Luigi Di Gianni
Sopralluoghi di memoria
Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia
Museo delle Civiltà – Museo delle arti e tradizioni popolari
Inaugurazione mostra
30 marzo 2019, alle 16:30
Il 30 marzo alle 16,30 al Museo delle Civiltà – Museo delle arti e tradizioni popolari si inaugura la mostra fotografica “Luigi Di Gianni. Sopralluoghi di Memoria”, organizzata dall’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia in collaborazione con il Museo delle Civiltà.
La mostra presenta una selezione di fotografie realizzate dal regista Luigi Di Gianni negli anni Sessanta e Settanta: scatti ricognitivi nati da esplorazioni di diversi territori in Italia e all’estero, perlustrazioni legate a progetti di film, mappe visive di luoghi finalizzati alla creazione di immagini in movimento e alla definizione di un piano di lavoro cinematografico.
Strumenti ancillari rispetto alla produzione filmica, le fotografie presentate sono il risultato di una specifica modalità di lavoro di Luigi Di Gianni, che lo vedeva effettuare sopralluoghi alla ricerca di contesti sui cui concentrarsi per le riprese. Le immagini esprimono questo lavoro di preparazione, proponendo appunti visivi, intimi, processuali, quasi mai finalizzati a una produzione autonoma svincolata dal percorso di ricerca filmico.
A partire da questi frammenti visivi, la mostra intende creare rimandi tra immagine fissa e immagine in movimento, indagando il dipanarsi di una produzione fotografica che trova il suo contraltare nella produzione filmica. In questo percorso incontriamo visioni che ci riportano ai temi centrali della ricerca filmica del regista, quali, ad esempio, la dimensione magico-religiosa o le atmosfere kafkiane. Allo stesso tempo, la mostra presenta uno sguardo inedito su altre realtà e contesti perlustrati e documentati per lavori poi non compiuti.
Il percorso espositivo porta anche all’esplorazione della biografia personale e culturale di Luigi Di Gianni, dai suoi interessi giovanili per la musica espressi negli esercizi musicali, al suo amore per la filosofia, fino alle lavorazioni per sceneggiature. L’atto di sfogliare le fotografie ha aperto percorsi di memoria, attivati insieme al regista, che con la generosità e l’ironia che lo contraddistingue ha accompagnato il lavoro di selezione con racconti, aneddoti, digressioni su motivazioni, scelte, punti di incontro tra immagini, vita e ricerca filmica.