Annabella Rossi. Album di famiglia di un’antropologa
Intervengono
Francesco Faeta Professore, Sapienza Università di Roma, Università degli Studi di Messina
Francesca Romana Uccella, Funzionario, MUCIV
in dialogo con
Stefania Baldinotti, Responsabile del Laboratorio dell’Archivio di Antropologia Visiva, ICPI
Katia Ballacchino, Professoressa, DISPS-Università degli Studi di Salerno
Antonello Ricci, Professore, Sapienza Università di Roma
modera
Flavia Capone, Storica dell’arte e audio-descrittrice, Letture Metropolitane
Ingresso con Biglietto Amico 5 €
Evento parte del programma In Piazza: le voci, i volti, i racconti del MUCIV
Il volume Annabella Rossi. Album di famiglia di un’antropologa (Squilibri, 2025), di Francesco Faeta e Francesca Romana Uccella, raccoglie 144 fotografie che offrono una vivace rappresentazione dell’“educazione sentimentale” di una grande intellettuale del Novecento. Il libro ripercorre la sua vita: dalla famiglia ai primi viaggi, dagli studi alle amicizie, fino alle campagne di ricerca con protagonisti della cultura italiana come Ernesto de Martino, Diego Carpitella, Michele Gandin, Roberto Leydi, Ferdinando Scianna e Luigi Maria Lombardi Satriani.
Antropologa e documentarista, Annabella Rossi fu attiva fin dagli anni Sessanta del secolo scorso al Museo Nazionale di Arti e Tradizioni Popolari – poi confluito nel MUCIV-Museo delle Civiltà – e, dal 1970, anche all’Università di Salerno. Nel 1959 partecipò all’équipe salentina di Ernesto de Martino, da cui ereditò l’interesse per la cultura popolare e la religiosità. Fu tra le prime a utilizzare fotografia e video come strumenti di ricerca sul campo. Tra le sue opere principali: Le feste dei poveri (1969); Lettere da una tarantata (1970); Carnevale si chiamava Vincenzo (1977); il documentario Sud e magia e il postumo E il sole si fece giallo.
Collaborò con registi come Luigi Di Gianni e Michele Gandin, suo compagno di vita. Estranea al conformismo accademico, si distinse per autonomia e capacità propositiva, costruendo una vasta rete di relazioni intellettuali.
>La sua casa a Trastevere divenne punto d’incontro per studiosi, fotografi, cineasti e politici, tutti uniti dalla passione per l’emancipazione dei poveri, degli sfruttati e degli emarginati, tema rilevante anche nelle fotografie del volume.
Nel saggio, Francesco Faeta ricostruisce la personalità e la ricerca etnografica di Annabella Rossi, mentre Francesca Romana Uccella si concentra sul contesto familiare, arricchendo il ritratto con testimonianze di chi la conobbe.
Scritti e immagini delineano così la figura di una protagonista libera e coraggiosa, irriducibile ad ogni conformismo.
In copertina: Roma, 1954, Via Guattani, Annabella con un volume di disegni di incisioni rupestri (dida che compare nel libro). Autore sconosciuto
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