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EUR_ Asia

BENVENUTE E BENVENUTI (NON SIETE PIÙ NÉ IN ORIENTE NÉ IN OCCIDENTE)

Comprendendo manufatti, documenti, ricerche scientifiche e nuo­ve produzioni, questo nuovo allestimento temporaneo al primo piano del Palazzo delle Scienze, intitolato EUR_Asia, anticipa la musealiz­zazione permanente di tutte le Collezioni di Arti e Culture Asiatiche

del Museo delle Civiltà che entro il 2026 riunirà, al piano terra dell’e­dificio – in un allestimento unitario e integrale – sia le collezioni arche­ologiche e artistiche del MNAO-Museo Nazionale d’Arte Orientale, fondato nel 1957 su volontà dello storico delle religioni Giuseppe Tuc­ci, sia quelle etnografiche di provenienza asiatica del Museo Nazio­nale Preistorico Etnografico, fondato nel 1875 dall’archeologo Luigi Pigorini.

L’allestimento temporaneo di EUR_Asia (espressione coniata dal geografo Karl Gustav Reuschle nel 1858 e introdotta in ambito storico-culturale italiano da Tucci) è suddiviso in cinque sezioni, che costituiscono i capitoli fra loro connessi di una riflessione museografica che è, al contempo, storica – ripercorrendo la storia di musei non più esistenti così come l’eredità dell’IsMEO-Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente, co-fondato da Tucci nel 1933 – e metodologica – in quanto testa i criteri del futuro riallestimento di queste stesse collezioni. Per rispondere alle implicazioni e condividere le potenzialità di questo duplice scenario, che dal passato conduce al futuro, il progetto è realizzato in collaborazione con il MAO-Museo d’Arte Orientale di Torino e in dialogo con una molteplicità di autrici e autori che attiveranno periodicamente l’allestimento.

1.
Agendo come un portale di accesso e un incipit narrativo, la prima sezione, Cronache e spettri del restauro: la ricerca scientifica per una museologia critica, avvia il percorso già nell’ingresso del Palazzo delle Scienze. La presentazione si­multanea di alcune opere e delle loro analisi diagnostiche – realizzate dal Centro di Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” e Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia del Politecnico di Torino (DISAT-PoliTO) in occasione della mostra Buddha10 al MAO – evidenzia la fondamentale connessione fra ricerca storico-artistica e ricerca scientifica, così come fra ri­cerca e restauro. All’interno di questa sezione, che prosegue sullo scalone monumentale, si può esperire anche l’installazio­ne sonora della musicista e compositrice Valentina Ciardelli con la collaborazione di Anna Astesano e Chiu Yung Chan: un trio per arpa, contrabbasso e guqin, antico strumento della tradizione cinese che funge da invito a introdursi nello spa­zio-tempo riflessivo della mostra.

2.
Al primo piano, intorno allo scalone monumentale, l’allestimento nei sottoportici si ispira alla struttura delle grotte buddhiste: evocando la progressione luminosa lungo le navate laterali del chaityagrha 26, santuario scavato nelle viscere della roccia a Ajanta (Maharashtra, India), il percorso è scandito da vetrine-nicchie che accolgono una selezione di circa cento opere delle collezioni dell’ex MNAO, articolate in 16 narrazioni trasversali al pensiero, alla storia, alle arti e culture asiatiche. Di ciascuna opera, proveniente da aree e epoche diverse, è analizzata la relazione fra materialità e funzionalità – sia essa pratica e quotidiana o rituale e simbolica – superando così il concetto di riferimento o limite geografico per approfondire, piuttosto, l’universalità dei soggetti – come le visioni della morte e dell’immortalità, la cura del corpo e dello spirito, il ruolo delle tecniche contemplative, le sfumature dei generi, le cosmologie e cosmogonie – o la porosità delle tematiche storico-artistiche – come l’immaginario dei bestiari, la calligrafia, il significato dei colori. Attraverseremo tutta l’Asia delineando una sua esperienza permeabile agli influssi fra civiltà, religioni, sistemi sociali, fino a spingerci oltre di essa per evocare gli ipotetici contorni di quelle che potremmo de- finire “Eurasia” (l’unione fra Europa e Asia), “Afrasia” (Africa e Asia) e “Oceanasia” (Oceania e Asia). Del resto, al Museo delle Civiltà l’Asia inizia già nel quartiere dell’EUR (dal nome della mai inaugurata Esposizione Universale di Roma del 1942), diventando appunto… EUR_Asia. Pur rimanendo esposti nelle vetrine museali, gli oggetti si confrontano inoltre anche con la storia stessa dell’istituzione museale. Oltrepassando non solo i confini ma anche i millenni, si configura così un percorso aperto e libero nello spazio e nel tempo che permette di riflettere anche sul concetto di “museo d’arte orientale” e, quindi, sul concetto stesso di “Oriente”, consolidatosi in Europa durante il XIX secolo mentre l’Europa si identificava, all’opposto, come “Occidente”. Al di là di questa opposizione storica, e delle narrazioni anche esotizzanti che ne sono derivate, l’allestimento rintraccia invece le connessioni tra manufatti, coordinate spaziali, epoche temporali, saperi e credenze, tradizioni culturali, materie naturali, tecniche artigianali, configurandosi quindi come la mappa – fatta di incontri e confronti, scambi e negoziazioni – delle storie, plurime e composite, di queste collezioni.

3.
Al centro del percorso espositivo si erge una struttura che, evocando una costruzione sacra asiatica (stupa o tempio) rimanda all’idea di montagna cosmica o Albero del Mondo: sulla sommità di un pilastro al suo centro compare l’immagine di un Buddha nel gesto della rassicurazione (abhayamudra), sormontato da un ombrellino ideato da Andrea Anastasio e con lo sguardo rivolto a coloro che si apprestano alla visita, mentre tutto intorno è presentato l’intervento dell’artista Gala Porras-Kim, Research Fellow del Museo delle Civiltà e Artist in Residence presso il MAO. Indagando l’interdipendenza fra contesto di provenienza, significato, funzione d’uso originari e la loro de- e ricontestualizzazione, interpretazione e conservazione museali, l’installazione di Porras-Kim ci restituisce il rapporto intimo che si instaura tra le collezioni e chi (archeo- logo, storico dell’arte o conservatore) se ne prende cura.

4.
L’ultima sezione, ai lati della vetrata di Giulio Rosso posta in asse con lo scalone monumentale, è dedicata al Grande Pro- getto Beni Culturali e al riallestimento permanente delle Collezioni di Arti e Culture Asiatiche, di cui sono condivisi con il pubblico in anteprima alcuni elaborati architettonici insieme ad alcuni manufatti delle collezioni asiatiche del Museo Nazionale Preistorico Etnografico, non più esposte da decenni e che costituiranno uno dei fulcri del futuro riallestimento.

5.
Inquadrando infine il QR-code a seguire sarà possibile accedere a una brochure digitale che fornisce un apparato di testi e immagini di approfondimento. Concepito non con lo scopo di accompagnare il visitatore nel percorso, ma di per- mettergli di approfondirlo (anche prima o dopo la sua visita), quello a cui accederete è quindi un supporto per la riflessione personale: «È possibile non limitare ai suoi confini geografici – per altro mobili e porosi – la nostra conoscenza di una cultura?», «È possibile immaginare, nel cosiddetto “Occidente”, progetti e identità̀ istituzionali dedicati alle “culture del mondo” che non siano più̀ eurocentrici?», «È possibile elaborare il profilo di un museo in cui quelle culture, condividendone an- che la storia delle provenienze e delle loro interpretazioni, sia- no in effetti condivise?»… È possibile, allora, pensare di essere in Asia anche restando all’EUR? La risposta è affidata a voi…

SUPERVISIONE GENERALE
Andrea Viliani

RICERCA SCIENTIFICA E CURATELA SEZIONE COLLEZIONI DI ARTI E CULTURE ASIATICHE DEL MUSEO DELLE CIVILTÀ
Paola D’Amore, Maria Luisa Giorgi, Laura Giuliano, Michael Jung, Gabriella Manna, Loretta Paderni, Paola Piacentini, Massimiliano Alessandro Polichetti

CURATELA SEZIONE
CRONACHE E SPETTRI DEL RESTAURO: LA RICERCA SCIENTIFICA PER UNA MUSEOLOGIA CRITICA
Davide Quadrio, Anna Musini con Francesca Filisetti (MAO)

CURATELA MOSTRA GALA PORRAS-KIM
Davide Quadrio, Anna Musini con Francesca Filisetti (MAO); Matteo Lucchetti, Andrea Viliani (MuCiv)

CURATELA BROCHURE DIGITALE
Davide Quadrio, Anna Musini con Francesca Filisetti (MAO); Andrea Viliani (MuCiv)

RUP
Laura Giuliano

CONSERVAZIONE E RESTAURO
Giulia Cervi, Serena Francone, Alessandra Montedoro

RICERCHE D’ARCHIVIO E COLLABORAZIONE SCIENTIFICA
Antonia Sciancalepore, Pierfrancesco Fedi

PROGETTO DI ALLESTIMENTO E DIREZIONE LAVORI
Dolores Lettieri

COORDINAMENTO EDITORIALE
Vittoria Pavesi con Caterina Venafro

PROGETTO GRAFICO
Andrea Pizzalis

PROGETTO ILLUMINOTECNICO
Carolina De Camillis, Riccardo Fibbi

COORDINAMENTO SICUREZZA
Ugo Perotti

 

EUR_Asia – Didascalie parlanti

 

Giara
Per le forme lineari e il colore puro, la porcellana bianca (baekja) priva di decorazione era particolarmente apprezzata dalla corte e dall’élite dei nobili coreani. Prodotta dalle fornaci statali (punwon) vicino alla capitale Seoul, all’inizio l’uso di questa porcellana era limitato alla sola casa reale, ma nel XVI secolo si diffuse in tutto il Paese, fino ad essere anche richiesta come tributo dagli imperatori cinesi. Le varie tipologie comprendevano vasi e coppe rituali per le offerte e piccoli oggetti per la scrivania dei letterati. In particolare, per quanto riguarda le giare – dette moon jar per la somiglianza con la luna piena – sia le irregolarità della forma tondeggiante (dovute al fatto di essere realizzate in due metà unite insieme) che le eventuali disomogeneità del colore sono considerate elementi che aggiungono interesse estetico al manufatto. Le moon jar sono tutt’oggi fonte di ispirazione per molti artisti coreani contemporanei. MLG

Trittico da preghiera
La ricca decorazione del trittico, espressione della religiosità popolare, comprende eleganti scritture che si dispiegano su un fondo ad arabeschi e motivi decorativi con valenza simbolica. Ad esempio il medaglione centrale, in cui è riportata la descrizione fisica di Maometto, richiama il Sole; i vasi e i motivi vegetali in cui sono elencate le doti morali del Profeta, dei primi quattro califfi e di Hasan e Husain i figli di Ali, rimandano all’Albero della Vita; i cipressi che riportano i “nomi” di Allah e di Maometto simboleggiano la figura alta e snella della persona amata.
Nella parte superiore, all’interno di una cornice in legno dal profilo lobato, compaiono le vedute dall’alto delle città sante: Mecca e Medina. GM

Coppa con terminazione a testa taurina
L’esemplare è parzialmente riferibile alla classe di manufatti a forma vagamente semi-cilindrica diffusa nel periodo preachemenide e documentata con numerose varianti in Anatolia, Mesopotamia e Iran nel I millennio a.C. Coppe in metallo pregiato con terminazione zoomorfa documentano una classe di manufatti impiegata nelle cerimonie e nei banchetti regali. Il modello, con accentuata svasatura a calice che termina con una testa animale, risale alla seconda metà del Il millennio ed è ancora documentato nel I millennio a.C. nel repertorio assiro-iranico preachemenide in Siria settentrionale, Mesopotamia e Iran nordoccidentale (Hasanlu, Bastam). In Iran gli esemplari più antichi, realizzati in bronzo e decorati a incrostazione, sono stati rinvenuti ad Hasanlu e datano al IX secolo a.C. I modelli iranici documentano contatti stilistici con quelli assiri da Assur e Nimrud. La valenza rituale di questo tipo di manufatto è confermata anche dai testi, come dal cerimoniale di corte assiro. Nella decorazione parietale del palazzo di Sargon II a Khorsabad dell’VIII secolo a.C. è rappresentato il modello più raro a protome di leone, sia nella versione ansata, a situla, sia in quella di bicchiere in mano a personaggi seduti a banchetto, ed infine come tributo dei popoli sottomessi. PP

Vaso biansato con versatoi alla base e decorazione a motivi geometrici
La caratteristica classe di manufatti ad anse zoomorfe, nella quale l’inserimento dalla bocca del recipiente e la fuoriuscita del liquido dai due versatoi posti alla base sono strutturalmente distinti, si diffonde a partire dal periodo achemenide, dalla Siria alla Russia meridionale, all’Afghanistan. Le anse rappresentano capridi o equidi generalmente con le zampe anteriori piegate sul collo del vaso, mentre qui gli animali vi poggiano il muso, come si osserva su esemplari cronologicamente più tardi dell’Azerbaijan. La tipologia dipinta risulta ampiamente documentata, fino al II secolo a.C. nello stile cosiddetto Ardabil (Iran nordoccidentale) caratterizzato da una decorazione geometrica. La fortuna del modello, con versatoio alla base, ancora definisce pregiati vasi in argento in età sasanide. PP

Rhyton (contenitore per liquidi) a protome di equide
Rhyton con lungo corpo conico a orlo svasato, che termina con una protome di equide. Sul petto, tra le zampe avanzate, si apre un piccolo foro a margine rilevato per la fuoriuscita del liquido. Il manufatto appartiene alla classe dei recipienti per liquidi a forma di corno la cui punta riproduce la protome, la testa o la parte anteriore del corpo di un animale, documentati nell’arte iranica dal IX secolo a.C. L’oggetto era concepito per la raccolta dall’apertura ricavata alla sommità, e per la fuoriuscita del liquido dalla porzione animale, orientandolo in direzione della bocca. La terminazione a protome zoomorfa con versatoio sul petto, nota durante il periodo achemenide, appare più diffusa nelle satrapie occidentali dall’impero. Piuttosto diffuso in epoca partica è il modello con versatoio reso da un semplice foro, talvolta ricavato nelle zampe stesse dell’animale, o sviluppato in un vero e proprio beccuccio che si protende dal petto, come si osserva negli esemplari in metallo. La tipologia del manufatto attesta la continuità, nonché la vitalità, della tradizione artistica iranica, ulteriormente esemplificata anche dagli esemplari in avorio istoriati da Nisa Vecchia in Turkmenistan. PP

Vaso con figure femminili
Sullo sfondo di pannelli dorati, quattro figure femminili sono rappresentate con il capo nimbato, busto frontale e gambe di profilo. Il senso di moto è suggerito solo dalla flessione della gamba e del piede destro. Indossando una tunica trasparente e un velo, queste figure recano volatili, elementi vegetali e floreali, recipienti e strumenti a percussione. Gli argenti sasanidi documentano una delle classi di manufatti peculiari dell’ultimo grande impero dell’Iran. Il repertorio decorativo, al pari delle brocche piriformi, annovera soggetti a carattere antropo-zoomorfo e mitico-simbolico. Grande fortuna ha conosciuto la rappresentazione delle cosiddette danzatrici, spesso con attributi e variamente intente, inquadrate in un porticato più o meno definito nella formulazione strutturale e decorativa. Queste figure, rappresentate anche in scene di maestà regale, sono state poste in relazione alla sfera cultuale di Anahita, dea iranica delle acque, simbolo di fertilità della natura, espressione di prosperità e abbondanza. Queste pregiate suppellettili erano verosimilmente destinate anche al bazm, il banchetto regale. PP

Testa di cinghiale in rondella perlata
La rappresentazione in tondo o a medaglione di più antica ascendenza vicino e mediorientale, nell’arte sasanide si arricchisce con l’aggiunta di una cornice a perle. La valenza ideologica e simbolica del cinghiale nella cultura sasanide è espressa nella religione zoroastriana, che dedica un inno di preghiera (Yasht) al dio Verethragna, ipostasi della vittoria, identificando nel cinghiale come nell’ariete una delle 10 forme in cui la divinità si manifesta. Associata alla regalità, l’immagine decorava anche le corone di re e regine, nonché sigilli regali e monete. La protome in tondo perlato ricorre anche su piatti in argento, stucchi architettonici e terrecotte, ma la sua fortuna è legata in particolare all’arte tessile testimoniata dalle sculture rupestri con scene di caccia a Taq-e Bostan (lran occidentale). La dimensione internazionale dell’arte sasanide favorì la diffusione del motivo sia in Oriente (Asia Centrale e Cina) sia in Occidente (Bisanzio). PP

Suonatore e danzatore entro portale (torana)
Due figure maschili, vestite con una stoffa drappeggiata intorno ai fianchi (paridhana), scialle (uttariya) e turbante, sono raffigurate danzare e suonare sotto a un portale di derivazione indiana (torana). La figura di sinistra è intenta a suonare un’arpa arcuata, pizzicando le corde con la mano sinistra e con il plettro nella mano destra al petto, accennando al contempo un passo di danza; il danzatore a destra ha lo scialle annodato in vita ed è rappresentato in una posa dinamica, con il piede sinistro dinanzi al destro che sostiene il peso del corpo, il braccio sinistro sollevato sopra la testa e il destro portato dinanzi al ventre. Il portale sotto cui sono raffigurati i due personaggi delimitava l’accesso all’area sacra buddhista dove, oltre ai vari atti di adorazione, si svolgevano anche danze accompagnate da musiche, probabilmente parte integrante del cerimoniale religioso. LG

