Nel Vicino Oriente degli Achemenidi (VI secolo a.C.) e poi dei Sasanidi (224-640 ca.), la regalità – intesa come discesa del sovrano dal cielo – era di due tipi, divina o sacra, ambedue basate su dottrine religiose e ideologie politiche tese a legittimare e diffondere l’autorità del sovrano. La regalità divina incarnava il potere eroico: il re era individuato come l’artefice del mantenimento dell’ordine cosmico e il protettore della civiltà dal caos. Al contrario, la regalità sacra interpretava il re come un’emanazione terrena della divinità, che in Iran conferiva al sovrano la sua xwarrah (gloria divina o fortuna): il ruolo e l’operato del re erano legittimati in quanto diretto discendente dal fondatore della casata, il primo ad aver ricevuto la xwarrah. Il sovrano rivestiva quindi una duplice funzione, mitico/rituale e politica, come protettore delle creature viventi e della legge divina sulla Terra.
Il re riceveva l’investitura direttamente dal dio sotto forma di un diadema, simbolo della xwarrah, e a partire da quel momento diventava il suo rappresentante terreno, pur rimanendo subordinato alla divinità. La corona, insegna del potere, derivava la sua simbologia dalle diverse divinità della religione zoroastriana (basata sugli insegnamenti del profeta iranico Zarathustra, o Zoroastro, vissuto fra l’XI e il VII secolo a.C. o, più probabilmente, tra il XVIII e il XV secolo a.C.). In origine l’elemento che contraddistingueva la divinità era sufficiente a indicare quale dio l’avesse concessa, ed era differente per ogni sovrano, ma con il passare del tempo, venendo conferita da più di una divinità, questo emblema del potere divenne sempre più elaborato nella sua manifattura e simbologia. Negli argenti sasanidi compaiono, pur se raramente, scene di maestà sul trono nelle quali il sovrano è rappresentato da solo o circondato dalla corte. Tali manufatti, inviati in tutto l’impero, servivano a veicolare l’immagine regale divenendo mezzi di propaganda politica che influenzarono, dopo la fine della dinastia, la moda cortese dell’Iran islamico, di Bisanzio e dell’Asia centrale. PDA
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In the Near East of the Achaemenids (6th century BC) and then the Sasanians (ca. 224-640), kingship – understood as the descent of the ruler from heaven – was of two types, divine or sacred, both based on religious doctrines and political ideologies aimed at legitimizing and propagating the ruler’s authority. Divine kingship embodied heroic power: the king was identified as the architect maintaining cosmic order and the protector of civilization from chaos. In contrast, sacred kingship interpreted the king as an earthly emanation of divinity, which in Iran bestowed the ruler with xwarrah (divine glory or fortune): the king’s role, with his actions, was legitimized as a direct descendant of the founder of the lineage, the first to have received xwarrah. The ruler thus held a dual function, mythical/ritual and political, as protector of living creatures and divine law on Earth.
The king received investiture directly from the god in the form of a diadem, the symbol of xwarrah, and from that moment on became his earthly representative, while remaining subordinate to the deity. The crown, the insignia of power, derived its symbolism from the various deities of the Zoroastrian religion (based on the teachings of the Iranian prophet Zarathustra, or Zoroaster, who lived between the 11th and 7th centuries BC, or more probably, between the 18th and 15th centuries BC). Originally the distinguishing element was sufficient to indicate which god had bestowed the diadem, and it was different for each ruler, but as time went on, bestowed by more than one deity, this emblem of power became increasingly elaborate in fabrication and symbolism. In Sasanian silverwork there are rare appearances of the ruler seen in majesty on the throne, alone or surrounded by the court. Such artifacts, sent throughout the empire, served to convey the royal image as political propaganda, and even after the end of the dynasty they continued to influence the courtly fashion of Islamic Iran, Byzantium, and Central Asia. PDA