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Home > Agenda > Cooking Sections. Diritti ai semi, diritti dei semi 

Data

22 Maggio 2025 – 31 Dicembre 2030
In corso…

Ora

08:00 – 18:00

Luogo

MUCIV-Museo delle Civiltà – Palazzo delle Scienze
Piazza Guglielmo Marconi, 14

Organizzatore

Museo delle Civiltà
Museo delle Civiltà
Telefono
+39 06549521
Email
mu-civ.info@cultura.gov.it

Cooking Sections. Diritti ai semi, diritti dei semi 

Opera acquisita grazie al bando PAC-Piano per l’arte contemporanea del Ministero della Cultura. La ricerca per il progetto è stata sviluppata nell’ambito di Monoculture Meltdown, CLIMAVORE x Jameel presso Royal College of Art

La connessione con gli scenari presentati nel progetto Museo delle Opacità #2. Agricolture e architetture coloniali, è affidata, in questo secondo capitolo, a due installazioni: Diritti ai semi, diritti dei semi (Rights to Seeds, Rights of Seeds) di Cooking Sections, acquisita grazie al bando PAC-Piano per l’arte contemporanea del Ministero della Cultura, ed Ente di Decolonizzazione: Ceneri (Ashes), che rappresenta l’intervento conclusivo della ricerca triennale condotta presso il museo da DAAR – Sandi Hilal e Alessandro Petti come Research Fellow. Tra le opere d’arte provenienti dalle collezioni storiche dell’ex Museo Coloniale sono presentati i contributi degli artisti Domenico De Bernardi, Gariesus Gabret, Laurenzio Laurenzi, Giorgio Oprandi, Yohannes Tesamma, Giustino Varvelli, Teodoro Wolf Ferrari, Yitbārak, in dialogo con tre opere delle collezioni contemporanee del MUCIV, di Peter Friedl, Jermay Michael Gabriel e Adelita Husni-Bey.

L’opera Rights to Seeds, Rights of Seeds (letteralmente, “Diritti ai semi, diritti dei semi”, 2025) di Cooking Sections è stata installata in dialogo con la raccolta di semi e prodotti agricoli coloniali delle collezioni dell’ex Museo Coloniale, di cui è presentato accanto all’opera un display di approfondimento insieme a una selezione dei barattoli originali contenenti i relativi semi. L’intervento degli artisti mira a preservare una collezione vivente ed eterogenea di sementi contadine contemporanee coltivate da generazioni di agricoltori dell’Italia meridionale e selezionate per la loro resistenza a siccità e stress termico. L’installazione si pone quindi in antitesi con le idee che hanno ispirato la costruzione di una banca di semi estratti dalle agricolture locali dei territori colonizzati (soprattutto in Eritrea, Somalia e Libia), che servirono a rafforzare un sistema agricolo intensivo incentrato sullo sviluppo di monoculture basate su pochi semi selezionati e finalizzato allo sviluppo di massa dell’industria agricola italiana.