Visione del Sud
Giuseppe Palumbo, il fotografo in bicicletta
Salento 1907/1959
Inaugurazione
Giovedì 7 dicembre 2017, ore 17:30
Accensione luminarie ore 18:30
POPULOUS Dj set
dalle 19:00 alle 22:00
1740 lastre fotografiche che ritraggono il Salento arcaico e le sue trasformazioni, opera del “fotografo in bicicletta” Giuseppe Palumbo, realizzate dal 1907 al 1959 e rimaste dimenticate per sessant’anni trovano finalmente nuova luce.
Giovedì 7 dicembre al Museo delle Civiltà – museo delle arti e tradizioni popolari di Roma si inaugura Visioni del Sud. Fotografie di Giuseppe Palumbo, la mostra che riscopre il Sud Italia dei primi del Novecento e lo racconta in chiave contemporanea.
Attraverso un allestimento site specific, ridisegnato sugli spazi del museo, Visioni del Sud “mette in scena” il Salento tra il 1907 e il 1959, trasformando la maestosa Sala delle Regioni in una grande piazza allestita a festa con una suggestiva installazione fatta di luminarie, che sarà il cuore della mostra. Una mostra diffusa, poiché le immagini di Palumbo segneranno il percorso lungo tutte le sale del Museo dialogando con i temi delle arti e tradizioni popolari.
Le luminarie, prodotte dalla storica ditta salentina Parisi Luminarie, verranno accese il giorno dell’inaugurazione e faranno da sfondo allo straordinario set di uno dei dj e producer fra i più stimati sul piano internazionale, il salentino Populous.
Reduce dal successo dell’esposizione a Otranto, questa mostra-laboratorio itinerante promossa da Istituto di Culture Mediterranee (ICM), Cinema del reale, OfficinaVisioni, Big Sur, curata da Paolo Pisanelli e Francesco Maggiore arriva nella Capitale grazie all’impegno dell’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia e del Museo delle Civiltà per far conoscere e valorizzare in modo originale e sperimentale l’archivio fotografico di Giuseppe Palumbo, grande intellettuale e studioso di inizi Novecento, autore di una collezione di oltre 1700 immagini, ecologista ante litteram, esploratore e appassionato del patrimonio preistorico salentino.
Palumbo fu un intellettuale del Sud, autore di un racconto che seppure narra del Salento, può assurgere a testimonianza di tutto il Mezzogiorno, in quegli anni cruciali in cui si costruiva culturalmente l’Italia, come afferma l’Assessore all’Industria Turistica e Culturale della Regione Puglia Loredana Capone. Anche la celebre regista e fotografa sua conterranea Cecilia Mangini ne tesse le lodi: “Ha preceduto tutti. È un proteiforme, è un demartiniano anticipato e occulto. È il cantore del Sud. Nelle sue fotografie ecco la Puglia raccontata con oggettività e realismo, testimonianza accusatoria per il sud ridotto a povera colonia del nord industriale e progredito”.
Leandro Ventura, Direttore dell’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia sottolinea l’importanza di portare a Roma il Sud Italia e il Salento della prima metà del XX secolo, fissato da un osservatore impegnato e curioso, un vero intellettuale attento alla conservazione di un mondo in trasformazione, più che un semplice tecnico dello scatto fotografico.
La grande sensibilità artistica di Palumbo è riuscita infatti a produrre immagini che raccontano l’estremo Sud dell’Italia dei primi anni del ventesimo secolo, restituendo in modo aderente alla realtà e senza enfasi il popolo a cui appartenevano i costumi etnografici.
Contadini, artigiani, cantastorie, tessitrici, piccoli pastori con le loro greggi: Palumbo ha sempre mantenuto un contatto con gli abitanti del proprio territorio, che ha ispirato suggestivi reportage agresti che restituiscono spazi in cui l’uomo aveva un rapporto di consapevole rispetto sia con l’ambiente naturale, fonte di vita, che con la propria stessa identità. Questa indagine fotografica acuì la sua naturale sensibilità alla conservazione del patrimonio naturale, che lo portò a impegnarsi nella causa della conservazione del patrimonio boschivo plurisecolare che allora attraversava gran parte della penisola salentina.
