Le Collezioni Lito-Mineralogiche comprendono circa 55.000 reperti di rocce e minerali, acquisiti a partire dalla fine del XIX secolo per documentare la variabilità litologica e mineralogica italiana, nonché i suoi riflessi sullo sviluppo economico e infrastrutturale e sulle pratiche artistiche. I reperti sono ripartiti in diverse aree tipologiche, a loro volta ordinate secondo criteri sistematici, fra cui circa 46.000 reperti che provengono dalle attività di rilevamento geologico effettuate sul territorio italiano, dal 1873 agli anni Settanta del XX secolo, per la realizzazione della Carta Geologica, di cui costituiscono l’indispensabile base documentaria. Le collezioni regionali di materiali edilizi e decorativi documentano invece la varietà delle risorse lapidee all’epoca dell’istituzione del Regno d’Italia, mentre la raccolta di giacimenti minerari (698 campioni) comprende minerali di interesse industriale in cui sono inclusi anche campioni di carboni fossili, petroli, bitumi e asfalti.
Nell’ambito delle raccolte di materiali edilizi e decorativi rivestono una particolare importanza i marmi antichi delle Collezioni Pescetto e De Santis, su cui si concentra la presentazione nel Salone delle Scienze anche attraverso la progettazione di nuove litoteche a muro e su griglie metalliche. Le 2 collezioni sono costituite da litotipi – provenienti dalle cave presenti nell’Impero Romano, dal bacino del Mediterraneo e dall’Asia Minore – diffusamente utilizzati anche dagli antichi Egizi, Greci e Romani oltre che nei secoli successivi per decorare chiese e monumenti dell’Europa medioevale e moderna. La Collezione Pescetto, costituita intorno al 1870 da Federico Pescetto, Senatore del Regno d’Italia e Generale del Genio, fu esposta per la prima volta all’inaugurazione del Museo Agrario Geologico nel 1885 e fu acquisita per la cifra di 16.000 Lire. La collezione originata da Pio De Santis venne invece acquistata al Monte di Pietà di Roma nel 1878, per circa 3.000 Lire. Insieme, le 2 collezioni comprendono 1.358 campioni, ordinati in classi secondo l’uso dei marmorari della seconda metà del XIX secolo: Pietre dure e semipreziose; Porfidi e basalti; Graniti; Serpentine; Marmi stricto sensu; Lumachelle; Brecce; Alabastri. Le pietre dure o semipreziose, in particolare, sono litotipi di diversa origine petrografica, ma caratterizzati da rarità, preziosità e bellezza: minerali come la malachite, la fluorite, la lazurite e il biossido di silicio in tutte le sue forme, come l’agata, il diaspro e l’ametista, o rocce come la labradorite. Di origine ignea primaria o secondaria o di origine chimica, furono ampiamente utilizzate già nell’antichità a scopi decorativi nell’edilizia pubblica, religiosa, funeraria e nella statuaria, ma anche nella realizzazione di oggetti artistici, vasellame, gioielli e in alcuni casi come pigmento. A questa classe appartengono anche i campioni di legno pietrificato, alcuni dei quali provenienti dalla antica città di Ninive in Mesopotamia (attuale Iraq).