L’oggetto si distingue per la presenza di due anelli intrecciati in oro, caratteristici di una tipologia di spada diffusa in Europa continentale tra VI secolo e VII secolo. Per la preziosità dei materiali e della decorazione si ritiene che l’arma fosse un oggetto da parata e che sia stata inserita nella tomba del defunto per ostentarne l’elevato rango sociale. 

Dove si trova

Museo delle Civiltà – Museo dell’Alto Medioevo – Sala II

Sapevi che…

Nella società longobarda lo status di guerriero era di centrale importanza e la spada aveva un grande valore simbolico in quanto espressione dell’identità guerriera dell’aristocrazia.
Gli arimanni, cioè tutti gli uomini liberi, erano chiamati alle armi e dovevano dotarsi di un equipaggiamento da guerriero che variava in base al rango sociale sia per quanto riguarda il numero delle armi che per la presenza di decorazioni ad impreziosirle.
L’equipaggiamento tipico del guerriero di alto rango prevedeva spade, pugnali, scudi, lance, a volte corazze e elmi.
Spesso la spada era tramandata di padre in figlio oppure entrava a far parte del corredo funebre degli uomini al fine di sottolinearne l’importante status di guerrieri.
La spada – spatha – usata dai Longobardi è un’arma molto lunga (tra i 70 e i 90 cm) a due tagli con punta smussata, utilizzata per colpire di taglio e non di punta.
Questa tipologia, di tradizione germanica, si differenzia dal gladio, arma tradizionale dell’equipaggiamento romano, per via della maggiore lunghezza della lama e per il fatto di non essere appuntita. Un altro aspetto che distingue le spathae longobarde è inoltre la tecnica di forgiatura delle lame, cosiddetta ‘pattern welding’, in grado di rendere le spade maggiormente flessibili e resistenti.
Le spathae sono infatti il risultato di un attento procedimento di produzione e poi assemblaggio di pezzi lavorati separatamente, con metodi e materiali diversi.
La parte centrale era costruita dalla sovrapposizione di strati alternati di ferro e acciaio, ribattuti insieme e ripiegati in modo da creare, in particolare nelle spathae di personaggi di una certa importanza sociale, una decorazione di superficie detta damaschinatura. I due tagli o lame erano lavorati separatamente e aggiunti alla parte centrale attraverso saldatura al maglio (martellatura).
Questa tecnica produttiva, che lentamente divenne la tecnologia standard per tutto il Medioevo, permetteva anche di creare motivi decorativi nella costola centrale della lama.
E’ a partire dal VII secolo, in seguito ai progressi tecnologici nella forgiatura delle lame, che le spathae diventano sempre più lussuose, decorate ad agemina, damaschinate, impreziosite da manici in oro, accompagnate da foderi in legno e cuoio adornati da elementi in metalli preziosi, come nel caso della spatha della tomba 1 di Nocera Umbra.