Un’attenzione non esclusivamente riservata al patrimonio naturale: Palumbo documentava anche i luoghi, le genti, le tradizioni, i monumenti preistorici per denunciarne l’incuria e la distruzione che avveniva per far spazio a nuove strade e costruzioni. Una storia che si ripete e che rende attualissimi i temi e le riflessioni che l’esposizione sollecita.
Visioni del Sud si propone di valorizzare questo grande patrimonio, suggerendo un nuovo sguardo su un archivio “aperto” e, come nel desiderio dello stesso fotografo, destinato alla fruizione pubblica. Un’esposizione moderna che prende forma proprio in un museo di arti e tradizioni, come segno della necessità di coniugare ieri e oggi per arrivare al domani.
E quindi spazia tra la colorazione delle immagini e l’utilizzo di lightbox, passando per la rilettura dei tradizionali ‘lampioni’, le luci avvolte da carta velina utilizzate il 21 giugno per la festa del Solstizio d’estate a Calimera, paese di origine del fotografo, che verranno stavolta ricoperte di carta trasparente che riproduce le immagini dell’archivio, ricreando un suggestivo angolo di festa.
Una mostra-laboratorio che esplora un materiale “vivo”, raccolto grazie al contributo dell’Archivio della Famiglia Palumbo, del Fondo Chiriatti conservato dal Comune di Zollino, dell’Archivio Renato Colaci e dell’Archivio Cinema del reale : per questo accoglie, oltre alla sezione dei documenti e delle fedeli riproduzioni fotografiche, rielaborazioni e riletture di archivio da parte di artisti, designer, scrittori, film-maker e musicisti.
I documenti realizzati dal regista Paolo Pisanelli, come il video Memorie di Anna che raccoglie l‘appassionata testimonianza della figlia Anna Palumbo, e l’audio-doc dedicato all’opera dell’autore presentato dalla studiosa e critica d’arte Ilderosa Laudisa.
Ma anche le installazioni Archivi di luce di Maurizio Buttazzo, realizzata con oggetti polimaterici e di recupero che si innestano alle immagini fotografiche dell’Archivio Palumbo, e Sedici scatti luminosi, frutto di una ricerca accurata di immagini scelte nell’imponente corpus di immagini prodotte da Palumbo in un approccio giocoso e non formale di intervento e valorizzazione degli archivi storici, un incontro tra la pratica meccanica e chimica della fotografia di ieri e l’elaborazione cromatica digitale di oggi.
Visioni del Sud è un progetto di Istituto di Culture Mediterranee, Associazione Cinema del reale, OfficinaVisioni, Big Sur; realizzato da Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia e Museo delle Civiltà; con Archivio Museo Sigismondo Castromediano – Lecce, Archivio Famiglia Palumbo, Fondo Giuseppe Chiriatti/ Biblioteca Comunale “Maniglio” – Zollino, Archivio Renato Colaci, Archivio Cinema del reale; sostenuto da Regione Puglia, Unione Europea – Fondo perlo Sviluppo e la Coesione, Provincia di Lecce, Puglia Sounds, Teatro Pubblico Pugliese, Puglia Promozione, Apulia Film Commission; in collaborazione con Comune di Zollino, Comune di Calimera, Comune di Corigliano d’Otranto, Associazione Pugliese Editori, Scuola d’arte Cinematografica “Gian Maria Volontè”, Istituto Luce Cinecittà, Università Roma Tre – Dipartimento di Architettura; con il patrocinio di Distretto Produttivo Puglia Creativa, GAL Capo S. Maria di Leuca; e la partecipazione di Cineteca Lucana, Archivio Audiovisivodel Movimento operaio e democratico.