Nell’ambito della religione buddhista, il bodhisattva, in quanto “essere che possiede l’essenza dell’Illuminazione”, non presenta una connotazione di genere. Tuttavia, in ambito indiano-gandharico, il bodhisattva Avalokiteshvara (cin. Guanyin) viene sempre rappresentato con un aspetto maschile. In Cina invece – in considerazione del fatto che può manifestarsi sotto varie forme e per contaminazione con figure leggendarie autoctone di donne con forti connotazioni di pietà filiale, soprattutto in quanto personificazione di compassione (karuna) per tutti gli esseri senzienti, qualità questa percepita come essenzialmente femminile – a partire dall’epoca della dinastia Song (969-1279) in poi, il bodhisattva assume sempre più spesso caratteristiche femminee, fino ad essere considerato a tutti gli effetti nella religiosità popolare come una divinità femminile. Tuttavia, il bodhisattva è sempre raffigurato a piedi nudi e quasi sempre col torace esposto coperto solo di collane, caratteristiche inconcepibili per le rappresentazioni femminili, anche se di divinità; in Guanyin coesistono quindi elementi associabili a entrambi i generi, sia maschile che femminile.
Nella religiosità hindu, l’essere come totalità – oltre la dualità degli opposti e dei generi – è un concetto rappresentato dall’immagine dell’androgino, una divinità il cui corpo, al contempo maschile e femminile, appare diviso verticalmente in due metà: una con i caratteri del dio, l’altra con quelli della dea. All’integrazione in un unico essere di questi due aspetti alludono le raffigurazioni di Ardhanarisvara (“il Signore la cui metà è donna”), la cui parte destra ha le caratteristiche di Shiva e quella sinistra prende le fattezze muliebri di Parvati e di Lakshminarayana, nella cui immagine sono combinate la figura della dea Lakshmi e quella del dio Narayana, ovvero Vishnu. MLG
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In Buddhist religion, the bodhisattva, as the “being who possesses the essence of Enlightenment”, has no gender connotation. However, in the Indian-Gandharan context, the bodhisattva Avalokiteshvara (Chinese Guanyin) is always represented with a male aspect. In China, on the other hand, due to the fact that the bodhisattva can manifest in various forms, and due to contamination with native female legendary figures with strong connotations of filial piety – especially as the personification of compassion (karuna) for all sentient beings, a quality perceived as essentially feminine – the bodhisattva from the time of the Song Dynasty (969-1279) onward increasingly takes on feminine characteristics, until he/she is considered in popular religiosity to be virtually a female deity. However, the bodhisattva is always depicted barefoot and almost always with an exposed chest covered only with necklaces, features inconceivable for female representations, even of deities; thus, in Guanyin there coexist elements that can be associated with both genders, male and female.
As for Hindu religiosity, the being as a totality – beyond the duality of opposites and genders – is a concept represented by the image of the androgyne, a deity whose body, at once male and female, appears vertically divided into two halves: one with the features of the god, the other with those of the goddess. The integration of these two aspects into one being is alluded to in the depictions of Ardhanarisvara (“the Lord whose half is woman”), whose right side has the characteristics of Shiva, and the left side takes on the female traits of Parvati and of Lakshminarayana. The latter’s image combines the figure of the goddess Lakshmi with that of the god Narayana, or Vishnu. MLG