Descrizione dei tessuti di recupero (probabilmente utilizzati per altre thangka):
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Il tessuto color giallo è una fodera in cotone forse di un dipinto verticale – i cui bordi esterni, rivolti verso l’interno con una piccola piega – sono cuciti a mano (il passo dell’ago è irregolare). Il limite interno del taglio mostra una sfrangiatura il cui filo di cotone è ritorto. La trama del tessuto con ordito e trama piuttosto fitta è stata realizzata con un telaio non dimensionato (ossia grande pezza di cotone poi tagliata).
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Il tessuto verde chiaro in seta da baco (bombyx mori) è un tessuto operato con disegni lucidi e opachi, realizzato da un telaio con trama e ordito a filo di seta non ritorto. Il tessuto mostra il limite estremo del telaio (lato corto di 35 cm) mediante le due cimose esterne (bordo di una pezza non tagliata) ben visibili sui due lati lunghi. La cimosa è il fine corsa della navetta del telaio. L’uso/riuso prolungato, che lo rende estremamente delicato, è dimostrato dai numerosi scolorimenti e macchie con fori visibili in basso e lateralmente. Dei quattro lati, tre risultano abbastanza regolari e/o cuciti, mentre l’ultimo in alto è sfrangiato, il che farebbe presupporre l’esistenza di un vincolo dal quale il tessuto è stato tolto.
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Le due strisce color pesca sicuramente fanno parte dei lati lunghi di una thangka, poi da essi staccati. Lo dimostra il fatto che i bordi lunghi sono inversi, ossia uno è ripiegato verso l’interno (lato rivolto al dipinto) mentre l’altro verso l’esterno (chiuso e cucito a mano) con un filo di cotone di un verde più intenso. Interessantissima è la sua trama. Il filo di trama è irregolare, cosa atipica per un filo da seta proveniente dal baco di gelso. Diventa sottile per poi ispessirsi – senza una coerenza tessile, tipica della trama di un telaio da filo di seta, proveniente dal baco di gelso. Il filo però non è mai ritorto, ed è fermato (ed intessuto) da fili verticali più radi e lucenti nell’ordito lungo. Si tratta di una seta di un animale non allevato, detta seta selvaggia, prodotta da un baco che, rotto dall’uscita della crisalide, fornisce un filo discontinuo o spezzato che viene accostato in tessitura ad altre fibre, senza essere ritorto. Questo tipo di seta viene prodotta in Cina, India, alcune parti della Thailandia, del Vietnam e in generale in molti altri paesi asiatici, e comprende alcune tipologie (chiamate peace silk o ahimsa) utilizzate nel passato dal Mahatma Gandhi, che amava tessere i propri abiti con un piccolo telaio. La seta ahimsa viene infatti indicata come la seta “non violenta”. AM
Description of recovery fabric (probably used for other thangkas):
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The yellow fabric is a cotton lining used perhaps for a vertical painting—the outer edges of which, turned inwards with a small crease—are sewn by hand (the needle pitch is irregular). The inner edge of the cut shows a fray whose cotton thread is twisted. The weft of the fabric with a rather dense warp and weft was made on an unsized loom (i.e. large piece of cotton then cut).
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The light green silkworm fabric (bombyx mori) is a woven fabric with shiny and opaque patterns, woven on a loom with untwisted silk warp and weft. The fabric shows the extreme limit of the loom (35 cm short side) by means of the two outer selvedges (edge of an uncut piece) clearly visible on the two long sides. The selvedge is the shuttle end of the loom. Its prolonged use/reuse, which makes it extremely delicate, is demonstrated by the numerous discolorations and stains with holes visible at the bottom and sides. Of the four sides, three are fairly regular and/or stitched, while the one at the top is frayed, which would suggest the existence of a binding from which the fabric has been removed.
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The two peach-colored strips were certainly part of the long sides of a thangka, then detached from them. This is clear from the fact that the long edges are reversed, i.e. one is folded inwards (side facing the painting), the other is folded outwards (closed and hand-stitched) with a cotton thread of a deeper green. The weft is very interesting. The weft thread is irregular, which is unusual for silk thread from the mulberry worm. It becomes thin and then thickens without any textile coherence typical of the weft of a loom for silk thread from the mulberry worm. The thread is never twisted, however, and is stopped (and woven) by vertical threads that are sparser and shinier in the long warp. This is a silk from a non-bred animal known as wild silk produced by a silkworm which, broken by the exit of the chrysalis, provides a discontinuous or broken thread that is joined in weaving with other fibers without being twisted. This type of silk is produced in China, India, parts of Thailand, Vietnam, and many other Asian countries in general, and includes some types (called peace or ahimsa silk) used in the past by Mahatma Gandhi, who liked to weave his own clothes with a small loom. Ahimsa silk is, in fact, known as ‘non-violent’ silk.