Coppia di divinità danzanti
Allacciata in un dinamico passo di danza che prelude alla ierogamia, ma già interrelata alla sua compagna nel significato, la componente maschile della coppia reca nella mano sinistra il doppio tamburello a clessidra (damaru) il cui suono urge gli esseri alla salvezza, mentre la dea porge nella mano destra la raffigurazione di un’essenza botanica che potrebbe alludere tanto al bocciolo di loto – promessa d’una compiuta e trascendente purezza – che al gelsomino, il cui aroma fa presentire alla coscienza ordinaria le sottili fragranze prodotte nel proprio corpo dagli adepti dello yoga tantrico.
Eccellente sintesi dell’ambito culturale di cui è espressione artistica, quest’opera era stata scelta quale immagine esemplare dell’ex Museo Nazionale d’Arte Orientale “Giuseppe Tucci”, ricorrente anche sullo stendardo che accoglieva i visitatori all’ingresso di Palazzo Brancaccio.
Alla concezione di universo sessuato da essa promanante, si affianca la pari dignità dei due generi impegnati nella danza cosmica: la parte femminile dell’universale divino è infatti qui rappresentata in pari dimensione, dunque importanza, di quella maschile; le due componenti presentano inoltre, ad ulteriore sottolineatura della loro parità, caratteri sessuali poco differenziati, così come sono rappresentate indossare identici abbigliamento e ornamenti. MAP

Guanyin (Avalokiteshvara, il bodhisattva della compassione)
La figura di Avalokiteshvara diventa popolare in Cina a seguito della traduzione, nel III secolo, del Sutra del Loto (cin. Miaofa Lianhuajing), uno dei maggiori testi indiani del buddhismo Mahayana, che enumera ben 33 forme diverse che il bodhisattva può assumere per andare in aiuto ai fedeli che lo invocano.
Le prime rappresentazioni cinesi ricalcano da vicino l’iconografia gandharica giunta attraverso la Via della Seta con la diffusione verso Est del buddhismo, iconografia che vede il bodhisattva ritratto come un giovane principe ingioiellato e abbigliato all’indiana. In seguito, soprattutto durante le dinastie Ming e Qing (secc. XIV-XX) Avalokiteshvara – in cinese Guanyin o Guanshiyin, “Colui/colei che vede/ascolta le voci del mondo” – viene sempre più spesso rappresentato in forma femminile, coperto di vesti bianche, con un drappo sul capo e un bambino in braccio, e sotto questa forma veniva invocato dalle donne cinesi anche per avere figli. Il suo culto è tuttora molto sentito in tutta l’Asia buddhista. MLG

Ardhanarishvara, il Signore la cui metà è donna (Shiva androgino)
Questo dipinto di ambito Mithila, regione situata nello stato indiano del Bihar al confine con il Nepal, raffigura una versione contemporanea di Ardhanarishvara (il Signore la cui metà è donna). Questa immagine dell’androgino include in un unico corpo le fattezze del dio Shiva e della sua sposa Parvati, a significare che la divinità, nel suo aspetto assoluto, integra gli elementi maschile e femminile rappresentati dalla coppia.
Le moderne pitture Mithila, che si distinguono per la vivacità del linguaggio e la creatività dei decori, rinnovano l’antica tradizione delle donne della regione che erano solite decorare con immagini di divinità e simboli di buon augurio le pareti delle loro case, in occasione di celebrazioni religiose o di riti di passaggio. Alla fine degli anni Sessanta, supportate da un progetto governativo che mirava a procurare loro un reddito, esse iniziarono a trasferire sul supporto cartaceo quanto precedentemente usavano dipingere sulle pareti delle loro case. LG

Shiva e Uma (Umamaheshvaramurti)
L’immagine raffigura Shiva e la sua sposa – Uma o Parvati – seduti uno accanto all’altra in un atteggiamento di corrispondenza emotiva. Il dio a quattro braccia, assiso nella posa regale (lalitasana), tiene in braccio Uma, stringendola a sé; ha nella mano sinistra superiore il tridente (trishula), la sua arma caratteristica; con la mano destra inferiore posta dinanzi al petto compie il “gesto della conoscenza” (jnanamudra), che evidenzia il suo aspetto di Dakshinamurti, il Maestro universale (jagat guru), colui che impartisce la conoscenza interiore e i segreti dello yoga. Evocata la dimensione coniugale, non viene tuttavia negata la natura ascetica di Shiva, che è lo yogin per eccellenza – evidenziata dall’acconciatura del rinunciante e dalla fascia di tessuto impiegata per mantenere la postura delle gambe in meditazione (yogapatta). L’immagine riproduce in un rapporto ambivalente quella tensione tra l’eros e la rinuncia a esso, tra la passione e il suo superamento che caratterizza il mito di questa divinità. LG

Il buddha Shri Heruka Sahaja Chakrasamvara in ierogamia con la consorte Vajravarahi
Shri Heruka Sahaja Chakrasamvara (“il glorioso terrifico che assiste spontaneamente al processo esperienziale di espansione dei centri psichici”) è personificazione e sintesi di una estesa letteratura liturgico-esoterica; nell’ipostasi raffigurata più di frequente, nel cui teonimo il lemma paramasukha (beatitudine suprema) sostituisce sahaja (coemergenza spontanea), la componente maschile della divinità presenta quattro volti e 12 braccia, mentre qui è colta con un solo volto e due braccia, nella postura detta alidhasana (ginocchio sinistro piegato verso l’esterno e gamba destra distesa) mentre calpesta due succubi. La figura è stante su una doppia corolla di fiore di loto, in unione sacrale con Vajravarahi, che abbraccia Heruka avvincendolo anche con la gamba destra. Nonostante risulti essere stata sottoposta, in epoca recente, a una eccessiva pulitura, si tratta di un buon esemplare della metallistica himalayana per la qualità dell’esecuzione artistica.
Esposto per la prima volta in occasione della mostra La Tigre e il Fiore di Loto (ex MNPE, 29.03––10.06.2001), collocato in seguito nell’esposizione permanente dei settori Tibet e Nepal dell’ex MNAO; opera esemplare scelta per il tema L’Eros proposto dall’allora MiBACT nel novembre 2016. MAP

Rituale di offerta ad uno stupa
Sul rilievo sono raffigurati dei monaci e dei laici mentre compiono una cerimonia di offerta intorno a uno stupa, il monumento buddhista per eccellenza destinato ad accogliere le reliquie (sharira) dell’Illuminato. Questo è concepito come una struttura architettonica piena — una sorta di tumulo — al cui interno si trova un piccolo spazio non raggiungibile, contenente il reliquiario con le ceneri del Buddha, di monaci particolarmente venerati, oggetti rituali, manoscritti etc.
Oltre ad essere connesso a valori funerari, lo stupa, come altri monumenti religiosi, è portatore di una complessa simbologia: è immagine dell’universo, allude alla nascita del cosmo e si identifica al tempo stesso con il corpo del Buddha e con la sua dottrina. Sul basamento (medhi) circolare o quadrangolare, che allude alla terra, si innalza una struttura emisferica o cupola chiamata anda (uovo), simbolo della volta celeste o dell’uovo primordiale da cui emerge il cosmo. Il pilastro (yupa o yashti), che attraversa il monumento fuoriuscendo dalla cupola stessa, è immagine dell’asse cosmico che separa e allo stesso tempo unisce il cielo e la terra, e per estensione è emblema dell’albero sotto il quale il Buddha ottenne l’Illuminazione. Lo stupa è decorato sulla sommità da un numero variabile di parasoli (chattra) in forma di dischi, simbolo della sovranità spirituale del Buddha e dei vari mondi celesti. LG

Mandala del vajradhatu
Nella tradizione vajrayana del buddhismo mahayana il “risveglio” (bodhi) nonché il cammino verso di esso possono essere descritti tramite la formalizzazione geometrica di un impianto architettonico. Il mandala viene proposto quale rappresentazione ideale in forma grafica dei rapporti esistenti tra l’universo e la mente dell’uomo. In questa accezione vengono così efficacemente riassunte le principali concezioni cosmologiche e psicologiche buddhistiche che Giuseppe Tucci, grande figura di orientalista e padre della tibetologia moderna, ebbe a darne la definizione, divenuta oramai classica, di “psicocosmogramma”.
La forma del mandala potrebbe essere ricondotta allo schema del palazzo di un “monarca universale” (chakravartin), concetto riconducibile a sua volta alla formalizzazione dell’ideale urbano iranico. La reggia del monarca indiano, come quella del monarca babilonese, si richiama al modello delle piramidi a gradoni sormontate da un tempio. Il “monarca universale” vi deve risiedere in quanto, come re degli dei, egli deve vivere sulla sommità della montagna cosmica, simboleggiante l’integrazione dell’ordine politico con quello religioso, l’unione indissolubile del cielo e della terra. Un mandala può infine essere rappresentato con una pittura, una scultura, per mezzo di pietre preziose, fiori, riso, pietre o sabbie colorate; può finalmente essere ricreato all’interno della propria mente per trasformarne attivamente i processi. MAP

Mappa dell’universo nella forma dell’Uomo Cosmico (Lokapurusha)
L’analogia tra il corpo umano e l’universo ha nell’immagine jaina dell’Uomo Cosmico (Lokapurusha) una delle più vivide rappresentazioni. Nel suo corpo sono localizzate le diverse aree dello spazio: nella parte inferiore sono raffigurati gli inferi; all’altezza del ventre è situato il “mondo degli uomini” (Manushyaloka) — al cui centro vi è il monte Meru, la montagna cosmica — l’unico luogo dove sia possibile ottenere la liberazione dal samsara. Sul petto e sul volto sono rappresentati i vari mondi celesti dove vivono gli dei, i quali, pur trovandosi in una condizione di beatitudine per il karma positivo accumulato nelle vite precedenti, non sono esenti dalla trasmigrazione, e per conseguire la liberazione devono ottenere una nascita sulla terra. Gli esseri nel corso delle loro esistenze percorrono le varie regioni del cosmo, e sulla base delle loro azioni si manifestano in uno dei quattro possibili modi di vita: umana, divina, animale e infernale. Una volta ottenuta la liberazione essi giungono alla dimora dei siddha, gli esseri perfetti che sono usciti dal ciclo delle rinascite, la cui sede si colloca nel diadema dell’Uomo Cosmico. LG

Mattonella figurata con coppie, asceti ed oche
La mattonella, parte di una serie di simili esemplari conservati in altri musei, decorava l’alzata di un sedile posto nel cortile di un tempio absidale nel monastero buddhista di Harwan, in Kashmir. In basso una fila di oche, due delle quali con le ali spiegate, probabilmente simboleggia l’anima liberata.
Nella sezione centrale sono raffigurate immagini di asceti nudi ed emaciati, con i capelli sciolti e in posizione rannicchiata. Queste contrastano fortemente con le teste di laici ingioiellati e dialoganti rappresentati nella parte superiore. Le figure degli asceti sono state talvolta identificate come ajivika: un gruppo di rinuncianti poco conosciuto, il cui fondatore Makhali Gosala fu contemporaneo del Buddha e di Mahavira. Di costoro abbiamo poche notizie da fonti secondarie, alcune delle quali ci informano che essi, come una parte dei jaina, praticavano la nudità. In realtà l’identificazione di queste figure non è ancora definitiva e il loro significato resta ancora profondamente oscuro. Esse in ogni caso testimoniano l’interesse nelle regioni dell’India settentrionale e nord-occidentale per un ideale ascetico che privilegiava pratiche estreme. LG

Coppia di Jina stanti in kayotsarga (la posizione dell’“abbandono del corpo”)
Le due porzioni di rilievo recano le immagini di due personaggi della religione jaina (Jina o Vittoriosi) nudi e rigidamente stanti nella cosiddetta postura dell’ “abbandono del corpo” (kayotsarga), che indica un profondo stato di assorbimento ed è tipica della pratica ascetica. Il jainismo, che fra tutte le religioni originarie del subcontinente indiano maggiormente esaltò il tema della non-violenza (ahimsa) verso tutti gli esseri senzienti, vide la sua origine, come il buddhismo, nell’India nord-orientale del V secolo a.C. Il suo fondatore è ritenuto essere Mahavira (il Grande Eroe), secondo la fede jaina preceduto da altri 23 Jina o Tirthankara (I Facitori del Guado), che prima di lui durante questo ciclo cosmico avevano raggiunto la liberazione dal ciclo eterno di nascite e morti (samsara) e si erano svincolati dalla legge del karma. Le due figure, rispettivamente Sumatinatha e Neminatha (quinto e ventiduesimo Tirthankara), mostrano una protuberanza cranica (ushnisha) coperta dalla capigliatura a riccioli, ed hanno i lobi delle orecchie molto allungati. Al centro del petto recano il simbolo di buon auspicio dello shrivatsa. La nudità assoluta testimonia che queste immagini erano venerate in contesto Digambara, la setta dei “vestiti di cielo” che predicava la completa rinuncia, persino quella degli abiti. LG

Bhavachakra (la Ruota del divenire)
Nella tradizione vajrayana del mahayana, la buddhità nonché il cammino verso di essa possono essere descritti tramite la formalizzazione geometrica di un impianto architettonico; il mandala viene proposto quale rappresentazione ideale dei rapporti esistenti tra l’universo e la mente dell’uomo.
Il mandala (lo “psicocosmogramma”, secondo la definizione ormai classica di Giuseppe Tucci, che illustra i rapporti sottili tra il microcosmo umano e l’universo) può anche definirsi il mondo dell’essere, presieduto dalla verità. Il bhavachakra (in sanscrito, “ruota del divenire”; in tibetano, “ruota della vita” o Srid.Pa’i.‘Khor.Lo, sorta di mappa mentale delle concezioni poste alla base della psico-cosmologia buddhistica) è di contro il mondo del divenire, il samsara divorato dall’oblio rappresentato da Yama, il dio dei morti che lo stringe tra le proprie fauci ad evidenziarne l’immanente dolore. Il buddhismo mahayana (cui afferisce il tantrismo vajrayana indo-tibetano) elegge quale parametro di santità la figura del bodhisattva (l’“essere del risveglio”) che, motivato da altruismo, continua a reincarnarsi finché tutti gli esseri non siano stati salvati. Il bodhisattva si sforza di raggiungere il risveglio (bodhi) iniziando dal progressivo annullamento delle “emozioni dissonanti” (klesha) che costringono gli esseri trasmigratori a rinascere, inconsapevolmente e senza possibilità di scelta, negli ambiti esistenziali che costituiscono il ciclo delle esistenze, o samsara, rappresentato dal bhavachakra: inferni, spiriti famelici, animali, esseri umani, titani e divinità mondane. MAP

La morte del Buddha (parinirvana)
Dopo aver instancabilmente predicato la sua dottrina e convertito eretici, sovrani e gente comune, il Buddha morì, secondo la tradizione, a seguito di un pasto con carne avariata. In fin di vita raggiunse il fiume Hirannavati, sulla via di Kushinagara, nel paese dei Malla. Qui si sdraiò sul fianco destro tra due alberi di s_h_a_l_a_, assistito dal fedele discepolo, l’amato cugino Ananda, e spirò entrando nel supremo n_i_r_v_a_n_a_ _(p_a_r_i_n_i_r_v_a_n_a_). Intorno al corpo del Maestro si levò il lamento delle creature. Alcuni discepoli, in preda alla più profonda disperazione, si lasciarono andare al pianto, ma i monaci più evoluti ricordarono loro che ogni fenomeno è impermanente e in quanto tale destinato inesorabilmente alla dissoluzione. 

E quando il Beato fu entrato nel nirvana, i monaci, dai quali non era del tutto scomparsa la passione, alcuni levano le braccia, piangono, alcuni cadono lunghi per terra, vi si rivoltano ed esclamano «Troppo presto il Beato è entrato nel nirvana, troppo presto il Sugata è entrato nel nirvana, troppo presto l’occhio del mondo s’è spento». Ma quei monaci dai quali la passione era scomparsa, scienti e consapevoli si rassegnano: «Non eterne sono le cose composte. Come è possibile che così non accada?» (Dighanikaya, XVI, 5, 1). LG_(Dighanikaya, XVI, 5, 1). LG

Rilievo di Batmalkû e Ḥairan
Sulla lastra, scolpita ad altorilievo, sono rappresentati Batmalkû, moglie di Qirdâ, con suo figlio Ḥairan, entrambi frontali. La donna indossa un turbante a pieghe con velo, chitone (tunica) e himation (mantello). Il fanciullo indossa tunica, pantaloni, calzari; reca un volatile ed un grappolo d’uva. Le iscrizioni sono redatte in aramaico palmireno e indicano nome e patronimico seguiti dalla usuale formula di cordoglio.

