IL COLORE BIANCO
Considerato frequentemente un “non colore”, il bianco è percepito come tale dall’occhio umano in virtù della riflessione da parte di un oggetto di tutte le onde elettromagnetiche della luce (ovvero di tutti i colori dello spettro di cui essa è composta). In gran parte dell’Asia il bianco è il colore della morte e del lutto, associato all’Ovest (direzione del tramonto del sole), allo yin (principio umido e freddo), alla stagione autunnale, al metallo, e alla Tigre in contrapposizione al Drago azzurro dell’Est. In Cina è usanza per i parenti del defunto vestire di bianco (tela grezza non tinta). Anche in molte società africane il bianco è collegato al mondo dell’aldilà: di bianco sono dipinte ad esempio alcune sculture connesse agli spiriti e agli antenati.
Associato in molte culture alla purezza, in Corea in particolare il colore bianco è simbolo di naturalezza, semplicità, mancanza di artificio, armonia, qualità particolarmente apprezzate nel periodo Joseon (1392-1010), durante il quale ebbe ampia diffusione il neoconfucianesimo nella versione di Zhu Xi, filosofo cinese che aveva reinterpretato la dottrina di Confucio attingendo anche a concetti e pratiche di taoismo e buddhismo. Adattata alla realtà locale, la dottrina neo-confuciana divenne in Corea la “pratica nazionale” (kuksok): tutta la società fu permeata da un pensiero che poneva l’accento su tradizione, temperanza, rettitudine, concetti congeniali ai letterati che iniziarono a privilegiare il bianco per gli oggetti da scrivania (porta-pennelli, gocciolatoi per sciogliere l’inchiostro solido, appoggi per la pietra su cui scioglierlo), e anche a corte si preferiva la porcellana bianca per banchetti e rituali, in controtendenza con la coeva produzione cinese che tendeva sempre più a policromia e sovraccarico di motivi decorativi. In linea con il pensiero cinese, grande importanza era attribuita in Corea ai sacrifici agli antenati, per i quali si utilizzavano stoviglie in porcellana bianca: interi set composti da piatti, ciotole e bottiglie sono stati rinvenuti nelle sepolture dell’aristocrazia come corredo funerario (myeonggi), mentre giare bianche venivano usate come contenitori per conservare la placenta dei rampolli reali (taehangari). Il bianco divenne così significativo nella società coreana che agli inizi del XX secolo molti coreani indossavano abiti di questo colore, come attestato dalle foto d’epoca. MLG
THE WHITE COLOR
Frequently considered a “non-color,” the human eye perceives white by virtue of the reflection from an object of all the electromagnetic waves of light, meaning all the colors composing the spectrum. In much of Asia, white is the color of death and mourning, associated with the West (direction of the setting sun), yin (principle of damp and cold), the fall season, metal, and the Tiger as opposed to the blue Dragon of the East. In China it is customary for relatives of the deceased to dress in white (undyed raw cloth). Also in many African societies, white relates with the world of the afterlife: for example, some sculptures connected to spirits and ancestors are painted white.
Associated in many cultures with purity, in Korea white is a symbol of naturalness, simplicity, lack of artifice, and harmony. These qualities were particularly prized in the Joseon period (1392-1010), a time of great popularity of a neo-Confucianism in the version of Zhu Xi, the Chinese philosopher who reinterpreted the doctrine of Confucius also drawing on concepts and practices from Taoism and Buddhism. Adapted to local realities, neo-Confucian doctrine became the “national practice” (kuksok) in Korea: the whole society was permeated with a thought that emphasized tradition, temperance and righteousness, concepts congenial to the literati who began to favor white for desk objects (brush holders, water droppers for dissolving solid ink, supports for the stone tablet used in its preparation). Even at court, white porcelain was preferred for banquets and rituals, in contrast to contemporary Chinese production, which tended increasingly toward polychromy and heavy loading of decorative motifs. In line with Chinese thought, Korean tradition placed great importance on sacrifices to ancestors, for which white porcelain tableware was used: entire sets of plates, bowls and bottles have been found as funerary goods with aristocratic burials (myeonggi), while white jars were used as containers to store the placenta of royal scions (taehangari). White became so significant in Korean society that by the early 20th century many Koreans wore clothes of this color, as we can see in period photographs. MLG