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Home > Agenda > giganti miniature – ipotesi circa il museo e note sul carnevale

Data

04 Marzo 2025 – 31 Agosto 2025
Expired!

Luogo

MUCIV-Museo delle Civiltà – Palazzo delle Arti e Tradizioni Popolari
Piazza Guglielmo Marconi, 8

Organizzatore

Museo delle Civiltà
Museo delle Civiltà
Telefono
+39 06549521
Email
mu-civ.info@cultura.gov.it

giganti miniature – ipotesi circa il museo e note sul carnevale

INAUGURAZIONE: domenica 2 marzo, ore 11.00 – 19.00
OPENING: Sunday March 2nd, 11am – 7pm

04.03.2025 – 31.08.2025

a cura di Matteo Lucchetti e Andrea Viliani

L’artista Bruna Esposito (Roma, 1960) con la mostra giganti miniature. ipotesi circa il museo e note sul carnevale – a cura di Matteo Lucchetti e Andrea Viliani – presenta l’esito della sua Research Fellowship biennale presso il Museo. Nel corso delle ricerche, condotte in particolare sulle Collezioni di Preistoria e di Arti e Tradizioni Popolari, l’artista ha ideato una mostra che già nel titolo – in minuscolo, ma con dimensioni più grandi del resto – mette in relazione scale e quindi prospettive diverse sul museo, integrando in esse anche quel “mondo alla rovescia” proprio del Carnevale

La mostra è costruita intorno a 16 proposte e progetti che l’artista Bruna Esposito (Roma, 1960. Vive e lavora a Roma) ha concepito nel corso dei suoi due anni di ricerca come Research Fellow presso il MUCIV-Museo delle Civiltà di Roma.

Accostandosi al lavoro quotidiano di conservazione, studio e racconto propri dell’istituzione museale, l’artista ha concepito e condiviso le sue proposte – nei loro supporti su carta, mosaico, o nella loro entità memoriale di didascalie audio-video – come possibili connessioni, pensieri, ipotesi sul Museo e le sue collezioni, senza per questo svilupparle in opere vere e proprie, finite e autonome, ma affidandole alla ulteriore riflessione del Museo e dei suoi pubblici.

Esposito ha scelto di inaugurare la presentazione di questo lungo e articolato progetto di ricerca a ridosso del Carnevale, intuendo come questa festività condivida la stessa visione che l’ha portata a ipotizzare i suoi progetti, risultato di un sovvertimento delle regole che organizzano tradizionalmente i percorsi espositivi o i metodi di lavoro del museo così come il carnevale (dalla locuzione carne levare, togliere la carne, come periodo che precede all’inizio della quaresima pasquale, o da carrus navalis, il “carro navale” dei cortei quattrocenteschi, o da cornobal, la cosiddetta “danza dei cornuti”) richiama una sospensione della norma e delle gerarchie sociali convenzionali. Il carnevale (i cui antecedenti nell’area mediterranea sono da considerarsi le Anthesterie dionisiache greche e i Saturnalia/Lupercalia romani) è infatti l’insieme degli antichi riti tradizionali della fine della stagione invernale che, attraverso l’uso di mascheramenti, travestimenti e inversione dei ruoli (uomo/donna, essere umano/animale), permettevano per un periodo limitato dell’anno alle comunità l’adozione e condivisione di comportamenti collettivi liberatorii, reintegrando l’ordine usuale al termine del carnevale stesso: un precario ma vero e proprio “mondo alla rovescia”.

Inoltre, a partire dal titolo della mostra – in cui si evidenzia la coppia ossimorica giganti miniature, scritti entrambi minuscoli ma con il carattere tipografico più grande del resto del titolo –,  l’artista ci invita riflettere al contempo sulla monumentalità degli edifici che ospitano il MUCIV-Museo delle Civiltà, giganti architettonici realizzati per la mai inaugurata Esposizione Universale di Roma (EUR) del 1942, e sul fatto che essi siano divenuti custodi e interpreti di oggetti infinitesimamente piccoli, quasi miniature dall’inestimabile valore storico e culturale appartenenti a ogni epoca e provenienti da tutto il mondo. Esposito ci introduce così a un’esperienza del museo come costruttore di significati molteplici e trasformativi, come metamorfosi, e persino contraddizione, storica e intellettuale. Questo paradosso dimensionale ed epistemico diviene lo sfondo e l’ottica con i quali interpretare le sue 16 proposte, opere mai (o non ancora) divenute tali, che ruotano intorno alle potenzialità quanto alle controversie di un museo etnografico-antropologico contemporaneo, con una scala che oscilla tra il macroscopico e il microscopico, il visibile e l’invisibile, il noto e l’ignoto, il rivelato e il nascosto, l’affermato e l’omesso.