Dal 12 al 14 settembre, nell’ambito della programmazione di Hidden Histories, si è tenuto il workshop La collezione in tumulto dell’artista italo-libica Adelita Husni-Bey, a cura di Sara Alberani e Marta Federici con Valerio del Baglivo (LOCALES) e realizzato in co-produzione con il Museo delle Civiltà nell’ambito del progetto europeo Taking Care – Ethnographic and World Cultures Museums as Spaces of Care.

Hidden Histories rinnova per il terzo anno consecutivo la collaborazione con il Museo delle Civiltà e, attraverso l’attivazione di momenti di apprendimento collettivo, torna a riflettere sulle storie e i non detti di questa complessa istituzione, che include al suo interno le collezioni già afferenti a cinque diversi musei nazionali.

La collezione in tumulto si inserisce nello specifico nel contesto di un nuovo processo di progressiva e radicale revisione attivato dal museo, che mira a mettere in discussione, provando a riscriverle, la propria storia, la propria ideologia istituzionale e le proprie metodologie di ricerca e pedagogiche. Proponendosi come spazio di ricerca collettiva, studio, discussione e dialogo, il laboratorio si relaziona a questo percorso di transizione identitaria dell’istituzione, e intende attivare una riflessione che indaghi in particolare storia, oggetti, sistemi di nomenclatura e tassonomie delle collezioni di provenienza coloniale che fanno parte del Museo delle Civiltà.

Se, come afferma l’artista, «il processo transitivo è per natura collettivo e non privato poiché tratta di riflessi e relazioni create necessariamente in comune» e «se l’identità produce necessariamente soggetti subalterni, si può immaginare un edificio che raccoglie la memoria pubblica in un perpetuo stato di dis-identificazione?». Partendo da questa domanda, ascoltando e integrando le esperienze vissute da persone e enti in stati di transizione tra generi (transgenere), tra paesi (migrazione), e di ex-colonie (liberazione), La collezione in tumulto proverà ad articolare una logistica di cambiamento che possa innovare metodi e processi con cui ripensare un’identità transitoria del museo e delle sue collezioni, analizzando le strutture che la sottendono.

 

Comunicato Stampa ITA | Press Release ENG