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Museo delle Civiltà
Museo delle Civiltà
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Piazzale Guglielmo Marconi, 8/14 Roma

Categoria

Data

08 - 12 Mar 2019
Expired!

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Conferenza,
Seminario

Dedicato alle donne

Il Museo delle Civiltà, insieme al IX Municipio, dedica il mese di marzo a una serie di eventi sul tema di cosa impedisce o rallenta nella nostra società un pieno contributo delle donne, anche con un occhio al passato e ad altre culture: si è infatti consapevoli che una reale e concreta parità di genere sia il fondamento necessario per costruire una società equa, giusta e innovativa. Iniziative sempre legate a un’attenzione alle donne, sotto diversi aspetti, seguiranno poi più scaglionate nel Museo, per tutto l’anno fino a dicembre.

Documenti scaricabili

Dedicato alle Donne è un progetto ideato dal Municipio IX Eur – Assessorato alle politiche dei Diritti alla Scuola Crescita Culturale, Turismo e Sport, Biblioteche di Roma e MuCiv.

Per tutto il mese di Marzo, la Biblioteca Laurentina, la Biblioteca Pier Paolo Pasolini e le prestigiose sedi del Museo delle Civiltà ospiteranno mostre, conferenze e dibattiti sul mondo al femminile. Letteratura, arte, politica, ma anche prevenzione e sicurezza. Ogni settimana una serie di appuntamenti da seguire sulla pagina web del Municipio e su quella di Biblioteche di Roma Capitale, e sulla pagina web del MuCiv.

Si inizia il 1 marzo alle ore 17:00 presso la Biblioteca Pasolini con l’inaugurazione della mostra Le Costituenti nella memoria. Storie, luoghi, politiche. A cura della Casa della Memoria e della Storia, la mostra “Le Costituenti nella memoria. Storie, luoghi, politiche” intende raccontare, nelle sue linee essenziali, la storia delle ventuno donne che sedettero per la prima volta in Parlamento. Il 25 giugno 1946, nel Palazzo di Montecitorio, l’Assemblea Costituente si riunì in prima seduta e furono elette 21 donne su un totale di 556 deputati: 9 della Democrazia cristiana, 9 del Partito comunista, 2 del Partito socialista e una dell’Uomo Qualunque.

La mostra rimarrà aperta fino al 15 marzo.

Appuntamenti 

Venerdì 1 marzo
– Biblioteca Pier Paolo Pasolini, 17:00, Le Costituenti nella memoria. Inaugurazione mostra.

Lunedì 4 marzo
– Biblioteca Pier Paolo Pasolini, Loredana Cornero, presentazione del libro

Venerdì 8 marzo
– MuCiv – Incontro con Filippo Maria Gambari, 16:30, Sala Conferenze Museo Pigorini, “La briganta nel Presepe. Misteri, leggende e sorprese nella vita di Filomena Pennacchio, antieroina dell’Ottocento“.

Sabato 9 marzo
– MuCiv – Seminario teorico-pratico con Gioia Lussana, 10:30-14:00 – Lo yoga della bellezza: la fruizione estetica dell’āsana nello śivaimo kaśmīro (quota di partecipazione: 15,00 €)

Martedì 12 marzo
– MuCiv – Sala Conferenze Pigorini, dalle 10:00, Francesca Dragotto, presentazione del volume “La famiglia del III millennio. Tre millenni di famiglie“.

8 marzo
L’8 marzo del 2019 ha richiami particolari che meritano di essere ricordati. Un secolo fa, su una forte spinta delle donne, che durante la Prima Guerra Mondiale si erano trovate a sostituire gli uomini al fronte in tutti i campi della vita civile e lavorativa, si animava alla Camera il dibattito per l’approvazione di una legge che abolisse finalmente la tutela maritale in Italia.

Questo istituto, che derivava nel Codice Albertino e nel Codice Civile unitario del 1865 dal Codice Napoleonico ed era addirittura peggiorativo rispetto alla tutela del pater familias del diritto romano, obbligava le donne sposate a sottostare alla preventiva autorizzazione del marito per svolgere qualsiasi attività economica o sottoscrivere contratti ed atti legali, in sostanza esse non potevano compiere alcun atto giuridico-economico senza l’autorizzazione del marito. Tale disposizione era peggiorativa anche rispetto al Codice Napoleonico, in quanto nel sistema francese vigeva almeno il sistema della comunione dei beni tra i coniugi, che proteggeva maggiormente la donna. Le donne lombarde proprio per questo nel 1861, alla proclamazione dell’Unità, avevano presentato, invano, una petizione perché nell’elaborazione del Codice Civile non si inserisse l’istituto della tutela maritale.

