Tra le varie tradizioni mediche del continente asiatico, particolare interesse nel contesto occidentale hanno suscitato la medicina tibetana, cinese e indiana – quest’ultima, anche conosciuta come ayurveda, individua la salute di una persona nello stato di equilibrio delle tre sostanze vitali (dosha) presenti nell’apparato psicosomatico. Nonostante le differenze, queste medicine tradizionali considerano l’essere umano nella sua integrità corporea e mentale.

La concezione secondo la quale tutti i fenomeni sono interconnessi tra loro e in continua trasformazione è alla base della medicina tradizionale cinese (zhongyi): due energie – lo yin (freddo, umido) e lo yang (caldo, secco) – si alternano incessantemente secondo la regola che quando l’una è all’apice inizia gradualmente a decrescere per dar luogo all’altra. A questa teoria si affianca quella delle cinque fasi (wuxing) – fuoco, terra, metallo, acqua, legno – che si generano e “conquistano” a vicenda, teoria che trova corrispondenza in molti campi della cultura cinese: cosmico, politico, etico e medico. L’intento della medicina cinese è, ancor prima di curare, quello di preservare la salute e garantire una lunga vita. Uno stile di vita armonico anche dal punto di vista etico e sociale è incoraggiato dal confucianesimo, mentre il taoismo pone l’accento sul vivere in accordo con la natura. E proprio il pensiero dei maestri taoisti è alla base di pratiche come erboristeria, farmacopea, alchimia e di tecniche per “nutrire la vita” (yangsheng) che dovrebbero garantire longevità e che includono massaggi, ginnastica, metodi di respirazione e meditazione. Utilizzata fin dall’antichità, l’agopuntura si basa sul principio dell’armonico alternarsi di yin e yang all’interno del corpo: il loro squilibrio e l’insufficienza o sovrabbondanza dell’energia vitale (qi) sono tra le cause delle malattie. Scopo ultimo della pratica medica è, quindi, il ripristino dell’equilibrio delle energie vitali. MLG

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Among the various medical traditions of the Asian continent, Tibetan, Chinese, and Indian medicine – also known as ayurveda, according to which health consists of the balance of the three vital substances (dosha) in the psychosomatic system – have aroused particular interest within the Western context. Despite their differences, these traditional medicines consider human beings in their bodily and mental integrity.

Traditional Chinese medicine (zhongyi) begins from the notion that all phenomena are interconnected and in continuous transformation. Two energies – the yin (cold, wet) and the yang (hot, dry) – alternate incessantly in such a manner that the peak of one is followed by its own gradual decrease, giving rise to the other. This theory is complemented by that of the five phases (wuxing) – fire, earth, metal, water, wood – which generate and “conquer” each other, a theory that finds correspondence in many fields of Chinese culture: cosmological, political, ethical and medical. The aim of Chinese medicine, more even than curing, is to preserve health and ensure a long life. An ethically and socially harmonious lifestyle is also encouraged by Confucianism, while Taoism emphasizes living in accordance with nature. It is precisely the thinking of Taoist masters that underlies the related practices of herbalism, pharmacopoeia, alchemy and the techniques for “nourishing life” (yangsheng). The aim of these, including massage, gymnastics, breathing methods and meditation, is to ensure health and longevity. Used since ancient times, acupuncture is based on the principle of the harmonious alternation of yin and yang within the body: their imbalance and the insufficiency or overabundance of vital energy (qi) are among the causes of disease. The ultimate goal of medical practice is, therefore, to restore the balance of vital energies. MLG