ḥyrn br qrd’ ḥbl Ḥyrn figlio di Qrd’ ahimè
btmlkw bt ml’ ḥbl Btmlkw figlia di Ml’ ahimè

Tadmor (Palmira nelle fonti occidentali) fu un ricco e potente centro carovaniero della Siria centrale in posizione strategica sul limes d’Oriente, che dal III secolo a.C. prosperò ininterrottamente per quasi sei secoli, fino al saccheggio ordinato dall’imperatore Aureliano nel 273 d.C. La ricchezza derivante dal controllo dei commerci tra Oriente e Occidente garantì a lungo l’autonomia della città dai due imperi egemoni, romano e partico. La scultura palmirena si sviluppa dal I secolo a.C. al III secolo d.C. ed è documenta dagli elementi decorativi delle architetture e, soprattutto, dai rilievi ornamentali, con soggetti mitici (Tempio di Bel), votivi, cultuali e in particolare funerari. Le vaste necropoli, strettamente connesse al tessuto urbano della città, hanno restituito tombe tipologicamente distinte in torre, tempio o casa, e ipogee denominate bt ḥlm (casa dell’eternità) nelle iscrizioni palmirene; queste erano destinate ad ospitare il corpo e l’anima npš del defunto. PP

Panchika e Hariti
Sui due rilievi è raffigurata una coppia tutelare molto venerata nell’India settentrionale e nord-occidentale durante i primi secoli dell’era comune, composta da Pancika (o Kubera), generale dell’armata degli yaksha (spiriti semidivini della natura), e da sua moglie Hariti, un’orchessa divoratrice di bambini – probabilmente personificazione del vaiolo, poi convertita alla Legge buddhista e trasformata in una divinità materna e protettrice dell’infanzia. Il nome di Hariti proviene dalla radice sanscrita hri o dal suo derivativo har, che significa “rapire”, e fa riferimento al costume che essa aveva di appropriarsi dei bambini altrui. La diffusione della sua immagine è probabilmente testimonianza di un’antica epidemia di vaiolo sviluppatasi in queste aree verso il II secolo d. C., evento che molti storici ritengono strettamente collegato al fenomeno noto come “peste antonina” che dal 165 d C. colpì l’Impero Romano. È possibile che la malattia abbia avuto origine in Estremo Oriente e si sia poi diffusa attraverso le Vie della Seta in Asia meridionale e centrale, e poi nel Mediterraneo – probabilmente a seguito delle campagne militari romane contro i Parti, ma anche attraverso le rotte commerciali marittime. LG

Modello per agopuntura
L’agopuntura è una delle principali tecniche terapeutiche cinesi: consiste nella stimolazione per mezzo di appositi aghi di determinati punti situati lungo canali (meridiani) che percorrono tutto il corpo, attraverso cui scorre l’energia vitale (qi). Questo modello di corpo umano maschile, quasi a grandezza naturale, è stato pensato a scopo didattico e dimostrativo per la pratica dell’agopuntura: i punti di inserimento degli aghi, accanto a cui è stata accuratamente trascritta la loro denominazione, sono stati realizzati con dei fori nel legno rafforzati da una cornice metallica, nei quali possono essere effettivamente applicati gli appositi aghi. Statuine del genere in bronzo, di misure ridotte e realizzate su modelli precedenti, risalgono all’epoca della dinastia Ming (1368-1644); oltre che in Cina, se ne conoscono anche per altri Paesi dell’Asia orientale in cui era stata introdotta e veniva utilizzata l’agopuntura come metodo terapeutico per molti disturbi. Accanto ai diagrammi tracciati su carta, modelli simili in materiali sintetici con l’indicazione dei meridiani sono tuttora usati per l’insegnamento dell’agopuntura in tutto il mondo. MLG

Testa femminile
Questa testa femminile è caratterizzata da una complessa acconciatura, ricchi gioielli e una serie di “segni di bellezza” sul volto – forse tatuaggi o decorazioni temporanee. Al centro della fronte, un motivo a forma di cuore riproduce la foglia del pipal o ashvattha (ficus religiosa), l’Albero dell’Illuminazione della tradizione buddhista, mentre su ciascuna guancia, all’altezza degli zigomi, è raffigurata una fila di tre rosette. Il significato di questi segni è stato ricondotto a valori di buon auspicio, fertilità e guarigione, o a significati legati alla vita spirituale dei fedeli. La testa apparteneva a una statua a stele che raffigurava un personaggio femminile di alto rango nel ruolo di devota o di donatrice. È possibile che il modello di questa e di altre figure muliebri sia da ricondurre a figure femminili della popolazione Kalash e di altre genti dardiche del Chitral, le cui donne ancora oggi usano decorare il loro viso con motivi molto simili a quelli mostrati su questo volto. LG

Frammento di yakshi (divinità della vegetazione)
Il frammento di figura femminile nella posa tribhanga, la triplice flessione del corpo tipica dell’arte indiana, ha vita stretta e ampi fianchi, ed indossa una veste diafana che lascia trasparire completamente i genitali, trattenuta sui fianchi da una elaborata cintura. La mano sinistra, che indossa un anello al dito mignolo, è poggiata sull’anca. La stoffa dello scialle che pendeva ai lati della figura è arrotolata intorno al polso. Il frammento era parte di una immagine di yakshi, lo spirito femminile della natura il cui culto, diffuso in India sin dal periodo arcaico, venne poi assorbito nell’ambito del buddhismo, del jainismo e dell’induismo. Figure sensuali di yakshi venivano generalmente rappresentate sin dai primi secoli dell’era comune lungo le balaustre che circondavano gli stupa buddhisti e jaina dell’India centrale e settentrionale. In molti casi, queste venivano raffigurate avvinghiate al tronco di un albero e con la mano destra sollevata a stringerne un ramo, a evocare valori di fertilità, fecondità e abbondanza. LG

Frammento inferiore di Durga che uccide il demone bufalo (Mahishasuramardini), “Marmo Scorretti”
L’immagine di Durga che uccide il demone bufalo Mahisha (Durga Mahishasuramardini) è simbolo di vittoria e di immortalità. Il mito narra che la Dea, manifestazione delle potenze (shakti) emanate da tutte le divinità maschili, uccise l’asura Mahisha (che aveva il potere di incarnarsi in molte forme) mentre questi assumeva le sembianze di un bufalo. Le molte incarnazioni del demone alludono al samsara, il ciclo eterno di nascite e morti, mentre la sua ultima forma, quella di un bufalo, è un simbolo di morte poiché questo animale è la cavalcatura di Yama, il dio dei morti. L’uccisione di Mahisha da parte di Durga rappresenta pertanto la vittoria sul samsara e l’ottenimento della liberazione. LG

Buciaprofumi con la divinità taoista Taishin-o-Fujin, figlia della Regina Madre d’Occidente
Il bruciaprofumi raffigura un Immortale (sennin) seduto su una roccia affiorante tra le onde spumeggianti dell’Oceano orientale, sulle cui isole si dice che abbiano dimora gli Immortali; una nube di vapore da cui spunta un drago scaturisce dalla ciotola che ha in mano. Due bambini accompagnano la divinità con la quale culmina l’elaborata composizione: si tratta di Taishin-o-Fujin (cin. Taizhen Wang Furen), dea taoista di origine cinese, figlia della più nota e raffigurata Regina Madre d’Occidente (cin. Xi Wang Mu, giapp. Seiobo). Abbigliata in vesti cinesi, con una fenice – animale fantastico associato al femminile e talvolta all’imperatrice – nell’acconciatura, la dea è identificabile dal drago bianco che la accompagna e dallo strumento musicale ad una sola corda che tiene nelle mani, il cui suono richiama centinaia di uccelli. La pesca che uno dei bambini tiene in mano è simbolo di immortalità. Il taoismo conosce vari esseri femminili – dee e donne che hanno ottenuto l’immortalità, figure complesse dai molti aspetti, anche astrali. MLG

Busto di Narasimha, “l’uomo-leone”, il quarto avatara di Vishnu
Questo busto raffigura Narasimha, “l’uomo-leone”, il quarto avatara del dio Vishnu, disceso nel mondo per ristabilire l’ordine universale e sconfiggere il demone Hiranyakashipu, il cui potere era divenuto pericoloso per la stabilità del cosmo.
L’immagine, al confine fra l’umano e il ferino, mostra il torace attraversato dal cordone brahmanico e una potente testa leonina dalle fauci semiaperte, da cui fuoriescono i canini e parte della lingua. Vari studi sembrano indicare le origini di Narasimha in una divinità teriomorfa tribale, poi assorbita nell’induismo al fine di integrare la religiosità di gruppi locali e pastorali, la cui forza numerica o militare avrebbe contribuito alla crescita della comunità. La figura di questo avatara, d’altra parte, anche per le connotazioni regali del leone, fu gradita a molte dinastie indiane. LG

Giara con motivo del drago
Il drago (cin. long, coreano yong), essere scaturito dalla mitologia cinese, è uno degli animali delle quattro direzioni: rappresenta l’Est, la primavera, l’elemento del legno, il colore azzurro-verde (qing) ed è anche uno dei segni dello zodiaco. Ne esistono di varie specie, ma si tratta comunque di una creatura benevola che incarna l’energia yang maschile e luminosa. Il drago è collegato all’elemento umido, vive nelle acque da cui sale al cielo ed è portatore di pioggia, soprattutto della pioggia primaverile essenziale per l’agricoltura. Compare in molti miti cosmologici, e in Cina sue rappresentazioni sono presenti già su manufatti di epoca Shang (ca. 1600-1045 a.C.). Lo Erya, considerato il primo dizionario cinese (IV-II sec. a.C.), lo descrive con la testa come quella del cammello, le corna simili a quelle del cervo, il collo somigliante a quello del serpente, le zampe simili a quelle della tigre, e gli artigli come quelli del falco; in Cina è il simbolo del potere imperiale.
Nello sciamanesimo coreano il drago impersona il potente Spirito della Pioggia, mentre in ambito confuciano simboleggia il sovrano saggio e virtuoso. MLG

Statuina raffigurante un qilin
Il termine qilin, di solito tradotto come “unicorno”, indica in cinese un animale non esistente in natura, dotato di un corpo di cervo ricoperto da scaglie di pesce, con zoccoli, coda di bue e un corno carnoso sulla fronte; può essere bianco o di vari colori. Assieme al drago, alla fenice e alla tartaruga rappresenta una delle quattro creature soprannaturali (siling) della tradizione. Sembra faccia la sua apparizione quando regna un sovrano giusto: si dice ad esempio che sia apparso alla madre di Confucio prima della sua nascita, e ancor prima al mitico imperatore Fu Xi, portando sul dorso il diagramma da cui sono derivati i trigrammi del Libro dei Mutamenti (Yijing). È una creatura benevola e pacifica che non nuoce ad alcun essere vivente, e si astiene perfino dal calpestare l’erba. È simbolo di rettitudine e, secondo le credenze popolari, è portatore di prole. Da secoli il qilin è entrato a far parte anche dell’immaginario di Corea e Giappone, e di molti Paesi del sud-est asiatico. MLG

Vaso per abluzioni rituali (yi)
Vasellame in bronzo, di uso esclusivamente rituale, è stato rinvenuto in grandi quantità nelle tombe delle prime dinastie cinesi: veniva utilizzato nei templi ancestrali per offrire sacrifici in forma di cibo e bevande alcoliche agli spiriti degli antenati dei clan dei sovrani e dell’aristocrazia, che dovevano garantire protezione ai discendenti secondo i dettami di una delle forme più antiche della spiritualità cinese, il culto degli antenati, mantenutosi almeno fino alla fine del XIX secolo, e tuttora praticato in alcune zone dell’Asia. La forma, l’uso e la denominazione di questi manufatti erano codificati nei testi. Il vaso in esposizione (chiamato yi) era usato per le abluzioni rituali: durante le cerimonie di purificazione che precedevano i sacrifici, un assistente versava sulle mani dell’officiante dell’acqua che veniva raccolta in un bacile pan. Il fatto che questa tipologia di vaso sia stata in uso dall’inizio del IX fino a tutto il IV secolo a.C. riflette la grande importanza data dai Zhou al concetto di purificazione. MLG

Secchiello per ḥammām
I secchielli in lega metallica rimandano immediatamente ai hammām, terme o bagni pubblici mediorientali, i racconti dei quali nelle cronache dei viaggiatori avevano toni così misteriosi e suggestivi da solleticare l’immaginario di molta cultura europea del XVIII-XIX secolo. La promiscuità del luogo e l’attenzione per il corpo che veniva curato con levigatoi, spatole e unguenti profumati facevano fantasticare di un mondo erotico, se non lascivo, ben distante dalla realtà.

Spesso caratterizzati da corpo globulare su piede strombato e ansa mobile, questi secchielli sono tipici della produzione della regione tra l’Iran orientale e l’Afghanistan, e presentano una decorazione (a volte riccamente intarsiata) con simboli astrologici, animali passanti o affrontati e a cartigli con scritte beneaugurali per il possessore. Abbinati ai versatori, anch’essi in lega metallica, i secchielli potevano essere impiegati anche nelle abluzioni rituali. GM

Vishnu dormiente sul serpente Ananta (Vishnu Anantashayin)
Alla fine di ogni ciclo cosmico, Vishnu riposa sdraiato sulle spire del serpente Ananta (il Senza Fine), che fluttua sulle acque dell’oceano primordiale. È questa la rappresentazione della notte cosmica, il momento in cui la manifestazione viene riassorbita nel Principio. Il residuo dell’universo appena distrutto è simboleggiato dal corpo del serpente, chiamato anche Shesha (il Resto). Improvvisamente, dall’ombelico della divinità dormiente sulle acque sorge un fiore di loto su cui appare Brahma, il Creatore: è l’inizio di un nuovo ciclo, l’alba del primo giorno cosmico. Nell’arte indiana l’immagine di Vishnu dormiente sulle acque viene talora scolpita in prossimità di un fiume o dell’Oceano, i cui flutti arrivano a lambirne la figura, o in una vasca templare. In altri casi, particolarmente nel mondo khmer, questa icona è realizzata a rilievo su una roccia nel mezzo di un fiume, in modo che questa venga coperta dalle acque durante il monsone, e rivelata durante la stagione secca – ad indicare l’idea di una creazione ciclica e di un mondo che viene continuamente creato e ordinato allo scadere di ogni nuovo anno. LG

Guanyin (Avalokiteshvara), il bodhisattva della compassione, con ramo di salice
L’immagine, che tiene nella mano destra sollevata un ramo di salice (parzialmente mancante), raffigura una delle 33 forme canoniche di Guanyin descritte nel capitolo 25 del Sutra del Loto (Miaofa lianhua jing, Il sutra del fiore di loto del meraviglioso dharma), uno dei primi testi del buddhismo Mahayana, tradotto in cinese già verso la metà del III secolo. Dei molti aspetti che questo bodhisattva può assumere per aiutare gli esseri senzienti, quello qui raffigurato è “Guanyin dal ramo di salice” (Yangliu Guanyin). In Cina il salice era associato a rituali di purificazione con aspersione di acqua; inoltre, il suo uso come rimedio antinfiammatorio in virtù dell’acido salicilico in esso contenuto, ha probabilmente contribuito a farne un attributo di Guanyin, con cui il bodhisattva asperge il devoto per liberarlo dalla sofferenza e dalle malattie fisiche e spirituali.
La scultura, di non facile lettura data la totale perdita della policromia originaria e lo stato di conservazione non ottimale, si inserisce dal punto di vista iconografico nella tradizione delle dinastie pre-Tang, Sui e Tang (secoli V-X); l’analisi del radiocarbonio (C14) però ne ha determinato la datazione tra la fine del XV e la prima metà del XVII secolo. Si tratta quindi un’opera attribuibile alla dinastia Ming ispirata a modelli all’epoca già desueti per l’affermarsi, a partire dal X secolo in poi, di nuove forme iconografiche e stilistiche, in particolare nella rappresentazione di Guanyin.
La statua fu venduta nel 1954 allo Stato italiano dal noto collezionista di arte cinese Mario Prodan per le collezioni del Museo Nazionale del Palazzo Venezia, e successivamente entrò a far parte delle collezioni del Museo Nazionale d’Arte Orientale nel 1958. MLG

Buddha in meditazione (Amitabha?)
È molto probabile che quest’opera facesse parte di una serie di cinque Buddha, i Tathagata di Saggezza (cin. Wuzhi Rulai), oppure di una serie di Buddha dei Tre Mondi (cin. Sanshi Fo) e delle Tre Direzioni (cin. Sanfang Fo), spesso collocate sull’altare principale dei templi cinesi di epoca Ming: statue di grandi dimensioni assise una accanto all’altra su corolle di loto e addossate ad aureole decorate. Nel caso delle triadi, al centro è raffigurato Shakyamuni (il Buddha dell’evo presente); a Est/sinistra Akshobhya (che presiede al Paradiso orientale); e a Ovest/destra Amitabha (cin. Amituofo), il Buddha “della luce infinita” che presiede al Sukhavati, la Terra Pura d’Occidente (jingtu), dove i fedeli sperano di rinascere da un fiore di loto. Di solito i vari buddha si distinguono l’uno dall’altro solo dal gesto delle mani; a volte invece sono identici tra loro: Amitabha è quasi sempre nella mudra della meditazione (dhyanamudra).
L’opera è scolpita in più blocchi lignei connessi e, come rivelato dalle analisi effettuate, presenta all’altezza del petto una cavità entro cui è custodito un disco metallico, in cui è da riconoscersi uno specchio. Oggetti vari quali reliquie, testi sacri, pietre preziose, tessuti serici ed altro erano talvolta inseriti all’interno delle sculture buddhiste in legno o in bronzo per consacrare l’immagine: l’uso di specchi con questo intento è documentato in Cina soprattutto dall’XI al XIV secolo, e specchi in bronzo sono stati rinvenuti anche nel vano-reliquie di alcune pagode, probabilmente con scopo protettivo. Nel buddhismo lo specchio ha molteplici significati, diversi anche a seconda delle scuole: tra gli altri, può simboleggiare la Vacuità (shunyata), o la mente che percepisce l’esperienza senza essere obnubilata dalle emozioni, o la saggezza priva di pensieri dualistici che riflette tutti i fenomeni senza distinzione (“consapevolezza-specchio”, adarshajnana).
Questa scultura venne donata alla Regia Marina dal contrammiraglio Camillo Candiani, comandante la divisione navale nell’Estremo Oriente, nel 1902; è probabile che provenga dall’antica provincia di Zhili, di cui facevano parte le città di Pechino e di Tianjin, quest’ultima sede della concessione italiana dal 1901 al 1943. MLG