La norma approvata alla conclusione del dibattito parlamentare, la legge n. 1176 del 17/7/1919 “Disposizioni relative alla capacità giuridica della donna”, non solo aboliva la tutela maritale ma affermava anche per la prima volta (art.7) “Le donne sono ammesse, a pari titolo degli uomini, ad esercitare tutte le professioni ed a coprire tutti gli impieghi pubblici, esclusi soltanto, se non vi siano ammesse espressamente dalle leggi, quelli che implicano poteri pubblici giurisdizionari o l’esercizio di diritti e di potestà politiche, o che attengono alla difesa militare dello Stato secondo la specificazione che sarà fatta con apposito regolamento.” Un principio che metterà finalmente in moto anche in Italia il cammino, ancora lungo e tuttora non pienamente compiuto, per le pari opportunità. Non a caso nello stesso anno si rimetteva in moto il processo per una legge che prevedesse l’estensione del diritto di voto alle donne (già respinta nel 1912): la Camera approvava a grande maggioranza (174 voti favorevoli e 55 contrari) la proposta di legge Martini-Gasparotto per l’ammissione al voto amministrativo e politico di tutte le donne (tranne le prostitute) e fu solo la chiusura anticipata della legislatura che impedì il passaggio al Senato e l’approvazione definitiva. Il ventennio fascista congelerà ogni diritto democratico finché, prima ancora della fine della II Guerra Mondiale, il decreto legislativo luogotenenziale n. 23, del 1º febbraio 1945, estenderà finalmente il diritto di voto alle donne italiane.

Ricordare questi momenti importanti della nostra storia è dunque anche un modo per tributare un non formale omaggio a quello che l’intelligenza, la capacità, l’impegno, la professionalità e la creatività delle donne hanno fatto e possono fare – se messe nelle condizioni per potersi esprimere – per rinnovare il nostro Museo, il nostro Paese, il Mondo. Già Luigi Pigorini, fondatore nel 1875 del Museo Preistorico Etnografico, manifestava nel 1872 un chiaro impegno per l’istruzione delle donne, anche meno abbienti, finalizzata ad un loro pieno coinvolgimento nella società dell’epoca.

Caterina Pigorini

L’archivio del Museo delle Civiltà ha recentemente acquisito un autografo del 1885, contenente la prima stesura di getto – accantonata per la revisione, mai poi avvenuta – di un componimento inedito di Caterina Pigorini (1845-1924), sorella di tre anni più giovane del fondatore del nostro Museo Preistorico Etnografico. La scrittrice autodidatta, insegnante, educatrice e pioniera degli studi sul folklore e sulle tradizioni popolari, autrice di numerose pubblicazioni, rappresenta molto bene le più tenaci e coraggiose donne italiane del XIX secolo, impegnate con fatica ad affermarsi e a dare il proprio contributo originale per la costruzione della nuova nazione, in una continua lotta contro pregiudizi, stereotipi, invidie, fobie. La sua figura appartiene al nostro Museo non solo e non tanto in quanto sorella di Luigi Pigorini ma soprattutto per l’influenza che ebbe negli studi etnografici del fratello e per le ricerche che condusse anche su materiali oggi nel Museo delle Arti e Tradizioni Popolari, come i marchi per tatuaggi di Loreto. La sua personalità spicca nella sua epoca, tanto che fu amica e riferimento di figure come Giosué Carducci, Giuseppe Verdi, Alinda Bonacci Brunamonti.

In questo testo, che resta comunque ancora grezzo e molto intimo pur nel linguaggio retorico dell’epoca, Caterina, giunta al quarantesimo compleanno, trasferita per l’incarico scolastico da un quindicennio a Camerino da Parma, valuta questo giro di boa, momento delicato e di bilancio nella vita di molte donne anche oggi, con un forte rifiuto dei modelli dell’epoca e con uno sguardo malinconico sul tempo passato, sulla misteriosa sparizione della madre, sulle delusioni successive alla sua unione per amore a ventisei anni con il brillante avvocato Antonio Beri, sindaco di Camerino, sull’inesorabile scorrere del tempo verso una vecchiaia che per le donne, negli schemi dell’epoca, cominciava già in sostanza con la fine della capacità riproduttiva. Reagisce infine però con grande carattere, urlando un’esplicita sfida, contro il tempo e contro gli stereotipi di ruolo, e negli anni successivi amplierà ed approfondirà proprio la sua attività di studiosa, con opere che restano pietre miliari e punti di riferimento anche oggi.

Regalarci questo testo e questa voce di un’epoca lontana ci sembra un buon modo per festeggiare, insieme con il pubblico e gli amici del Museo, un originale 8 marzo..

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