La civiltà indiana tradizionale, come altre culture antiche, sviluppò una diffusa attitudine al rispetto nei confronti di tutte le forme di vita e una visione ecologica secondo la quale l’essere umano esiste solo in relazione con la natura nella sua totalità, comprendendovi animali, vegetali, minerali e paesaggio. Anche nell’ambito delle arti figurative del subcontinente emerge un rapporto di continuità assoluta tra l’uomo e il mondo naturale. Nelle rappresentazioni della vita del Buddha sui rilievi del Gandhara (fenomeno che fiorì nei territori dell’antica India del Nord-Ovest tra il I e il III-IV secolo d.C.), gli alberi sono testimoni silenziosi di numerosi eventi della vita del Maestro, in particolar modo la Nascita, la Prima Meditazione, l’Illuminazione e, infine, il suo Parinirvana. L’importanza dell’elemento arboreo e di quello acquatico è testimoniata dalla presenza costante nelle aree sacre buddhiste, jaina e hindu di immagini di divinità femminili della vegetazione (yakshi) e divinità serpenti (nagaraja) protettrici delle acque.

Molteplici i fenomeni che descrivono il rapporto quasi simbiotico tra l’essere umano e gli animali. Ciascuna figura divina hindu è accompagnata da un animale che funge da cavalcatura (vahana) e che, esprimendone i caratteri, ne diviene il simbolo. Alcuni vahana hanno una loro individualità, come il toro Nandin, cavalcatura di Shiva, o Garuda, l’uomo-aquila, veicolo di Vishnu.

L’elemento animale è parte integrante anche della rappresentazione di divinità che manifestano tratti compositi: tra queste Ganesha, il dio dalla testa di elefante, protettore di ogni inizio, e alcuni avatara o “discese” nel mondo del dio Vishnu (tra questi Narasimha, l’uomo-leone) che rappresentano l’esito in seno all’induismo di culti locali e tribali. In tutte queste figure, il confine tra identità umana e animale trova una spiegazione nella dottrina del ciclo delle rinascite, comune all’induismo, al buddhismo e al jainismo, per cui le classi dei viventi, per effetto della legge del karma, sono considerate permeabili, temporanee e in continua trasformazione. LG

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Like other ancient cultures, Indian civilization developed a comprehensive attitude of respect for all forms of life and an ecological view that human beings exist only in relation to the totality of nature, encompassing animals, plants, minerals and landscape. Similarly, within the figurative arts of the subcontinent there emerged a relationship of absolute continuity between humans and the natural world. In the depictions of the Buddha’s life on the Gandharan reliefs (an artistic phenomenon flourishing in ancient Northwest India from the 1st to 3rd-4th centuries CE), trees are silent witnesses to numerous events in the Master’s life, especially the Birth, First Meditation, Enlightenment, and finally his Parinirvana. The importance of the arboreal and aquatic elements is evidenced by the constant presence in Buddhist, Jain and Hindu spheres of images of female deities of vegetation (yakshi), and of serpent deities (nagaraja) as protectors of the waters.

Many aspects indicate the almost symbiotic relationship between humans and animals. Each Hindu divine figure is accompanied by an animal that serves as its mount (vahana), and expressing their characters becomes its symbol. Some vahanas have their own individuality, such as the bull Nandin, Shiva’s mount, or Garuda, the man-eagle, Vishnu’s vehicle.

The animal element is also an integral part of the representation of deities who manifest composite traits: these include Ganesha, the elephant-headed god, protector of all beginnings, and some avatara or ‘descendts’ into the world of the god Vishnu (among them Narasimha, the lion-man) who represent the evolution of local and tribal cults within Hinduism itself. In all of these figures, the boundary between human and animal identity finds an explanation in the doctrine of the cycle of rebirths, common to Hinduism, Buddhism and Jainism, whereby the classes of the living, as a result of the law of karma, are considered permeable, temporary and constantly changing. LG