Avalokiteshvara col ramo di salice (cin. Yangliu Guanyin)
Le prime immagini buddhiste cinesi per il culto, realizzate verso il 300, erano statuine in bronzo dorato molto simili a quelle che i viaggiatori provenienti dall’Asia Centrale portavano con sé nei loro viaggi verso Oriente. Di poco posteriori sono le opere qui esposte, ascrivibili al periodo della dinastia dei Wei settentrionali (386-534) – fondata dalla popolazione non-han dei Tabghatch (Tuoba) – e delle dinastie immediatamente successive dei Wei orientali, Qi settentrionali e Sui (VI – inizio VII secolo), un’epoca fondamentale per l’affermarsi del buddhismo in Cina.
Le iscrizioni votive presenti spesso sulla base o sul nimbo delle statuette ci informano sull’identità delle divinità raffigurate, sui nomi dei committenti, che potevano essere monaci o laici, e sul motivo della loro realizzazione, di solito la salvezza di genitori e parenti. Da questi brevi testi sappiamo anche che i più frequentemente rappresentati erano Shakyamuni, il Buddha storico; Avalokiteshvara, il bodhisattva della compassione; Maitreya (cin. Milefo), il Buddha del futuro, attualmente residente nel cielo Tushita, che verrà nel mondo a ristabilire la dottrina buddhista (dharma). Alcune iscrizioni riportano anche il nome dei luoghi di produzione, tutti situati nella Cina settentrionale. Inoltre, l’indicazione della data di realizzazione, quando attendibile, è un elemento fondamentale per seguire l’evoluzione iconografica e stilistica dell’arte buddhista del periodo: i modelli gandharici, trasmessi attraverso le carovaniere della Via della Seta e adottati agli inizi del IV secolo, vengono rielaborati dai Wei alla luce dell’estetica cinese, dando luogo ad un appiattimento generale dell’immagine, con volti dal caratteristico sorriso e un accentuato calligrafismo nel panneggio e nei motivi decorativi. Solo con i Qi settentrionali (550-577) e i Sui (581-618) le figure cominciano ad acquistare volume, ed iniziano ad emergere i contorni del corpo, una tendenza che raggiungerà il suo apice con i Tang (618-907), grazie anche a rinnovati influssi artistici provenienti dall’India.
La collezione di bronzi asiatici messa insieme da Giacinto Auriti (1883-1969), diplomatico e docente di lingua e cultura giapponese, negli anni in cui fu ambasciatore in Giappone (1933–1940), fu donata all’Istituto per il Medio e l’Estremo Oriente (IsMEO) nel 1960 ed esposta presso il Museo Nazionale d’Arte Orientale fino al 2017. MLG

Valentina Ciardelli Oro – Huángjīn / Gold – Huángjīn, 2023
sonora / sound installation, 18’20’’

7 movimenti / movements:
I – I Buddha nello specchio / Buddhas in the mirror
II – Il corridoio dei piccoli oggetti mistici 商 _ / The corridor of small mystical objects
III – I Falsi Miti / The False Myths
VI – Meditazione 徴 _/ Meditation
V – Ritorno alle origini (After Pu’an Mantra) / Return to the origins (After Pu’an Mantra)
VI – Meditazione 羽 _/ Meditation
VII – La Stanza delle dee 宮 _/ The room of goddesses

Esecutrici / performers:
Anna Astesano: arpa / arp
Valentina Ciardelli: contrabbasso / double bass
Chiu Yung Chan: guqin
Registrato a Londra nei Trinity Laban Studios, Marzo 2023 da William Lydon / Recorded at Trinity Laban Studios, London, March 2023 by William Lydon

 Valentina Ciardelli Oro – Huángjīn, 2023
L’installazione sonora Oro – Huángjīn è un trio per arpa, contrabbasso e guqin, antico strumento della tradizione cinese originariamente destinato all’accompagnamento della meditazione individuale. La composizione musicale valorizza sia lo strumento popolare cinese sia i due strumenti della tradizione occidentale, fondendoli in un brano di 18 minuti diviso in sette micro movimenti. La musica di Oro – Huángjin accompagna l’ascoltatore in un viaggio ascetico-meditativo di contemplazione dei tre strumenti come ensemble e, al contempo, come voci singole. La scrittura in notazione cinese è da attribuire all’artista Chiu Yung Chan, che ha tradotto in notazione tradizionale cinese il pentagramma scritto da Valentina Ciardelli.

Anna Astesano, Valentina Ciardelli: The Girls in the Magnesium Dress
The Girls in the Magnesium Dress è una collaborazione cameristica tra Anna Astesano (Savigliano, 1993) e Valentina Ciardelli (Pietrasanta, 1989) che ha come protagonisti il contrabbasso e l’arpa. Il nome scelto dal duo rappresenta un omaggio a uno dei brani orchestrali più conosciuti del poliedrico compositore americano Frank Zappa. Il loro repertorio versatile e virtuoso propone brillanti trascrizioni dal mondo operistico e dalla musica del XXI secolo, ribaltando gli stereotipi che colpiscono comunemente entrambi gli strumenti.

L’ombrello rituale
L’ombrello rituale che sovrasta la statua ricalca la classica struttura a cinque livelli degradanti verso l’alto, che soprattutto nel Sud-Est asiatico ne determina la forma. Il progetto, ideato da Andrea Anastasio, è realizzato grazie alla collaborazione dell’Istituto Italiano di Cultura di New Delhi con l’associazione di donne Insha-e-Noor, che opera nel complesso della Dargah di Nizamuddin Auliya a New Delhi, sostenuta dall’Aga Khan Development Network. I petali di carta sono intagliati a mano seguendo i pattern classici della mashabriya. Il sincretismo di elementi ornamentali islamici e hindu e/o buddhisti ha caratterizzato a lungo la corte Moghul a Delhi come documentato nell’architettura e nelle arti applicate del periodo, soprattutto durante l’impero di Humayun e del figlio Akbar, anni in cui si traducono in arabo e in persiano le maggiori opere della letteratura epica e religiosa dell’India. Successivi periodi connotati dall’ortodossia e dal conflitto identitario tra religioni vedono estinguersi questa dimensione di dialogo tra culture diverse.

E42: un progetto urbanistico mai completato
Nel 1935 Giuseppe Bottai, Governatore di Roma, prospettò a Benito Mussolini la possibilità di realizzare a Roma una grande Esposizione Universale e, nel 1936, venne istituito l’Ente Autonomo Esposizione Universale di Roma con la prospettiva di inaugurare i padiglioni nel 1942, anno in cui si prevedevano anche le celebrazioni del ventennale della Marcia su Roma.
A differenza dell’Esposizione del 1911 – realizzata con strutture effimere poi smantellate – il progetto dell’E42 fu improntato a un’idea di permanenza e monumentalità, con un impianto ispirato all’architettura e all’urbanistica classiche e al razionalismo. L’area di edificazione – 400 ettari nella zona sud di Roma – fu scelta, in coerenza con l’enfatizzazione del genio italico, per rinsaldare il collegamento tra la Roma imperiale, quella fascista moderna e l’antico porto di Ostia. L’ex Via Imperiale (oggi Via Cristoforo Colombo) costituiva il vero e proprio asse materiale e concettuale di una possibile “Terza Roma” estesa fino al Mar Tirreno e protesa all’espansione verso la “quarta sponda” del Mar Mediterraneo.
Il primo progetto fu elaborato nel 1937-38 dall’architetto Marcello Piacentini insieme a Giuseppe Pagano, Ettore Rossi, Luigi Vietti, Luigi Piccinato. Nel 1939 fu concluso il Palazzo degli Uffici, l’edificio “pilota” progettato da Gaetano Minnucci. Le strutture previste dal progetto originario – fra cui i due edifici che ospitano oggi il Museo delle Civiltà in quella che sarebbe stata la Piazza Imperiale (oggi Piazza Guglielmo Marconi) – furono però solo parzialmente completate, e i lavori furono interrotti nel 1942 a causa del coinvolgimento italiano alla Seconda Guerra Mondiale, senza che l’EUR42 venisse mai inaugurata. RADL-CM

 

EUR_Asia – Didascalie brevi / short captions 

Giara, dinastia Joseon (1392-1910): XIX secolo / Jar, Joseon dynasty (1392-1910): 19th century
Corea / Korea
porcellana bianca / white porcelain
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, n. inv. 20. S48-1.2

Bottiglia a forma di zucca,
dinastia Joseon (1392-1910): XIX secolo / Double gourde bottle,
Joseon dynasty (1392-1910): 19th century

Corea / Korea
porcellana bianca / white porcelain
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, n. inv. 20.S48-1.17

Versatoio per acqua per sciogliere l’inchiostro, dinastia Joseon (1392-1910): XIX secolo
/ Water dropper for melting ink,
Joseon dynasty (1392-1910): 19th century

Corea / Korea
porcellana bianca / white porcelain
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, n. inv. 20.S48-1.126

Piccolo versatoio zoomorfo,
dinastia Joseon (1392-1910): XIX secolo / Small zoomorphic water dropper, Joseon dynasty (1392-1910): 19th century

Corea / Korea
porcellana bianca a stampo / white porcelain collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, n. inv. 20.S48-1.7

Bottiglia per alcolici,
dinastia Joseon (1392-1910): XVIII-XIX secolo / Bottle for alcohol,
Joseon dynasty (1392-1910): 18th-19th century

Corea / Korea
porcellana bianca a stampo / white porcelain collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, n. inv. 20.S48-1.12

Coppa, periodo samanide (874-1005): IX-X secolo / Bowl, Samanid period (874-1005): 9th-10th century

Nishapur, Iran o Samarcanda, Asia Centrale / Nishapur, Iran or Samarkand, Central Asia
terracotta invetriata con iscrizione benaugurale in caratteri cufici / glazed terracotta with auspicious inscription in kufic characters
”Mangia con piacere e salute“ ايرمًاينه اهيف لك / “Eat with pleasure and health”
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 1974

Trittico da preghiera,
periodo ottomano (1299-1453): XVIII secolo / Prayer triptych,
Ottoman Period (1299-1453): 18th century

Turchia / Turkey
legno e carta con decorazione dipinta
/ wood and paper with painted decoration collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 4054

Anfora con decorazione vegetale
e caratteri pseudoepigrafici, fine del XIX secolo
/ Amphora decorated with vegetal
and pseudo-epigraphic characters, end of the 19th century

Sicilia / Sicily
terracotta policroma / polychrome terracotta collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MATP 3868

Portapenne, XIX secolo / Pen box, 19th century

Kashmir, India
acciaio con decorazione incisa e damaschinata in oro e argento / steel with engraved and damascened gold and silver decoration collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex inv. MNAO 2017.308 (eredità / legacy F. Bonardi)

Cippo funebre, fine XII secolo
/ Gravestone, end of 12th century

Ghazni, Afghanistan
marmo / marble
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 8426

Vaso versatoio a forma di toro, Età del ferro I-II: 1400-800 a.C. / Spouted vessel in the shape of a bull, Iron Age I-II: 1400-800 BC

Cultura Marlik, regione del Gilan, Iran settentrionale / Marlik Culture, Gilan region, Northern Iran
ceramica / pottery
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 2611.3075

Vaso rhyton a testa femminile e versatoio, Età del ferro: XI-IX secolo a.C.
/ Rhyton vase with female head and spout, Iron Age: 11th-9th century BC

Cultura Kaluraz, regione del Gilan, Iran settentrionale / Kaluraz Culture, Gilan region, Northern Iran
ceramica camoscio, tornio, incisione
/ buff pottery, wheel-thrown, engraving
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 2640.3320

Vaso biansato a forma di capride,
Età del ferro: XI-IX secolo a.C.
/ Two handled-vessel in the shape of a goat, Iron Age: 11th-9th century BC

Regione del Luristan, Iran occidentale
/ Luristan region, Western Iran
ceramica camoscio, pittura su ingobbio beige / buff pottery, paint on beige slip
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 100

Vaso rhyton a forma di toro,
Età del ferro: VIII-VII secolo a.C.
/ Rhyton vase in the shape of a bull, Iron Age: 8th-7th century BC

Iran settentrionale / Northern Iran
ceramica ingobbiata e lucidata / slipped and polished pottery collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex inv. MNAO 2611.3075

Coppa con terminazione a testa taurina,
periodo achemenide (550-331 a.C.): VI-V secolo a.C. / Bowl with bull’s head-shaped end,
Achaemenid period (550-331 BC): 6th-5th century BC

Qasr-i Shirin, regione del Kermanshah, Iran occidentale / Qasr-i Shirin, Kermanshah region, Western Iran
argento, sbalzo, incisione / silver, embossing, engraving
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 5846

Vaso monoansato, a forma di equide
con decorazione a motivi geometrici e vegetali, periodo partico (247 a.C.-224 d.C.): III-II secolo a.C. / One-handled vase horse shaped
with geometric and vegetal decoration,
Parthian period (247 BC-224 AD): 3rd-2nd century BC

Ardabil, Iran nordoccidentale / North-western Iran ceramica dipinta / painted pottery
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 2637.3266

Vaso biansato con versatoi alla base
e decorazione a motivi geometrici,
periodo partico (247 a.C.-224 d.C.): III-II secolo a.C. / Two-handled vase with spouts to the bottom and geometric decoration,
Parthian period (247 BC-224 AD): 3rd-2nd century BC

Ardabil, Iran nordoccidentale / North-western Iran ceramica lucidata e dipinta / pottery polished and painted
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 2613.3077

Vaso rhyton a protome di equide,
periodo partico (247 a.C.-224 d.C.): III-II secolo a.C. / Rhyton vase with horse protome,
Parthian period (247 BC-224 AD): 3rd-2nd century BC
Iran nordoccidentale / North-western Iran
ceramica ingobbiata e lucidata / pottery slipped and polished collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex inv. MNAO 6036.7337

Ricostruzione di trono sudarabico,
VIII secolo a.C.
/ Reconstruction of South Arabian throne, 8th century BC

Kamna, regione del Jawf, Yemen settentrionale / Kamna, Jawf region, Northern Yemen

 

Terminale di stendardo a soggetto figurato, Età del ferro: VIII secolo a.C.
/ Terminal for standard with figured subject, Iron Age: 8th century BC

Regione del Luristan, Iran occidentale / Luristan region, Western Iran bronzo, fusione a cera persa / bronze, lost wax casting
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex inv. MNAO 105

 

Testa di cinghiale in rondella perlata,
periodo sasanide (ca. 224-640 d.C.): VI-VII secolo d.C. / Boar’s head in pearled roundel,
Sasanian period (ca. 224-640 AD): 6th-7th century AD

Iran
argento, sbalzo, incisione / silver, embossing, engraving collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex inv. MNAO 2661.3730

 

Coppa ovale con volatile ed elementi floreali
in tondi alternati a tralci vegetali,
periodo sasanide (ca 224-640 d.C.): VI-VII secolo d.C. / Oval cup with bird and floral elements

in circles alternating with vegetal elements, Sasanian period (ca. 224-640 AD): 6th-7th century AD

Iran
argento parzialmente dorato, sbalzo e incisione / silver partially gilded, embossed and engraved collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 2709.4039

 

Coppa decorata con girali e volatile in tondo perlinato, sospensione a fascia all’esterno,
periodo sasanide (ca 224-640 d.C.): VI-VII secolo d.C.
/ Cup decorated with whirls and bird in beaded round, band suspension on the outside,

Sasanian period (ca. 224-640 AD): 6th-7th century AD

Iran
argento sbalzo e incisione / silver embossed and engraved collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex inv. MNAO 2015.91 (dono / gift Bonardi Tucci)

 

 

Coppa con volatili affrontati ai lati di un elemento vegetale, periodo sasanide (ca 224-640 d.C.): VII secolo d.C.
/ Cup with birds facing a vegetal element,
Sasanian period (ca. 224-640 AD): 7th century AD

Iran
argento, incisione / silver, engraving
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 2015.92 (dono / gift Bonardi Tucci)

 

Suonatrice di liuto, danzatrici e offerenti, II-IV secolo d.C. / Lute player, dancers and offerers, 2nd-4th century AD

Arte del Gandhara, Pakistan settentrionale
/ Gandharan Art, Northern Pakistan
scisto / schist
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 426

 

Suonatore e danzatore dentro un portale (torana), metà del I secolo d.C.
/ Musician and dancer inside a portal (torana), mid-1st century AD

Arte del Gandhara, Butkara I, Valle dello Swat, Pakistan settentrionale / Gandharan Art, Butkara I, Swat Valley, Northern Pakistan
scisto verde / green schist
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,

ex inv. MNAO 1144

 

Brocca, periodo selgiuchide: XII-XIII secolo d.C. / Jug, Seljuk period: 12th-13th century AD

Iran
impasto siliceo invetriato monocromo
/ monochrome glazed siliceous mixture
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 5142

 

Coppia di divinità danzanti, XVIII secolo / Couple of dancing deities, 18th century

Tibet o / or Nepal
bronzo / bronze
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex inv. MNAO 30496 (donazione / donation Bonardi Tucci)

 

Arpa (saung-gauk), XIX secolo
/ Harp (saung-gauk), 19th century

Myanmar (Birmania / Burma)
legno laccato e dorato (thayo), vetri policromi
/ lacquered and gilded wood (thayo), polychrome glass collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex inv. MNAO 21413

 

 

Avalokiteshvara a sei braccia,
periodo Pala (750-XII secolo): seconda metà del XI secolo / Six-armed Avalokiteshvara,
Pala period (750-12th century): second half of the 11th century

Bengala o / or Bihar, India orientale o nord-orientale / Eastern or North-eastern India
basalto / basalt
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,

ex inv. MNAO 206

 

Guanyin (Avalokiteshvara, bodhisattva della compassione), dinastia Qi settentrionali (550-577)
/ Guanyin (Avalokiteshvara, bodhisattva of compassion), Northern Qi dynasty (550-577)

