Fighters
L’altra storia degli Ucwalmicw, dei Sioux e dei Tainos
Inaugurazione 1 dicembre 2016 ore 17,30
Sabato 7 gennaio 2017, alle 15,00 incontro con l’autore
Roberto Vignoli presenta il suo lavoro di fotografo e di artista, la preparazione di un servizio fotografico in riferimento all’esposizione “Fighters”.
Fighters. L’altra storia degli Ucwalmicw, dei Sioux e dei Tainos – Immagini e panoramiche sui nativi americani a cura di Loretta Paderni
Sarà presente Marty G. Two Bulls discendente del Capo Sioux Crazy Horse
Chi ha lottato e vinto, chi sta lottando, chi ha lottato con orgoglio in una tragedia spaventosa.
Così gli indiani canadesi del British Columbia, gli Ucwalmicw, che hanno occupato una montagna a loro sacra per evitare che diventasse un centro commerciale e una pista da sci, hanno vinto e per sicurezza ancora la occupano.
E i Sioux del Nord e del Sud Dakota che stanno lottando ora, uniti per la prima volta dopo tanto tempo a tutte le altre tribù del Nord America per evitare che un oleodotto possa attraversare le loro terre e mettere a rischio le falde acquifere.
E i Tainos, i nativi dell’isola di Cuba, che per non far sottostare anche i loro discendenti alla crudeltà dell’esercito spagnolo si sono autoestinti.
Tutte le donne abortirono per questo, e nel Museo della Rivoluzione all’Avana si fa partire la Rivoluzione proprio dal 1512, quando Hatuey si ribellò ai colonizzatori europei.
Sono le fotografie di Roberto Vignoli degli Ucwalmicw, che si aprono sulle radici dei loro alberi maestosi, sospinte dai fiumi sulle rive del lago Lilloet, al centro della Riserva Indiana di Mount Currie, ad iniziare il viaggio tra i nostri “Fighters”. È uno sguardo sugli istanti della loro vita privata, densa di sofferenza e di problematiche sociali, nonostante questa grande recente vittoria, perché non riescono ad accettare la società occidentale, che distrugge il loro mondo inarrestabilmente.
La panoramica dei Sioux del Sud Dakota condensa nei loro volti una raccolta di storie private, molecole della grande Storia del loro popolo, ancora una volta vissuta con la fierezza e il coraggio degli antichi guerrieri. Ora più che mai.
Infine il Malecon, la foto di Cuba più lunga del mondo, così lunga proprio perché all’insegna di una ispirazione artistica che vuole solo mostrare quanto i Tainos non ci siano più, secondo la testimonianza diretta di Bartolomé de Las Casas, sacerdote al seguito dell’esercito spagnolo che occupò l’isola dopo la scoperta di Colombo ma anche secondo le ricerche antropologiche più attuali e accurate, a dispetto dei millantatori che ogni tanto spuntano dal nulla per dichiararsi eredi di quella grande cultura perduta.
Roberto Vignoli
Fotografo di arte e di architettura, ha lavorato per le più importanti agenzie fotografiche del mondo come Image Bank, Grazia Neri e Luz. Ha lavorato anche per il settimanale “L’Espresso” dal 1985 al 2012: gli ultimi 10 anni per l’ufficio fotografico, dove ha curato le pagine degli esteri e delle rubriche di cultura. Le sue foto sono state esposte in più di cento mostre in Italia, Francia, Argentina, Cuba, Stati Uniti, Turchia, Ungheria e Australia. Nonostante la fotografia sia il suo lavoro, Vignoli non ha mai smesso di coltivare la passione della letteratura: ha pubblicato due romanzi (Un lampadario nell’anello di fumo – Bastogi, 1992, Il soffio sulla spalla – Bastogi, 2006), una raccolta di racconti (Se un altro fosse me – Bastogi, 2008), una raccolta di racconti fotografici e di narrativa (5 fotoromanzi d’amore sfrenato – Calliope, 2011), un libro fotografico con le poesie di Claudio Damiani (Fondi, percorsi d’acqua – Associazione libero de Libero, 2016), una raccolta di poesie, L’inverno sono gli altri – Edizioni Ensemble 2016 e una traduzione dal francese (Histoire de l’Ethnologie di Jean Poirier – Lucarini, 1987).