Il brivido d’esser sfiorati da paramenti d’ossa. Impiego e simbologia delle ossa umane nelle liturgie tantriche
Incontro con Massimiliano A. Polichetti
Secondo il vajrayana, la tradizione esoterica del Buddhismo, solo gli esseri umani appartenenti a questo particolare universo (jambudvipa), poiché composti da ossa, midollo, seme (ricevuti dal padre), nonché da carne, pelle e sangue (ricevuti dalla madre), possono esercitarsi nei rituali tantrici. Durante le liturgie sono compiute offerte di sostanze che variano in accordo alle divinità. Tra i recipienti utilizzati per le libagioni un posto particolare è occupato dal teschio umano. Sempre con ossa umane vengono realizzati strumenti musicali e paramenti liturgici. L’impegno in tali rituali potrebbe indurre l’adepto ad interpretare i fenomeni come manifestati dal ‘gioco’ (lila) delle arie psichiche sottili (prana). Apprendendo, contemporaneamente all’estasi (ananda), la modalità ultima d’esistenza dei fenomeni (shunyata), egli potrà inverare l’unione di beatitudine e onniscienza.