Mercoledì 21 maggio 2025 il MUCIV-Museo delle Civiltà presenta Museo delle Opacità #2. Agricolture e architetture coloniali, il nuovo capitolo del progetto, a cura di Rosa Anna Di Lella, Gaia Delpino, e Matteo Lucchetti, dedicato al riallestimento e alla ricondivisione delle collezioni dell’ex Museo Coloniale di Roma, entrate a far parte del MUCIV nel 2017 e in corso di ri-catalogazione.
Costituite da oltre 12.000 opere e documenti che testimoniano la quasi secolare storia coloniale italiana in Africa (1882-1960), queste collezioni furono originariamente musealizzate con funzione di sostegno alle politiche coloniali ma non furono più esposte dalla chiusura del Museo Coloniale, avvenuta nel 1971. Il MUCIV sta quindi coinvolgendo il pubblico in una riflessione compartecipata sul loro riallestimento e la loro progressiva restituzione alla collettività. In questo percorso, i vari capitoli del progetto si focalizzano su singoli aspetti e nuclei tematici, mettendo in dialogo le testimonianze storiche con nuove ricerche e interventi contemporanei e con il coinvolgimento delle comunità.
In questo secondo capitolo, che segue quello inaugurato nel 2023, l’attenzione è posta sulla relazione fra agricolture e architetture coloniali analizzando – attraverso documenti, fotografie e opere d’arte dell’epoca – aspetti come lo sfruttamento economico delle risorse ambientali, geologiche, umane o il rapporto fra arte e propaganda nella storia del colonialismo italiano in Eritrea, Somalia, Libia ed Etiopia. Emblematica, in questo secondo capitolo, è la selezione della documentazione fotografica di alcune delle principali esposizioni coloniali avvenute sul territorio italiano, a partire dall’Esposizione Internazionale di Marina e Igiene marinara del 1914 a Genova fino alla Prima Mostra Triennale delle Terre Italiane d’Oltremare del 1940 a Napoli, passando per Roma, Milano e Bari. Contribuiscono a condividere la ricerca in corso anche i fondi documentali dell’ex IsIAO (Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente), che integrano l’allestimento grazie alla collaborazione con la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Completano il percorso apparati di approfondimento, che permettono di contestualizzare i materiali selezionati nel quadro più generale delle politiche e delle economie coloniali, e un programma di visite guidate, attività didattiche e eventi pubblici che proporrà ulteriori momenti di confronto.
La connessione con gli scenari del presente è affidata, in questo secondo capitolo, a due installazioni: Diritti ai semi, diritti dei semi (Rights to Seeds, Rights of Seeds) di Cooking Sections, acquisita grazie al bando PAC-Piano per l’arte contemporanea del Ministero della Cultura, ed Ente di Decolonizzazione: Ceneri (Ashes), che rappresenta l’intervento conclusivo della ricerca triennale condotta presso il museo da DAAR – Sandi Hilal e Alessandro Petti come Research Fellow. Tra le opere d’arte provenienti dalle collezioni storiche dell’ex Museo Coloniale sono presentati i contributi degli artisti Domenico De Bernardi, Gariesus Gabret, Laurenzio Laurenzi, Giorgio Oprandi, Yohannes Tesamma, Giustino Varvelli, Teodoro Wolf Ferrari, Yitbārak, in dialogo con tre opere delle collezioni contemporanee del MUCIV, di Peter Friedl, Jermay Michael Gabriel e Adelita Husni-Bey.
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Cooking Sections, Rights to Seeds, Rights of Seeds (Diritti ai semi, diritti dei semi)
Opera acquisita grazie al bando PAC-Piano per l’arte contemporanea del Ministero della Cultura. La ricerca per il progetto è stata sviluppata nell’ambito di Monoculture Meltdown, CLIMAVORE x Jameel presso Royal College of Art
L’opera Rights to Seeds, Rights of Seeds (letteralmente, “Diritti ai semi, diritti dei semi”, 2025) di Cooking Sections è stata installata in dialogo con la raccolta di semi e prodotti agricoli coloniali delle collezioni dell’ex Museo Coloniale, di cui è presentato accanto all’opera un display di approfondimento insieme a una selezione dei barattoli originali contenenti i relativi semi. L’intervento degli artisti mira a preservare una collezione vivente ed eterogenea di sementi contadine contemporanee coltivate da generazioni di agricoltori dell’Italia meridionale e selezionate per la loro resistenza a siccità e stress termico. L’installazione si pone quindi in antitesi con le idee che hanno ispirato la costruzione di una banca di semi estratti dalle agricolture locali dei territori colonizzati (soprattutto in Eritrea, Somalia e Libia), che servirono a rafforzare un sistema agricolo intensivo incentrato sullo sviluppo di monoculture basate su pochi semi selezionati e finalizzato allo sviluppo di massa dell’industria agricola italiana.
DAAR – Sandi Hilal e Alessandro Petti, Ente di Decolonizzazione: Ceneri
L’installazione Ente di Decolonizzazione: Ceneri di DAAR – Sandi Hilal e Alessandro Petti, è presentata al MUCIV-Museo delle Civiltà quale intervento conclusivo della Research Fellowship di DAAR, riassemblando in una nuova articolazione architettonica anche due vetrine dell’ex Museo Coloniale originariamente utilizzate per esporre oggetti sottratti durante le occupazioni coloniali. Le due vetrine sono trasformate da DAAR in un dispositivo per condividere un video che emerge da un tappeto di ceneri, illustrando la trasformazione dell’Ente di colonizzazione in un Ente di decolonizzazione attraverso un rito simbolico della distruzione e rigenerazione. Dalle ceneri nasce, infatti, anche un’altra iniziativa che è quella di istituire, in collaborazione con il MUCIV-Museo delle Civiltà, il primo Premio per il Riuso Critico del Patrimonio Difficile.