Cina / China
bronzo dorato / gilded bronze
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 541

 

Guanyin (Avalokiteshvara, bodhisattva della compassione), dinastie Ming (1368 1644) o Qing (1644-1911): XVII secolo
/ Guanyin (Avalokiteshvara, bodhisattva of compassion), Ming (1368-1644) or Qing (1644-1911) dynasty: 17th century

Cina / China
gres a smalti policromi / stoneware with enamel colors collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex inv. MNAO 21060

 

Lakshminarayana (Vishnu androgino), XVII secolo
/ Lakshminarayana (androgynous Vishnu), 17th century

Nepal
lega metallica dorata con pietre (tracce di colore)
/ golden metal alloy with stones (traces of color)
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex. inv. MNAO 20496 (donazione / donation Bonardi Tucci)

 

Ardhanarishvara, il Signore la cui metà è donna (Shiva androgino), XX secolo
/ Ardhanarishvara, the Lord Whose Half is Woman (androgynous Shiva), 20th century

Bihar settentrionale, India nord-orientale
/ Northern Bihar, North-eastern India
colore su carta / color on paper
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, inv. 20.S48-1.180

 

Shiva e Uma (Umamaheshvaramurti), periodo Pala (750-XII secolo): IX secolo

/ Shiva and Uma (Umamaheshvaramurti), Pala period (750-12th century): 9th century

India orientale / Eastern India
pietra grigia / grey stone
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 207

 

 

Il buddha Shri Heruka Sahaja Chakrasamvara
in ierogamia con la consorte Vajravarahi, XVIII secolo / The buddha Shri Heruka Sahaja Chakrasamvara
in hierogamy with his consort Vajravarahi, 18th century

Tibet o / or Nepal
lega di rame / copper alloy
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 22728

 

Avalokiteshvara (il bodhisattva della compassione empatica) tra due ipostasi di Tara, XVIII secolo
/ Avalokiteshvara (the bodhisattva of empathic compassion) between two hypostases of Tara, 18th century

Nepal
lega metallica dorata e cristalli
/ golden metal alloy and crystals
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex. inv. MNAO 30593 (donazione / donation Bonardi Tucci)

 

Frammenti di rilievo appartenente a una lastra astrologica
che raffigura il segno del capricorno , probabilmente II secolo d.C. / Fragments of a relief from an astrological slab
depicting the sign of Capricorn, probably 2nd century AD

Arabia del Sud / South Arabia
alabastro e calcare alabastrino / alabaster and alabastrine limestone collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex. inv. MNAO 10323-13051

 

Rituale di offerta ad uno stupa, II-III secolo d.C. / Offering ritual to a stupa, 2nd-3rd century AD

Arte del Gandhara, Pakistan settentrionale
/ Gandharan Art, Northern Pakistan
scisto / schist
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 16873

 

Mandala del vajradhatu, 1875 / Vajradhatu mandala, 1875

Tibet o / or Nepal
pigmenti applicati con leganti miscibili in acqua su tessuto / pigments applied with water-miscible binders on fabric collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex. inv. MNAO 951

 

Mappa dell’universo nella forma dell’Uomo Cosmico (Lokapurusha), metà del XX secolo
/ Map of the universe as a Cosmic Man (Lokapurusha),
mid-20th century

Rajasthan, India settentrionale / Northern India pata (tessuto in cotone dipinto) e acquerello opaco / pata (painted cotton cloth) and opaque watercolor collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, n. inv. 20.S48-1.168

 

 

Diagramma cosmologico vaishnava, seconda metà del XVIII secolo
/ Vaishnava cosmological diagram, second half of the 18th century

Bundi, Rajasthan, India settentrionale / Northern India acquerello opaco su carta / opaque watercolor on paper collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex. inv. MNAO 21743

 

Buddha assiso in meditazione nella posizione del loto, II-III secolo d.C.
/ Buddha seated in meditation in the lotus position, 2nd-3rd century AD

Arte del Gandhara, Pakistan settentrionale
/ Gandharan Art, Northern Pakistan
scisto / schist
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 401

 

Mattonella figurata con coppie, asceti e oche, IV-V secolo d.C.

/ Tile with couples, ascetics, and geese, 4th-5th century AD

Monastero di Harwan / Harwan Monastery, Kashmir, India settentrionale / Northern India terracotta / terracotta
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 393

 

Coppia di Jina stanti in kayotsarga
(la posizione dell’ “abbandono del corpo”), X-XI secolo
/ Jina couple standing in kayotsarga
(the posture of “abandoning the body”), 10th-11th century

Madhya Pradesh, India centro-settentrionale
/ North-central India
arenaria / sandstone
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, n. inv. 23. S48-1.147

 

Bhavachakra (la “Ruota del divenire”), XIX secolo
/ Bhavachakra (the “Wheel of Becoming”), 19th century

Nepal
pigmenti applicati con leganti miscibili in acqua su tessuto / pigments applied with water-miscible binders on fabric collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex. inv. MNAO 18910 (donazione / donation Bonardi Tucci)

 

Buddha in meditazione, XVII-XVIII secolo / Meditating Buddha, 17th -18th century

Vietnam
legno laccato con tracce di doratura
/ lacquered wood with traces of gilding
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 17561

 

Figurine di antenate, VII secolo a.C. / Ancestor figurines, 7th century BC

Jawf, Yemen settentrionale / Northern Yemen calcare e arenaria / limestone and sandstone collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 12966-12989

 

 

La morte del Buddha (parinirvana), II-IV secolo d.C.
/ The death of the Buddha (parinirvana), 2nd-4th century AD

Arte del Gandhara, Pakistan settentrionale (?)
/ Gandharan Art, Northern Pakistan (?)
scisto / schist
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 18956 (donazione / donation Bonardi Tucci)

 

Maitreya seduto nella posizione del loto
con la fiaschetta del nettare dell’immortalità (amrta) nella mano destra, II-III secolo d.C.
/ Maitreya seated in the lotus position
with the flask of the immortality nectar (amrta)
in his right hand, 2nd-3rd century AD

Arte del Gandhara, Pakistan settentrionale
/ Gandharan Art, Northern Pakistan
scisto / schist
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 10919

 

Statuina funeraria (mingqi)
raffigurante una figura femminile,
fine dinastia Sui (589-618) o dinastia Tang (618-907) / Funerary object (mingqi)
representing a woman,
end of Sui dynasty (589-618) or Tang dynasty (618-907)

Cina / China
ceramica dipinta / painted ceramic
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 15364

 

Haniwa, periodo Kofun (300-700): VI-VII secolo / Haniwa, Kofun period (300-700): 6th-7th century

Giappone / Japan
terracotta / terracotta
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 1913

 

Panchika e Hariti (dea del vaiolo
e protettrice dell’infanzia), II-III secolo d.C.
/ Panchika e Hariti (goddess of smallpox
and protector of childhood), 2nd-3rd century AD

Mathura, India settentrionale / Northern India arenaria rossastra / reddish sandstone
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, n. inv. 23.S48-1.88

 

Panchika e Hariti, II-III secolo d.C.
/ Panchika and Hariti, 2nd-3rd century AD

Arte del Gandhara, Pakistan settentrionale
/ Gandharan Art, Northern Pakistan
scisto / schist
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 14846

 

 

Il buddha della medicina (Yakushi Nyorai), inizi periodo Edo (1615-1868)
/ Buddha of medicine (Yakushi Nyorai), early Edo period (1615-1868)

Giappone / Japan
legno con tracce di lacca, pigmenti e oro, cristalli (gyokukan)
/ wood with traces of lacquer, pigments and gold, crystals (gyokukan) collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex. inv. MNAO 16814

 

Modello per agopuntura, inizi XX secolo / Acupuncture model, early 20th century

Cina / China
legno, metallo e inchiostro / wood, metal and ink collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, n. inv. 20.S48-1.122

 

Statuetta seduta, prima metà del I millennio a.C.
/ Seated statuette, first half of the 1st millennium BC

Kannan, cultura Sudarabica / Sudarabian Culture calcare / limestone
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 13024

 

Testa femminile, metà del I secolo d.C. / Female head, mid-1st century AD

Arte del Gandhara, Butkara I, Valle dello Swat, Pakistan settentrionale / Gandharan Art, Butkara I, Swat Valley, Northern Pakistan
scisto verde / green schist
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,

  1. inv. MNAO 2080

 

Frontale (lamba), XIX-XX secolo
/ Frontal (lamba), 19th-20th century

Isola di Sumba / Sumba Island, Indonesia
lamina in lega d’oro lavorata à repoussé
/ sheet gold alloy worked à repoussé
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 15938

 

Pettorale o pendente, XVIII-XIX secolo / Pectoral or pendant, 18th-19th century

Lampung, Isola di Sumatra
/ Sumatra Island, Indonesia
lamina in lega d’oro lavorata à repoussé
/ sheet gold alloy worked à repoussé
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 15928

 

Coppia di orecchini (gaule o saru dalinga), XIX-XX secolo
/ Pair of earrings (gaule or saru dalinga), 19th-20th century

Isola di Nias / Nias Island, Indonesia
foglia d’oro martellata / hammered gold leaf collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 15927

 

 

Frammento di yakshi
(divinità della vegetazione), I-II secolo d.C. / Fragment of a yakshi
(vegetation goddess), 1st-2nd century AD

Mathura, India settentrionale / Northern India arenaria rossastra / red sandstone
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, n. inv. 23.S48-1.148

 

Frammento inferiore di Durga che uccide il demone bufalo (Mahishasuramardini), “Marmo Scorretti”,
periodo Hindu-Shahi (circa 822-1026): VIII-IX secolo
/ Lower fragment of Durga killing the buffalo demon (Mahishasuramardini),“Scorretti Marble”,

Hindu-Shahi period (c. 822-1026): 8th-9th century

Afghanistan
marmo bianco-giallastro / yellowish-white marble collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 34

 

Shyamatara (Tara verde), XVI-XVII secolo
/ Shyamatara (Green Tara), 16th-17th century

Nepal
lega metallica dorata con pietre
/ golden metal alloy with stones
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex. inv. MNAO 30446 (donazione / donation Bonardi Tucci)

 

Leggenda della Regina di Saba, XIX secolo / Legend of the Queen of Sheba, 19th century

Etiopia / Ethiopia
dipinto su tela / painting on canvas
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. Museo Coloniale 23.S48-5.64

 

Buciaprofumi con la divinità taoista Taishin-o-Fujin,
figlia della Regina Madre d’Occidente, periodo Meiji (1868- 1911) / Incense burner with Taoist deity Taishin-o-Fujin,
daughter of Queen Mother of the West, Meiji period (1868- 1911)

Giappone / Japan
leghe di rame / copper alloys
dep. Palazzo Venezia (lascito E. Tower Wurts) / bequest E. Tower Wurts iscrizione / inscription: Dai Nihon Suzuki Masayoshi tsukuru
(“fatto Suzuki Masayoshi del grande Giappone”
/ “made by Suzuki Masayoshi from great Japan”)

 

Invito alla predicazione del Buddha
da parte di Indra e Brahma, metà del I secolo d.C. (?) / Invitation to the Buddha’s preaching
by Indra and Brahma, mid-1st century AD (?)

Arte del Gandhara, Panr I, Valle dello Swat, Pakistan settentrionale / Gandharan Art, Panr I, Swat Valley, Northern Pakistan
scisto / schist
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,

ex inv. MNAO 4421

 

usto di Narasimha, “l’uomo-leone”,
il quarto avatara di Vishnu, IV-V secolo / Bust of Narasimha, the “lion-man”, fourth avatara of Vishnu, 4th-5th century

India centro-settentrionale / North-central India arenaria / sandstone
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, n. inv. 22.S48-1.53

 

Garuda, “l’uomo-aquila” e cavalcatura di Vishnu,
fine del XVIII secolo
/ Garuda, the “eagle-man” and mount of the god Vishnu, late 18th century

Tamil Nadu, India meridionale / Southern India lega di rame / copper alloy
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 14872

 

Coppa con grifone
e motivi pseudoepigrafici, X secolo
/ Bowl with griffin
and pseudo-epigraphic motifs, 10th century

Iraq
terracotta smaltata dipinta a lustro
/ glazed terracotta painted with lustre
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 1975

 

Mattonella stellare con elefanti e fenici,
XIII-XIV secolo
/ Star-shaped tile with elephants and phoenixes, 13th -14th century

Kashan, Iran
impasto siliceo dipinte a lustro e blu cobalto
/ siliceous impasto painted lustre and cobalt blue collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 94

 

Giara con motivo del drago,
dinastia Joseon (1392-1910): XIX secolo / Jar with dragon pattern,
Joseon Dynasty (1392-1910): 19th century

Corea / Korea
porcellana con decoro in blu di cobalto sottocoperta / porcelain with cobalt blue underglaze decoration collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
n. inv. 20.S48-1.3

 

Statuina raffigurante un qilin, dinastia Ming (1368- 1644): XVII secolo / Statuette depicting a qilin,
Ming dynasty (1368-1644): 17th century

Cina / China
bronzo e smalto / bronze and enamel
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 10920

 

 

 

Vaso per abluzioni rituali (yi),
fine della dinastia Zhou occidentale (1045-771 a.C.) / Vessel for ritual ablutions (yi),
end of Western Zhou dynasty (1045-771 BC)

Cina / China
bronzo / bronze
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 15448

 

Secchiello per ammām, XII secolo / Bucket for ammām, 12th century

Khorasan, Iran-Afghanistan
lega di rame con decorazione incisa
/ copper alloy with engraved decoration
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex. inv. MNAO 20734 (donazione / donation Bonardi Tucci)

 

Ciotola a forma di loto per l’offerta dell’acqua, periodo Kamakura (1185-1333)
/ Lotus-shaped bowl for water offering, Kamakura period (1185-1333)

Giappone / Japan
bronzo dorato / gilded bronze
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 641

 

Contenitore per acqua usato dagli asceti (kamandalu) con versatoio in forma di testa di mucca, XVIII-XIX secolo / Water container used by ascetics (kamandalu)
with spout in the shape of a cow’s head, 18th-19th century

Rajasthan, India settentrionale / Northern India coco de mer e avorio / coco de mer and ivory collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, n. inv. 20.S48-1.169

 

Vishnu dormiente sul serpente Ananta (Vishnu Anantashayin) che galleggia sulle acque cosmiche, XVIII secolo
/ Vishnu sleeping on serpent Ananta (Vishnu Anantashayin), floating on cosmic waters, 18th century

India settentrionale / Northern India
acquerello opaco su carta / opaque watercolor on paper collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
n. inv. 20.S48-1.141

 

Segmento di fregio figurato curvilineo su due registri
con scena della gara del tiro con l’arco di Siddhartha,
seconda metà del I-II secolo d.C.
/ Curvilinear figurative frieze segment on two registers
with the representation of the archery competition of Siddhartha, second half of the 1st-2nd century AD

Arte del Gandhara, Saidu Sharif I,
Valle dello Swat, Pakistan settentrionale
/ Gandharan Art, Saidu Sharif I,
Swat Valley, Northern Pakistan
scisto azzurro / blue schist
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 4162

 

Oesho/Shiva tricefalo e a quattro braccia,
II-III secolo d. C.
/ Tricephalous Oesho/Shiva with four arms, 2nd-3rd century AD
Arte del Gandhara, Pakistan settentrionale
/ Gandharan Art, Northern Pakistan
scisto / schist
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 14845

 

Shiva e Uma (Umamaheshvaramurti),
periodo Katyuri (ca 700-1200): X-XI secolo
/ Shiva and Uma (Umamaheshvaramurti),
Katyuri period (ca 700-1200): 10th-11th century Uttarakhand, India nordoccidentale / North-western India fillonite / phyllonite
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex. inv. MNAO 8443

 

Testa di bodhisattva
dal sito rupestre di Tianlongshan (grotta VIII),
dinastia Sui (581-618): quarto anno dell’era Kaihuang (584) / Bodhisattva head
from the Tianlongshan rocksite (Cave VIII),
Sui dynasty (581-618): fourth year of the Kaihuang era (584)

Tianlongshan, Shanxi, Cina / China
arenaria / sandstone
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 1 (dono / gift K. Nezu)

 

Due statuine raffiguranti luohan, 1920-30 / Two statuettes depicting luohan, 1920-30

Cina / China
avorio e inchiostro / ivory and ink
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, n. inv. 22.S48-48; 22.S48-49 (dono / gift E. Fedi)

 

Ciotola globulare schiacciata con larga bocca con decorazione incisa ed ageminata,
fine XIII-inizio XIV secolo
/ Flattened globular bowl with wide mouth with incised and agemated decoration,

end of the 13th-beginning of the 14th century

Iran occidentale / Western Iran
ottone / brass
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 6034

 

Brocca tipo chanakkale con ansa a tortiglione con decorazione a motivi floreali, XIX secolo
/ Chanakkale-type jug with twisted handle and floral motif decoration, 19th century

Turchia / Turkey
terracotta ingobbiata / slipped terracotta collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 21133

 

 

Calzature ricamate
a motivi floreali e geometrici, XX secolo
/ Shoes embroidered
with floral and geometric motifs, 20th century

Pakistan o / or Afghanistan
cuoio / leather
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 19621

 

Statua di Manjushri, XVIII secolo / Statue of Manjushri, 18th century

Nepal
lega metallica dorata e pietre dure
/ gold-plated metal alloy and hard stones collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 20466

Coppa con coperchio, XVIII secolo / Bowl with lid, 18th century
Tibet
lega metallica / metal alloy
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 20570

Recipiente con versatoio, XIX secolo / Container with pourer, 19th century
Tibet
rame e argento / copper and silver
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 20602

