Le Collezioni Paleontologiche contengono 244 Fossili Tipo, reperti unici e di enorme valore scientifico sui quali si basa il riconoscimento e la descrizione di una nuova specie e rappresentano quindi anche il riferimento per l’attribuzione specifica di reperti ritrovati successivamente. I dati a corredo della loro descrizione risultano inoltre importanti anche per la datazione dei giacimenti da cui provengono i resti fossili.
La Collezione dei Fossili Tipo comprende diversi gruppi tassonomici campionati in Italia dalla fine del XIX secolo. Tra questi i più rappresentati sono i Trilobiti, artropodi marini estinti provenienti dalle rocce cambriane della Sardegna sud-occidentale. Presenti anche: molluschi cefalopodi, come le Ammoniti, sia triassiche (Lombardia) che giurassiche (Appennino umbro-marchigiano); i Gasteropodi, provenienti dagli strati triassici del Gargano; gli Echinodermi eocenici dalla Calabria e dal Gargano; i Lariosauri, rettili marini antenati dei dinosauri, e i pesci osteitti, provenienti dalle rocce triassiche della Lombardia.
La classificazione dei Fossili Tipo e lo statuto dei reperti seguono il Codice internazionale di nomenclatura zoologica “Tipo” è il termine generale che indica una specie fossile con uno stato tassonomico rilevante e particolare. “Olotipo” è l’esemplare di una specie, studiato, figurato e pubblicato dall’autore che per primo gli ha attribuito il relativo nome scientifico. La località di campionamento dell’Olotipo di una specie è definita “Località tipo”, e riveste un’enorme importanza cronostratigrafica. Esistono poi il “Paratipo” (esemplare della Serie-Tipo utilizzato dall’autore per descrivere la specie), il “Sintipo” (esemplare di una Serie-Tipo in cui non è designato un Olotipo), il “Lectotipo” (esemplare scelto successivamente come Olotipo fra i Sintipi) e il “Plesiotipo” (esemplare scelto da un altro autore per completare la descrizione della specie).