Vaso con figure femminili,
periodo sasanide (ca 224-640 d.C.): V-VI secolo d. C. / Vase with female figures,
Sasanian period (ca 224-640 AD): 5th-6th century AD

Iran
argento parzialmente dorato, sbalzo e cesello
/ partially gilded silver, embossed and chiselled collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 8542.985

Rilievo di Batmalkû e airan,
periodo partico (247 a.C.-224 d.C.): III secolo d.C. / Relief of Batmalkû and Ḥairan,
Parthian period (247 BC-224 AD): 3rd century AD

Palmira, Siria / Palmyra, Syria
pietra calcarea, doratura e pittura
/ carved, gilded and painted limestone
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex. inv. MNAO 6011.6827 (collezione Sangiorgi, già collezioni Muñoz e Stroganoff / Sangiorgi collection, formerly Muñoz and Stroganoff collections)

Buddha in meditazione (Amitabha?),
dinastia Ming (1368-1644): XVI secolo – prima metà XVII secolo / Meditating Buddha (Amitabha?),
Ming dynasty (1368-1644): 16th century – first half of 17th century

Cina / China
legno di tiglio scolpito, laccato e dorato, pigmento azzurro
/ carved, lacquered and gilded lime wood, blue pigment
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MPE 80217 (dono Regia Marina / donation of the Italian Royal Navy)

Buddha in meditazione (dhyanamudra), dinastia Wei settentrionali (386-534): V secolo / Buddha in meditation (dhyanamudra), Northern Wei dynasty (386-534): 5th century
Cina / China
bronzo / bronze
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 710 (donazione / donation G. Auriti)

Buddha in meditazione (dhyanamudra), dinastia Wei: datato 501
/ Buddha in meditation (dhyanamudra), Wei dynasty: dated 501
Cina / China
bronzo dorato / gilded bronze
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 667 (donazione / donation G. Auriti)

Padmapani (“portatore del loto”),
forma di Avalokiteshvara,
dinastia Wei settentrionali (386-534): datato 503 / Padmapani (“the lotus bearer”),
a form of Avalokiteshvara,
Northern Wei dynasty (386-534): dated 503

Cina / China
bronzo / bronze
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 695 (donazione / donation G. Auriti)

Avalokiteshvara
nel “gesto della rassicurazione” (abhayamudra), dinastia Wei settentrionali (386-534): datato 532
/ Avalokiteshvara
in the “gesture of reassurance” (abhayamudra), Northern Wei dynasty (386-534): dated 532

Cina / China
bronzo dorato / gilded bronze
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 631 (donazione / donation G. Auriti)

Il bodhisattva della compassione Avalokiteshvara, datato 543
/ Avalokiteshvara, the bodhisattva of compassion, dated 543

Cina / China
bronzo dorato / gilded bronze
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 625 (donazione / donation G. Auriti)

Il bodhisattva Maitreya in meditazione, dinastia Wei orientali (534-550) (?)
/ Maitreya bodhisattva in meditation, Eastern Wei dynasty (534-550) (?)

Cina / China
bronzo / bronze
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 708 (donazione / donation G. Auriti)

Shakyamuni, il Buddha storico,
nel “gesto della rassicurazione” (abhayamudra), dinastia Qi settentrionali (550-577): datato 565
/ The historical Buddha Shakyamuni
in the “gesture of reassurance” (abhayamudra), Northern Qi dynasty (550-577): dated 565

Cina / China
bronzo / bronze
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 669 (donazione / donation G. Auriti)

Il bodhisattva Maitreya, datazione incerta / Maitreya bodhisattva, uncertain date
Cina / China
bronzo dorato / gilded bronze
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 659 (donazione / donation G. Auriti)

Avalokiteshvara col ramo di salice (cin. Yangliu Guanyin) , dinastia Sui (581-618) o inizi Tang (618-907): datato 582
/ Avalokiteshvara with a willow branch (chin. Yangliu Guanyin), Sui (581-618) o early Tang dynasty (618-907): dated 582
Cina / China
bronzo dorato / gilded bronze
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 668 (donazione / donation G. Auriti)

Palazzo Uffici, ufficio di un dirigente, 1940 / Office Building, an executive’s office, 1940
Roma, Italia / Rome, Italy
riproduzione fotografica / photographic reproduction courtesy Archivio Storico Fotografico EUR SpA,
n. inv. ASF E42 0342

Visita ufficiale al quartiere dell’Esposizione Universale di Roma. In prima fila a sinistra l’architetto Marcello Piacentini, in seconda fila con il cappello Vittorio Cini (Commissario Generale dell’E42), anni quaranta
/ Official visit to the Universal Exhibition area of Rome.
In the front row on the left the architect Marcello Piacentini, in the second row with a hat Vittorio Cini (General Commissaire of E42), 1940s

Roma, Italia / Rome, Italy
riproduzione fotografica / photographic reproduction
courtesy Archivio Storico Fotografico EUR SpA, n. inv. ASF E42 0126

Palazzo Uffici. Riprese cinematografiche davanti alla facciata meri- dionale dell’edificio, 1953
/ Office Building. Filming in front of the southern frontage of the building, 1953

Roma, Italia / Rome, Italy
riproduzione fotografica / photographic reproduction
courtesy Archivio Storico Fotografico EUR SpA, n. inv. ASF E42 0417

Interno di uno degli ambienti
del Palazzo Museo dell’Arte Antica, 1955 circa
/ Interior of one of the halls
of the Palace Museum of Ancient Art, about 1955

Roma, Italia / Rome, Italy
riproduzione fotografica / photographic reproduction
courtesy Archivio Storico Fotografico EUR SpA, n. inv. ASF E42 2177

Vista del Palazzo Mostra dell’Arte Antica da sud-est, 1956 circa / Ancient Art Exhibition from the south-east, about 1956
Roma, Italia / Rome, Italy
riproduzione fotografica / photographic reproduction
courtesy Archivio Storico Fotografico EUR SpA, n. inv. ASF E42 2038

Palazzo della Civiltà Italiana, vista frontale. Allestimento per l’Esposizione dell’Agricoltura, 1953 / Palace of Italian Civilization, front view. Preparation for the Agricultural Exhibition, 1953
Roma, Italia / Rome, Italy
riproduzione fotografica / photographic reproduction
courtesy Archivio Storico Fotografico EUR SpA, n. inv. ASF E42 0632

Palazzo Uffici, lato est, 1952
/ Office Building, east side, 1952

Roma, Italia / Rome, Italy
riproduzione fotografica / photographic reproduction
courtesy Archivio Storico Fotografico EUR SpA, n. inv. ASF E42 1007

Il Palazzo Uffici appena ultimato, fronte sud, 1939
/ The newly completed Office Building, south front, 1939
Roma, Italia / Rome, Italy
riproduzione fotografica / photographic reproduction
courtesy Archivio Storico Fotografico EUR SpA, n. inv. ASF E42 0553

Quartiere Operaio,
vista verso la torre civica della grande corte, 1940
/ Workers’ Village,
view towards the civic tower of the large courtyard, 1940

Roma, Italia / Rome, Italy
riproduzione fotografica / photographic reproduction
courtesy Archivio Storico Fotografico EUR SpA, n. inv. ASF E42 0032

Veduta aerea generale del cantiere dell’E42, 1941
/ General aerial view of the E42 construction site, 1941
Roma, Italia / Rome, Italy
riproduzione fotografica / photographic reproduction
courtesy Archivio Storico Fotografico EUR SpA, n. inv. ASF E42 2682

Ripresa aerea obliqua da nord del quartiere EUR, 1961 circa
/ Oblique aerial view from the north of the EUR district, about 1961
Roma, Italia / Rome, Italy
riproduzione fotografica / photographic reproduction
courtesy Archivio Storico Fotografico EUR SpA, n. inv. ASF E42 2734

Palazzo della Civiltà Italiana, vista da nord, 1940
/ Palace of Italian Civilization, view from the north, 1940
Roma, Italia / Rome, Italy
riproduzione fotografica / photographic reproduction
courtesy Archivio Storico Fotografico EUR SpA, n. inv. ASF E42 1298

Pietra litografica
/ Lithographic stone
Solhofen, Germania / Germany
disegno a inchiostro litografico lavorato dall’artista Bianca Baldi / lithographic ink drawing by artist Bianca Baldi
courtesy Litografia Bulla, Roma

Buddha stante nel gesto della rassicurazione (abhayamudra), stile tardo Ayutthaya-inizio Rattanakosin, XVIII secolo
/ Standing Buddha in the gesture of reassurance (abhayamudra), Ayutthaya-early Rattanakosin style, 18th century
Thailandia settentrionale / Northern Thailand
bronzo dorato / gilded bronze
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex inv. MNAO 2017.967 (dono di C. Dinaro alla memoria di suo figlio Ivanoe / gift by C. Dinaro to the memory of his son Ivanoe, 2012)

Testa di Buddha sotto un albero, seconda metà del I –II secolo d.C.
/ Buddha’s head under a tree, second half of the 1st-2nd century AD

Butkara I, Valle dello Swat, Pakistan settentrionale
/ Swat Valley, Northern Pakistan
scisto verde / green schist
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 1108

Gala Porras-Kim
A recollection returns with a soft touch
(Segmento di fregio figurato curvilineo su due registri con scena della gara del tiro con l’arco di Siddhartha
/ Curvilinear figurative frieze segment on two registers with
the representation of the archery competition of Siddhartha), 2024
video, 24’51’’
courtesy l’artista / the artist

Gala Porras-Kim
A recollection returns with a soft touch
(Oesho/Shiva tricefalo e a quattro braccia
/ Tricephalous Oesho/Shiva with four arms), 2024
video, 13’19’’
courtesy l’artista / the artist

Gala Porras-Kim
A recollection returns with a soft touch
(Shiva e Uma (Umamaheshvaramurti)
/ Shiva and Uma (Umamaheshvaramurti)), 2024
video, 12’56’’
courtesy l’artista / the artist

Gala Porras-Kim
A recollection returns with a soft touch
(Testa di bodhisattva dal sito rupestre di Tianlongshan (grotta VIII) / Bodhisattva head from the Tianlongshan rocksite (Cave VIII)), 2024
video, 9’14’’
courtesy l’artista / the artist

Gala Porras-Kim
A recollection returns with a soft touch
(Due statuine raffiguranti luohan
/ Two statuettes depicting luohan), 2024
video, 16’43’’
courtesy l’artista / the artist

Gala Porras-Kim
A recollection returns with a soft touch
(Urna cineraria (chedi) / Cinerary urn (chedi)), 2024
video, 20’25’’
courtesy l’artista / the artist

Gala Porras-Kim
A recollection returns with a soft touch
(Ciotola globulare schiacciata con larga bocca con decorazione incisa ed ageminata
/ Flattened globular bowl with wide mouth with incised and agemated decoration), 2024
video, 5’47’’
courtesy l’artista / the artist

Gala Porras-Kim
(Calzature ricamate a motivi floreali e geometrici
/ Shoes embroidered with floral and geometric motifs), 2024
video, 11’01’’
courtesy l’artista / the artist

Gala Porras-Kim
(Vaso rhyton a protome di equide
/ Rhyton vase with horse protome), 2024
video, 23’51’’
courtesy l’artista / the artist

Gala Porras-Kim
(Vaso con figure femminili / Vase with female figures), 2024
video, 7’31’’
courtesy l’artista / the artist

Gala Porras-Kim
A recollection returns with a soft touch
(Statua di Manjushri / Statue of Manjushri), 2024
video, 17’35’’
courtesy l’artista / the artist

Gala Porras-Kim
A recollection returns with a soft touch
(Coppa con coperchio / Bowl with lid)
(Recipiente con versatoio / Container with pourer), 2024
video, 8’28’’
courtesy l’artista / the artist

Urna cineraria (chedi), fine XIX secolo
/ Cinerary urn (chedi), end of the 19th century
Thailandia / Thailand
lega di rame dorata e laccata su anima di legno,
vetri rossi e verdi, tessere di specchio, quarzi e argento
/ gilded and lacquered copper alloy on wood core,
red and green glass, mirror tiles, quartz and silver
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex inv. 142046 (Dep. Società Geografica del 1896, già collezione
A. Luzzati / Dep. Geography Society of 1896, already collection A. Luzzati)

Gala Porras-Kim
A recollection returns with a soft touch
(Brocca tipo chanakkale con ansa a tortiglione con decorazione a motivi floreali
/ Chanakkale-type jug with twisted handle and floral motif decoration), 2024
video, 8’29’’
courtesy l’artista / the artist

Jermay Michael Gabriel የካቲት ፲፪ – Yekatit 12, 2022
cemento, ceramica, ferro e video / concrete, ceramic, iron, video collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma
opera acquisita grazie al Piano per l’Arte Contemporanea 2024 promos- so da Direzione Generale Creatività Contemporanea, Ministero della Cultura / work acquired thanks to the Plan for Contemporary Art 2024 promoted by Directorate-General for Contemporary Creativity, Ministry of Culture

Guanyin (sanscrito Avalokiteshvara),
il bodhisattva della compassione con ramo di salice, dinastia Ming (1368-1644): XVI secolo
/ Guanyin (sanskrit Avalokiteshvara),
the bodhisattva of compassion with a willow branch, Ming dynasty (1368-1644): 16th century

Cina / China
legno di paulonia scolpito da un unico blocco, tracce di preparazione e pigmenti / paulonia wood carved from a single block, traces of preparation and pigments collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex. inv. MNAO 208 (dep. Museo del Palazzo di Venezia,
ex collezione / former collection Prodan)

Placca raffigurante il Buddha
nei gesti della rassicurazione (abhayamudra)
e del dono (varadamudra) con assistenti,
dinastia Qi settentrionali (550-577) o Sui (581-618)
/ Plaque showing Buddha in the “gesture of reassurance” (abhayamudra) and the “gesture of gift” (varadamudra) with attendants,
Northern Qi (550-577) or Sui dynasty (581-618)

Cina / China
bronzo sbalzato e dorato / gilded embossed bronze collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 670 (donazione / donation G. Auriti)

EUR_ Asia

WELCOME (TO A PLACE NO LONGER EAST NOR WEST)

Encompassing artifacts, documents, scientific research and new productions, this new temporary display on the second floor of the Palace of Sciences, entitled EUR_Asia, previews the permanent musealization of all the Asian Arts and Cultures collections of the Museum of Civilizations. By 2026, all will be brought together on the building’s ground floor in a single integrated exhibition: both the archaeological and artistic collections of the National Museum of Oriental Art (MNAO), founded in 1957 at the behest of historian of religions Giuseppe Tucci, and the Asian ethnographic collections of the National Museum of Prehistory and Ethnography, founded in 1875 by archaeologist Luigi Pigorini.

The temporary exhibition EUR_Asia (an expression coined by geo­grapher Karl Gustav Reuschle in 1885 and introduced to the Italian cultural-historical sphere by Tucci) develops in five sections, consti­tuting the interconnected chapters of a museographic reflection. This is an investigation at once historical – tracing the history of museums no longer in existence, as well as the legacy of the Italian Institute for the Middle and Far East (IsMEO), co-founded by Tucci in 1933 – and methodological – as it tests criteria for the future rehanging of the­se very collections. Given the implications and potentials of this dual scenario, setting out a path from past to future, the project is carried out in collaboration with the Asian Art Museum of Turin (MAO) and in dialogue with a multiplicity of artists and authors who will perio­dically activate the exhibition.

1.
The first section, Chronicles and spectra of restoration: scientific research for a critical museology, serves as a ga­teway and narrative opening to the exhibit, and starts at the entrance of the Palace of Sciences. The simultaneous presen­tation of several works and their diagnostic analyses – carri­ed out by the ‘La Venaria Reale’ Conservation and Restoration Center and the Department of Applied Science and Techno­logy of the Politecnico di Torino, on the occasion of the exhi­bition Buddha10 at the MAO – highlights the fundamental con­nections between art-historical and scientific research, and equally, between research and restoration. Within this section, which continues on the monumental staircase, you can also experience a sound installation created by musician and com­poser Valentina Ciardelli, together with Anna Astesano and Chiu Yung Chan: a trio for harp, double bass and guqin, an ancient instrument of Chinese tradition that serves as an invi­tation to enter the reflective space-time of the exhibition.

2.
On the second floor, in the sub-porticos around the monu­mental staircase, the layout is inspired by the structure of Bud­dhist caves. Evoking the luminous progression found in the side aisles of chaityagrha 26, a sanctuary carved from the li­ving rock of Ajanta (Maharashtra, India), the path is marked out in showcase-niches housing a selection of some 100 works from the collections of the former MNAO, articulated in 16

cross-cutting narratives of Asian thought, history, arts and cultures. Each of these works, from different areas and eras, is explored in terms of relationships between materiality and functionalities, from practical and everyday to ritual and sym­bolic. In this our path transcends the aspects of geographical reference and limitation, opening instead to exploring the uni­versality of subjects – such as visions of death and immortality, the care of the body and spirit, the role of meditative techni­ques, the nuances of genders, cosmologies and cosmogonies – and the cross-penetration of art-historical themes – such as imaginary bestiaries, calligraphy and the meaning of colors. Here we traverse all of Asia, experiencing the continent in a journey open to influences from civilizations, religions and so­cial systems, until finally voyaging beyond, into the hypothe­tical outlines of what we call “Eurasia” (union of Europe and Asia), “Afrasia” (Africa and Asia) and “Oceanasia” (Oceania and Asia). After all, here at the Museum of Civilizations, our experience of Asia starts from within EUR (the district named for the never-inaugurated 1942 Rome Universal Exposition), be­coming precisely… EUR_Asia. Although displayed in museum showcases, the objects also address the history of the mu­seum as institution. Crossing borders and also millennia, we explore freely through space and time, reflecting in particular on the concept of the “Oriental art museum”, and so on the very concept of “the Orient”, consolidated in Europe during the 19th century as this continent developed its identity – from the opposite side – as “the West”. Going beyond this histori­cal opposition and the resulting narratives, sometimes of exo­ticizing character, the exhibition traces connections betwe­en artifacts, spatial coordinates, epochs, knowledge sets and beliefs, cultural traditions, natural materials and craft techni­ques. What develops is an illustrative map, composed of en­counters and comparisons, exchanges and negotiations, of the multiple and composite stories held within these very collections.

3.
At the center of the exhibition route stands a structure that, evoking a sacred Asian construction (a stupa, or temple), suggests the idea of the cosmic mountain or Tree of the World. Atop its central pillar there appears the image of a Buddha, in the gesture of reassurance (abhayamudra), overlooked by a small umbrella conceived by Andrea Anastasio, with his gaze turned to those about to visit, while around this we find the works of artist Gala Porras-Kim, Research Fellow of the Museum of Civilizations and Artist in Residence at the MAO. Investigating the interdependence between provenance, meaning, original function and the de- and re-contextualiza-tion, interpretation, and conservation of museum collections, Porras-Kim’s installation welcomes us as equal participants in the intimate relationship between the collections and those who regularly care for them, whether archaeologist, art histo-rian, or conservator-restorer.

4.
The last section, situated to the sides of Giulio Rosso’s stai­ned-glass window along the monumental staircase, is dedi­cated to the Great Project for Cultural Heritage and to the per­manent rehanging of the Asian Arts and Cultures Collections, including architectural drawings shared with the public in preview and a number of artifacts from the Asian collections of the National Prehistoric Ethnographic Museum, which have not been on display for decades and will serve as centerpie­ces of the reorganized exhibitions.

5.
Finally, the QR-code below leads to a digital brochure pre­senting a curated collection of in-depth texts and images, conceived less as an accompaniment for the on-site visitor and more as an opportunity for deeper exploration and sup­port for personal reflection, whether before, during or after a visit. “Is it possible to free our conception of a culture from its geographic boundaries – which in any case are mobile and porous?”, “From within the so-called ‘West’, can we imagine institutional projects and identities dedicated to the ‘cultures of the world’ which are somehow no longer Eurocentric?”, “Is it possible to develop a museum where the sharing of cultures, including the history of collection origins and interpretations, truly results in sharing?”… Is it possible then, to visit Asia, whi­le still in EUR? The answer is up to you…

OVERALL SUPERVISION
Andrea Viliani

SCIENTIFIC RESEARCH AND CURATION, ASIAN ARTS AND CULTURES COLLECTIONS SECTION OF THE MUSEUM OF CIVILIZATIONS
Paola D’Amore, Maria Luisa Giorgi, Laura Giuliano, Michael Jung, Gabriella Manna, Loretta Paderni, Paola Piacentini, Massimiliano Alessandro Polichetti

CURATION OF THE SECTION CHRONICLES AND SPECTRA OF RESTORATION: SCIENTIFIC RESEARCH FOR A CRITICAL MUSEOLOGY
Davide Quadrio, Anna Musini con Francesca Filisetti (MAO);

CURATION OF THE GALA PORRAS-KIM EXHIBITION
Davide Quadrio, Anna Musini con Francesca Filisetti (MAO);
Matteo Lucchetti, Andrea Viliani (MuCiv)

CURATION OF THE DIGITAL BROCHURE
Davide Quadrio, Anna Musini con Francesca Filisetti (MAO); Andrea Viliani (MuCiv)

RUP
Laura Giuliano

CONSERVATION AND RESTORATION
Giulia Cervi, Serena Francone, Alessandra Montedoro

ARCHIVAL RESEARCH, SCIENTIFIC SUPPORT
Antonia Sciancalepore, Pierfrancesco Fedi

EXHIBITION DESIGN, CONSTRUCTION MANAGEMENT
Dolores Lettieri

EDITORIAL COORDINATION
Vittoria Pavesi with Caterina Venafro

GRAPHIC DESIGN
Andrea Pizzalis

LIGHTING DESIGN
Carolina De Camillis, Riccardo Fibbi

SECURITY COORDINATION
Ugo Perotti

EUR_Asia – Long Captions

Jar
Plain white porcelain (baekja) was especially prized by the Korean court and elite of the nobility for its linear shapes and pure color. Produced in state-owned kilns called punwon, near the capital Seoul, these wares were at first limited to the royal household to then came into widespread use in the 16th century, even demanded as a tribute by the Chinese emperors. Among the different types, there were ritual vessels and cups for offerings, as well as small items for the desks of the literati. Certain large round vessels have taken the name ‘moon jars’ for their resemblance to the full moon. Any irregularities found in their round shape, arising from the realization technique of joining the two halves together, and any inhomogeneity of their color are elements especially valued for their aesthetic interest. For many Korean contemporary artists, ‘moon jars’ remain today a source of inspiration. MLG

Prayer triptych
The rich decoration of the triptych, an expression of popular religiosity, involves elegant writing inscribed on an arabesque background and decorative motifs with symbolic values. The central medallion, reciting the physical description of Muhammad, recalls the sun; the vases and plant motifs -suggesting the Tree of Life- list the moral qualities of the Prophet, his grandsons Hasan and Husain, and the first four caliphs; the cypress trees bearing the names of Allah and Muhammad symbolize the tall, slender figure of the Beloved. In the upper part, within a wooden frame of lobed profile, appear aerial views of the holy cities: Mecca and Medina. GM

Cup terminating in the head of a bull
This vessel relates to other more or less conical shapes from the pre-Achaemenid period, well-documented in numerous variants from Anatolia, Mesopotamia and Iran in the 1st millennium BC. Cups of this kind, made of precious metals with zoomorphic finials, were used in regal ceremonies and banquets. The pattern, with a goblet opening in an accentuated flare and terminating with an animal head, dates to the second half of the 2nd millennium BC and continues into the 1st millennium BC in the Assyrian-Iranian pre-Achaemenid repertoires of Northern Syria, Mesopotamia and North-western Iran, from the cities of Hasanlu and Bastam. Those known from Iran show stylistic relations with Assyrian ones from Assur and Nimrud. The earliest, made of bronze and decorated with incrustations, have been found at Hasanlu and date to the 9th century BC. The ritual meaning of this type of artifact is confirmed by sources such as the ceremonial records of the Assyrian court. The wall decoration of the palace of Sargon II at Khorsabad, from the 8th century BC, shows a very rare type with lion protome, in both goblet form and with handles, known as a situla, in the hands of people seated at a banquet, and as a tribute from the subjugated peoples. PP

Rhyton (liquid container) with horse protome
Rhyton with long conical body and flared rim, terminating in an equid protome. On the chest of the horse, in between advancing legs, there is a small hole with a raised margin for the escape of liquid. The object belongs to a class of horn-shaped vessels terminating in a protome (head or front an animal) documented in Iranian art since the 9th century BC. In use, the vessel was filled from the top and the liquid would flow from the protome towards the mouth of the recipient. The zoomorphic termination with a pourer on the chest, known during the Achaemenid period, appears more widespread in the Western satrapies of the empire. From the Parthian period there are quite widespread models with the pourer made as a simple hole, sometimes in a leg of the animal or developed as a true spout protruding from the chest, which we can observe more often in metal specimens. The typology of the object attests to the continuity and vitality of the Iranian artistic tradition, further exemplified by specimens in ivory from Old Nisa in Turkmenistan. PP

Vessel with female figures
Four female figures are represented in relief on gilded ovals: their heads within aureoles, their bodies in frontal view and legs in profile. The sense of motion is imparted solely by the bending of the right leg and foot. Wearing transparent tunics and veils, they carry birds, plant and floral elements, vessels and percussion instruments. This vase belongs to a class of silverworks specific to the Sassanids, the last great empire of Iran. The decorative repertoire, including pear-shaped vessels such as these, featured subjects of anthropo-zoomorphic and mythic-symbolic character. The depiction of so-called ‘dancers’ enjoyed great fortune: frequently, they were framed within porticos of more or less structural and decorative definition, while their attributes and the sense of their engagement could vary. Such figures, also depicted in scenes of regal majesty, are understood as relating to the cultic sphere of Anahita, the Iranian goddess of water and a symbol of nature’s fertility, an expression of prosperity and abundance. Such prized objects were also likely intended for the bazm, the royal banquet. PP

Boar’s head in pearled roundel
The round or ‘medallion’ representation belonging to earlier Near and Middle Eastern times is enriched in Sasanian art by the addition of a pearl border. The ideological and symbolic significance of the boar in Sasanian culture is expressed in the Zoroastrian religion, which dedicates a prayer hymn (Yasht) to the god Verethragna, who is the essential expression of victory. The boar, as is the ram, is one of the ten possible manifestations of this deity. Associated with royalty, the image also decorated the crowns of kings and queens, as well as coins and regal seals. The protome within a pearl round recurs on silver plates, architectural stuccoes and terracottas, but its fortune was particularly linked with the textile arts, as evidenced in the rock-carved hunting scenes of Taq-e Bostan (Western lran). The international dimension of Sasanian art favored the spread of the motif both to the East (Central Asia and China) and the West (Byzantium). PP

Couple of dancing deities
A couple, interlaced in a dynamic dance in prelude to hierogamy (or marriage between deities), can immediately communicate interrelated meanings. The male component carries in his left hand the hourglass form of the double tambourine (damaru), whose sound urges beings to salvation; meanwhile in the opposite hand, the goddess holds a sprig of a plant, suggesting the lotus bud – promise of an accomplished and transcendent purity. The allusion, however, could equally be to jasmine, whose aroma, in ordinary consciousness, offers a prelude to the subtle fragrances produced in the bodies of the adepts of tantric yoga. This work, an excellent artistic expression and synthesis of its source cultural sphere, had served as a figure of presentation for the ‘Giuseppe Tucci’ National Museum of Oriental Art, where it was seen on a banner of greeting to Palazzo Brancaccio. Not only do the cosmic dancers communicate the conception of the two-sexed universe, but also the equal dignity of the genders. The female and male parts of the divine universal are represented at equal size, and therefore as equal in importance- a communication further suggested by the only slight differentiation of sexual features, and the wearing of identical clothing and ornaments. MAP

Guanyin (Avalokiteshvara, bodhisattva of Compassion)
The figure of Avalokiteshvara gained popularity in China at the beginning of the 3rd century AD, with the translation of the Lotus Sutra (Chinese Miaofa Lianhuajing). The sutra, one of the major Indian texts of Mahayana Buddhism, enumerates 33 different forms that may be assumed by the bodhisattva when called to aid by the faithful. The earliest Chinese representations closely follow the Gandharic iconography arriving via the Silk Road with the eastward spread of Buddhism, in which the bodhisattva is seen as a bejeweled young prince in Indian attire. In later depictions, especially those of the Ming and Qing dynasties (14th-20th centuries), Avalokiteshvara – in Chinese Guanyin or Guanshiyin (‘The one who sees/hears the voices of the world’) – is increasingly seen in female form, clothed in white robes with a head-covering and holding a child. Chinese women seeking childbirth would invoke Guanyin in this form. This worship is still widely respected throughout Buddhist Asia. MLG

Ardhanarishvara, ‘The Lord Whose Half is Woman’ (androgynous Shiva)
This contemporary painting from the region of Mithila in the Indian state of Bihar, bordering Nepal, depicts a version of Ardhanarishvara (the Lord Whose Half is Woman). In this image of the Androgyne, we see the features of both Shiva and his bride Parvati, signifying that in the entirety, the deity integrates the aspects of both the male and the female part of the couple. Such modern paintings, appreciated for their lively language and decoration, renew the ancient tradition of the women of Mithila, who would decorate the walls of their homes with images of deities and motifs of good fortune during occasions of religious celebrations and rites of passage. Stimulated by a government project of the late 1960s, and seeing this as a potential source of income, they began to work on paper in the manner they had earlier painted their homes. LG

Shiva and Uma (Umamaheshvaramurti)
The relief shows Shiva and his bride – Uma or Parvati – seated next to each other in an attitude of emotional correspondence. The four-armed god, seated in the regal pose (lalitasana), grasps Uma close: with the left hand raised he holds the trident (trishula), his distinctive weapon; with the right hand placed in front of his chest he performs the “gesture of knowledge” (jnanamudra), emphasazing his appearance as Dakshinamurti, the universal master (jagat guru), the one who imparts inner knowledge and the secrets of yoga. Evoking the conjugal dimension, the ascetic nature of Shiva, the yogin par excellence, is however easily perceived, highlighted by the renunciate’s hairstyle and the band of cloth used to maintain the meditational posture of the legs (yogapatta). The image communicates, in an ambivalent relationship, the tension between eros and its renunciation, between passion and not succumbing to it, characteristic of the myth of this deity. LG

The buddha Shri Heruka Sahaja Chakrasamvara in hierogamy with his consort Vajravarahi
Shri Heruka Sahaja Chakrasamvara (‘the glorious terrifying one who spontaneously witnesses the experiential process of expansion of psychic centers’) is the personification and synthesis of an extensive liturgical-esoteric literature. In the most frequently depicted form -in whose name the element ‘paramasukha’ (supreme bliss) replaces ‘sahaja’ (spontaneous coemergence)- the male component of the deity presents four faces and 12 arms. In this representation we see him with only one face and two arms, in the posture known as alidhasana (left knee bent outward, right leg outstretched) while trampling two subjugated. On a base composed of a lotus double-corolla, the figure stands in sacral union with Vajravarahi, who embraces Heruka while entwining him with her right leg. Although subject to over-enthusiastic cleaning in recent times, the fine artistic quality of this Himalayan metalwork is still readily perceived. First shown in the exhibition The Tiger and the Lotus Flower (former MNPE, 03/29-10/06/2001), and later in the permanent display of the Tibet-Nepal sector of the National Museum of Oriental Art, this exemplary work was also chosen for the theme ‘The Eros’ proposed by the Ministry of Cultural Heritage (MiBACT) in 2016. MAP

Offering ritual at a stupa
The relief depicts monks and lay people engaged in an offering ceremony around a stupa, the quintessential Buddhist monument housing the relics (sharira) of the Enlightened One. This is conceived as a solid structure – somewhat resembling a mound – with a small, unreachable interior space containing a reliquary with the ashes of the Buddha, of particularly revered monks, sometimes manuscripts or ritual objects. In addition to funerary associations, the stupa, like other religious monuments, involves complex symbolisms: this is an image of the universe, alluding to the birth of the cosmos but also identified with the body and doctrine of the Buddha. Over a circular or quadrangular base (medhi), alluding to the earth, there rises a hemispherical structure called anda (egg), a symbol of the heavenly vault or primordial egg from which the cosmos emerges. A pillar (yupa or yashti), running through the monument and extending from the dome, replicates the Cosmic Axis that separates and simultaneously unites heaven and earth, and by extension symbolizes the Tree under which the Buddha attained Enlightenment. The top of the stupa is decorated with a varying number of disc-shaped parasols (chattra), symbolizing the spiritual sovereignty of the Buddha and the various heavenly worlds. LG

Vajradhatu mandala
In the Vajrayana tradition of Mahayana Buddhism, ‘awakening’ (bodhi) and its path of arrival are described through the diagrammatic manner of an architectural plan. The mandala is an idealized representation of the relationships existing between the universe and the human mind. These so effectively summarize the main Buddhist cosmological and psychological conceptions that Giuseppe Tucci, a great Orientalist and the father of modern Tibetology, called with the now-classic appellation of ‘psychocosmogram’. The form of the mandala relates to the plan of a palace for a ‘universal monarch’ (chakravartin), a concept traceable in turn to the formalization of the Iranian urban ideal. The palace of the Indian monarch, like that of the Babylonian ruler, harks back to the pattern of stepped pyramids, topped by a temple. It is here that the universal monarch must reside, since, as king of the gods, he would live on the summit of the cosmic mountain, symbolizing the integration of the political order with the religious one -the indissoluble union of heaven and earth. A mandala can be represented not only in drawing, but also in painting, sculpture, with constructions of gems, flowers, rice, even colored sands or stones. Finally, it can be recreated within the one’s own mind to actively transform its processes. MAP

Map of the universe in the shape of the Cosmic Man (Lokapurusha)
The Jain image of the Cosmic Man (Lokapurusha) provides one of the most vivid representations of the analogy between the human body and the universe. Within the body of this figure there are the different areas of space: the underworld is represented below; at belly level is located the ‘world of men’ (Manushyaloka); at its centre there is Mount Meru, the cosmic mountain, the only place where one can achieve liberation from samsara. On the chest and the face, we see the heavenly worlds inhabited by the gods in a state of bliss due to the good karma accumulated in previous lives, but not exempt from transmigration: to achieve liberation, they must still obtain a birth on earth. In the course of their existence, beings travel through the various regions of the cosmos and based on their actions, they become manifest in one of the four possible modes of life: human, divine, animal, hellish. Once liberation is achieved, they arrive at the abode of the siddhas, perfect beings emerged from the cycle of rebirths, whose seat is located in the diadem of the Cosmic Man. LG

Tiles with ascetics, couples behind balconies and geese
The tile, part of a series of similar specimens held in other museums, decorated the riser of a seat placed in the courtyard of an apsidal temple in the Buddhist monastery of Harwan, Kashmir. At the bottom is a row of geese, two of them with outstretched wings, probably symbolizing the liberated soul. The middle section shows images of naked and emaciated ascetics, in a crouched position and with their hair unbound. These contrast sharply with the heads of bejeweled and dialoging laymen, seen in the upper section. These ascetic figures have sometimes been identified as ajivika: a little-known renunciate group, whose founder Makhali Gosala was a contemporary of the Buddha and Mahavira. We have little information about them only from secondary sources, some of which inform us that the ajivikas, like a part of the jaina, practiced nudity. The identification of the figures is, in fact, still in doubt and their significance remains deeply obscure.
In any case, they testify to the interest in an ascetic ideal, which favored extreme practices, in the regions of Northern and North-western India. LG

Jina couple standing in kayotsarga (posture of ‘abandoning the body’)
These two relief portions bear images of two characters of the Jain religion (Jinas or ‘the Victorious Ones’) naked and standing rigidly in the so-called posture of ‘abandonment of the body’ (kayotsarga), which indicates a state of deep absorption and is typical of ascetic practice. Jainism, which among all the original religions of the Indian subcontinent most extolled the theme of nonviolence (ahimsa) toward all sentient beings, saw its origin, like Buddhism, in North-eastern India in the 5th century BC. Its founder is held to be Mahavira (the Great Hero), but before him, according to the Jain faith, there were 23 other Jinas or Tirthankaras (Ford-makers), who during this cosmic cycle achieved liberation from the eternal cycle of births and deaths (samsara) and freed themselves from the law of karma. The two figures, Sumatinatha and Neminatha (fifth and twenty-second Tirthankaras, respectively), show a cranial protuberance (ushnisha) covered by curly hair, and have greatly elongated earlobes. In the center of the chest, they bear the auspicious symbol of shrivatsa. The absolute nudity testifies to the fact that these images were worshipped in the Digambara context, the sect of the ‘sky-clad’ which preached complete renunciation, even of garments. LG

Bhavachakra (the wheel of becoming)
In the Vajrayana tradition of Mahayana, Buddhahood and its path of arrival are described in the diagrammatic manner of an architectural plan, the mandala: an idealized representation of the subtle relationships between the universe and the human mind or microcosm. Also called the ‘psychocosmogram’, following Giuseppe Tucci’s now-classic appellation, the mandala can be conceived as the world of being, presided over by truth. The bhavachakra (in Sanskrit, ‘wheel of becoming’; in Tibetan, ‘wheel of life’ or Srid.Pa’i.’Khor.Lo, a kind of mental map of the conceptions at the basis of Buddhist psycho-cosmology) is against the world of becoming, the samsara devoured by oblivion represented by Yama, the god of the dead, who holds the world in his jaws, in illustration of its inherent pain. For Mahayana Buddhism (including Indo-Tibetan Vajrayana Tantrism), the ideal of holiness is the figure of the bodhisattva (the ‘being of awakening’), who, motivated by compassion, continues to reincarnate until all beings have been saved. The bodhisattva strives to achieve awakening (bodhi), beginning with the gradual undoing of the ‘dissonant emotions’ (klesha) that compel transmigratory beings towards rebirth, unknowingly and without choice, in the realms that constitute the cycle of existences, or samsara, as represented in the bhavachakra: hells, ravenous spirits, animals, human beings, titans and worldly deities. MAP

The death of the Buddha (parinirvana)
After tirelessly preaching his doctrine and converting rulers, heretics and common people, the Buddha died – according to the tradition – as a result of a meal of bad meat. At the end of his life, he reached the Hirannavati River on his way to Kushinagara in the country of Malla. Here he lays down on his right side between two shala trees, where, assisted by Ananda, his faithful disciple and beloved cousin, the Master expired, entering supreme nirvana (parinirvana). Around the Buddha’s body rose the wailing of creatures. Some disciples, in deep despair, fell to weeping, but the more evolved monks reminded them that every phenomenon is impermanent, and so inexorably destined for dissolution.
And when the Blessed One was entered into nirvana, some of the monks, from whom passion had not entirely disappeared, with arms raised, falling prostrate on the ground and rolling back and forth, lamented: “Too soon the Blessed One has entered nirvana, too soon Sugata entered nirvana, too soon the eye of the world was extinguished.” But the monks from whom passion had disappeared, endured mindful and aware, thinking, “ The composite things are impermanent. How could it possibly be otherwise?
(Dighanikaya, XVI, 5, 1). LG

Relief of Batmalkû and airan
Carved in high relief, in frontal view, we see Batmalkû, wife of Qirdâ, with her son Ḥairan. The woman wears a pleated turban with a veil, a chiton (tunic) and a himation (cloak). The boy wears a tunic, trousers and shoes; he carries a bird and a bunch of grapes. The inscriptions are written in Palmyrian Aramaic and indicate the name and patronymic, followed by a typical formula of condolence.

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Tadmor (Palmyra in Western sources) was a rich and powerful caravanserai of Central Syria, strategically located on the Eastern limes, delimitation of the Roman empire. From the 3rd century BC, the city prospered without pause for nearly six centuries, until the sack of 273 AD ordered by Emperor Aurelian. The control over trade between East and West long guaranteed the city’s wealth, as well as its autonomy from the two hegemonic empires of Rome and Parthia. Palmyrene sculpture developed from the 1st century BC to the 3rd century AD and is known for its decorative architectural elements, and above all for its ornamental reliefs with mythical (Temple of Bel), votive, cultic, and particularly funerary subjects. Vast necropolises, closely connected with the living city, have yielded tombs of different types, all intended to house the body and soul (npš) of the departed: so-called tower, temple or house tombs, and underground ones called bt lm (house of eternity) in Palmyrene inscriptions. PP

Panchika and Hariti
These two reliefs show a tutelary couple much revered in Northern and North-western India during the early centuries of the Common Era, consisting of Pancika (or Kubera), a general of the yaksha army (semi-divine nature spirits), and his wife Hariti, a child-devouring ogress. Although Hariti most likely originated as a personification of smallpox, her cult was later absorbed into Buddhism, and she was pacified and transformed into a maternal deity and protector of childhood. Her name descends from the Sanskrit root hri or derivative har, meaning ‘to kidnap’, and refers to her habit of seizing the children of others. The spread of her image is probably testimony to an ancient smallpox epidemic developed in these subcontinental areas around the 2nd century AD, an event that many historians believe was closely linked with the ‘Antonine plague’ which inflicted the Roman Empire since the 165 AD. It is possible that the disease originated in the Far East and then spread across the Silk Roads to Southern and Central Asia. From there, it reached the Mediterranean, probably being diffused through the Roman military campaigns against the Parthians, but also through the maritime trade routes. LG

Acupuncture model
In acupuncture – one of the main Chinese therapeutic techniques – special needles are applied at specific points along channels (meridians) that run through the body, carrying flows of vital energy (qi), in this way creating a stimulus. This near life-size model of a male body was made for the demonstration and teaching of the practice: the points of insertion of the needles, hollowed in the wood, each with its own denomination carefully noted, are reinforced by a metal frame, where the needles can be actually inserted. Smaller statuettes of this kind, made in bronze from previous models, date back to the Ming Dynasty (1368-1644). Examples are also known from several East Asian countries other than China, where acupuncture was introduced and widely used as a therapeutic method. Apart from printed diagrams, similar models made of synthetic materials with meridian markings are still used in the world-wide teaching of acupuncture. MLG

Female Head
This female head shows the details of an elaborate hairstyle, rich jewelry and a series of beauty marks on the face – perhaps tattoos or temporary decorations. In the center of the forehead, a heart-shaped motif reproduces the leaf of the pipal or ashvattha (Ficus religiosa), the ‘Tree of Enlightenment’ in Buddhist tradition; while, over the cheekbones, there are rows of triple rosettes. The meaning of these signs has been traced back to values of good fortune, fertility and healing, and to the spiritual life of the faithful. The head is from a stele depicting a high-ranking female personage in the role of a devotee or donor. The pattern of this and some other female figures could possibly be traced to the Kalash and other Dardic peoples of Chitral, whose women still decorate their faces with motifs very similar to these. LG

Fragment of a yakshi (vegetation goddess)
This fragment of a female figure in tribhanga pose (the threefold bending of the body typical of Indian art) has a narrow waist and wide hips and wears a diaphanous robe that allows full sight of her genitals, which is held at hips level by an elaborate belt. Her left hand, with a ring on the little finger, rests on her hip. The shawl cloth, that was hanging on the sides of the figure, is rolled around the wrist. The fragment is from a representation of yakshi, the female spirit of nature whose worship, widespread in India since a very ancient period, was later absorbed into Buddhism, Jainism and Hinduism. From the earliest centuries of the Common Era in Central and Northern India, sensual figures of yakshi were depicted along the balustrades surrounding Buddhist and Jain stupas. In many cases they were shown clinging to a tree trunk with the right hand raised to clutch a branch, evoking values of fertility, fecundity and abundance. LG

Incense burner with Taoist deity Taishin-o-Fujin, daughter of Queen Mother of the West
The perfume burner depicts an Immortal (sennin) seated on a rock outcropping in the frothy waves of the Eastern Ocean, on whose islands the Immortals are said to dwell. A cloud of vapor rises from a bowl in his hand, and from this a dragon springs. The elaborate composition culminates in a deity accompanied by two children: Taishin-o-Fujin, a Taoist goddess of Chinese origin (Chinese Taizhen Wang Furen), daughter of the more frequently depicted Queen Mother of the West (Chinese Xi Wang Mu, Japanese Seiobo). Dressed in Chinese robes, with a phoenix – a fantastic animal associated with the feminine and sometimes with the Empress – in her hairstyle, the goddess is identifiable by her accompanying white dragon and the single-string musical instrument seen in her hands, whose sound recalls hundreds of birds. The peach held by one of the children is a symbol of immortality. The Taoist pantheon includes diverse goddess-beings and women who have achieved immortality -complex figures of many aspects, including astral ones. MLG

Bust of Narasimha, the Lion-Man, fourth avatara of Vishnu
This bust depicts Narasimha, the Lion-Man and the fourth avatara of the god Vishnu, descended into the world to restore universal order and defeat the demon Hiranyakashipu, when his might had grown to endanger the stability of the cosmos. Here we see Narasimha with features both human and feral: his chest crossed by the Brahmanical sacred thread and the jaws of his powerful head half-open, showing his canines and protruding lion tongue. Research suggests that the origins of Narasimha can be traced to a tribal deity of animal form, later absorbed by Hinduism with the aim of integrating the religiosity of local pastoral groups, whose numerical or military strength would contribute to the growth of the community. Many Indian dynasties had a particular appreciation for this avatara, also for the regal connotations of the lion. LG

Jar with dragon pattern
The dragon (Chinese long, Korean yong), originating in Chinese mythology, is one of the animals of the four directions: it represents the East, the spring season, the element of wood, the color blue-green (qing), as well as being one of the zodiac signs. Although there are various species of dragon, they all are benevolent creatures embodying masculine and luminous yang energy. The dragon is also connected to the wet element, living in the waters from which it rises to the sky, and is the bringer of rain, especially the spring rains needed for agriculture. It appears in many cosmological myths, and in China its representations are found on objects from as early as the Shang period (ca. 1600-1045 BC). The Erya, the earliest known Chinese dictionary (4th-2nd century BC), describes the dragon as having a head like a camel, antlers like a deer, body like a snake, legs like a tiger, and claws like a hawk. In China, the dragon is the symbol of imperial power. In Korean shamanism, it personifies the powerful Rain Spirit, while in Confucian circles it symbolizes the wise and virtuous ruler. MLG

Statue portraying a qilin
The Chinese term qilin, usually translated as ‘unicorn’, denotes an animal unknown in nature: white or of other colors, with the body of a deer covered in fish scales, and with hooves, an ox tail, and a fleshy horn on its forehead. Together with the dragon, the phoenix and the turtle, the qilin is one of the four traditional supernatural creatures (siling). It seems to appear when a righteous ruler reigns: for example, it is said to have come to the mother of Confucius before his birth, and even earlier to the mythical emperor Fu Xi, bearing the diagram that gave rise to the trigrams of the Book of Changes (Yijing). This is a benevolent and peaceful creature who avoids harm to any living being, refraining even from trampling the grass; a symbol of righteousness and, according to popular belief, the bearer of offspring. Over the centuries, the qilin has also become part of the imagery of Korea, Japan, and many Southeast Asian countries. MLG

Vessel for ritual ablutions (yi)
Bronze vessels of exclusively ritual use have been found in large quantities in the tombs belonging to early Chinese dynasties. These were used in ancestral temples for sacrifices involving food and alcoholic beverages, offered to the ancestors’ spirits of the rulers’ clans and aristocracy. The purpose of the offerings was to ensure protection for the descendants, according to the dictates of a very early form of Chinese spirituality, the ancestor worship, which was maintained at least until the end of the 19th century and is still practiced today in parts of Asia. The form, use and naming of these objects were codified in texts. The vessel on display (called a yi) was used for ritual ablutions: during purification ceremonies preceding sacrifices, an attendant poured water over the officiant’s hands and collected it below in a pan basin. This type of vessel was used from the early 9th century to the end of the 4th century BC: a span of time suggesting the great importance placed on the concept of purification in the era of the Zhou dynasty. MLG

Bucket for ammām
This bucket in metal alloy harks back to the Middle Eastern hammām, the thermae or public baths recounted in many travellers’ chronicles with such mysterious and suggestive tones as to tickle the imagination of the 18th-19th century European culture. The attention to the body, treated with sands, spatulas, and scented ointments, as well as the promiscuity of these places aroused fantasies of an erotic (if not lascivious) world, far removed from reality.
Often characterized by a globular body on a splayed foot and a movable handle, these buckets are typical of the production of the region between Eastern Iran and Afghanistan. Their decoration (sometimes richly inlaid) often features astrological symbols, animals in procession or facing, and cartouches with auspicious inscriptions for the possessor. Paired with pourers, also made of metal alloy, the buckets could also be used in ritual ablutions. GM

Vishnu Sleeping on the Serpent Ananta (Vishnu Anantashayin)
At the end of each cosmic cycle, Vishnu rests, reclining on the coils of the serpent Ananta (the Endless One), floating on the waters of the primordial ocean. This is the representation of the cosmic night, the moment when the manifestation is reabsorbed by the Principle. The remnant of the just-destroyed universe is symbolized by the body of the serpent, also called Shesha (the Remnant). Suddenly, from the navel of the deity sleeping on the waters, there rises a lotus flower on which Brahma, the Creator, appears: this is the beginning of a new cycle, the dawn of the first cosmic day. In Indian art, the image of Vishnu sleeping on the waters may be placed in a temple pool or carved near a river or the ocean, leaving the waves to lap his figure. In the Khmer world especially, this Vishnu icon may be carved in relief on a rock in mid-river, so that the monsoon waters cover the image but in the dry season it is revealed, suggesting the cyclical nature of creation and the genesis of a new world, with the expiry of the preceding one. LG

Guanyin (Avalokiteshvara), the bodhisattva of compassion, with a willow branch
The figure, holding a willow branch (partially missing) in his raised right hand, represents one of the 33 canonical forms of Guanyin described in Chapter 25 of the ‘Lotus Sutra’ (Miaofa lianhua jing, Lotus Sutra of the Wonderful Law), one of the earliest texts of Mahayana Buddhism, firstly translated to Chinese in the mid-3rd century AD. Of the many aspects this bodhisattva can take in coming to the aid of sentient beings, this is the ‘Guanyin of the willow branch’ (Yangliu Guanyin). In China, the willow tree was associated with purification rituals involving sprinkling of water. Willow, containing salicylic acid, is an anti-inflammatory remedy, and this probably contributed to its association as an attribute of Guanyin, who sprinkles his devotees to free them from illness, and physical and spiritual suffering.
Although not easy to read given the complete loss of its polychromy and poor state of conservation, from an iconographic perspective the sculpture seems to belong to the tradition of the pre-Tang, Sui and Tang dynasties (5th-10th centuries). In spite of this, C14 radiocarbon analysis indicates its dating between the late-15th and the early-17th centuries, in the era of the Ming dynasty. It was then clearly inspired by models already obsolete, due to the emergence of new iconographic and stylistic forms in the 9th century, particularly concerning the depiction of Guanyin.
The statue was sold in 1954 to the Italian state by Mario Prodan, a well-known collector of Chinese art, and assigned to the National Museum of Palazzo Venezia; in 1958 it entered the collection of the National Museum of Oriental Art. MLG

Meditating Buddha (Amitabha?)
This work was likely one of a series of five Buddhas: the Tathagatas of Wisdom (Chinese Wuzhi Rulai), or the Buddhas of the Three Worlds (Sanshi Fo) and Three Directions (Sanfang Fo). These large statues were often placed on the main altar of Ming-era Chinese temples, depicted seated side by side on lotus corollas and leaning against decorated haloes. In the case of triads, Shakyamuni (the Buddha of our current era) would be at center; to the East/left there would be Akshobhya (presiding over the Eastern Paradise); and to the West/right there would be Amitabha (Amituofo), the Buddha ‘of infinite light’ presiding over Sukhavati, the Pure Land of the West (jingtu), where worshippers hope to be reborn from a lotus flower. The different Buddhas were usually distinguished solely by their gestures, although they could also be identical. Amitabha, in particular, is almost always seen in the meditation mudra (dhyanamudra).
The work is carved from several joined wooden blocks. At chest height is a cavity – revealed by analysis – and within this there is a metal disk, identifiable as a mirror. Wooden and bronze Buddhist sculptures were consecrated by inserting objects such as relics, sacred texts, precious stones, and silken textiles. The use of mirrors for this purpose is documented in China especially from the 11th to the 14th century, and bronze mirrors have also been found in the reliquary-receptacles of some pagodas, probably for purposes for protection. In Buddhism, the meanings of the mirror are multiple and vary from school to school: they can symbolize Emptiness (shunyata), or the mind that perceives experience without beclouding from emotions, or wisdom devoid of dualistic thoughts and reflecting all phenomena with clarity (‘awareness-mirror’, adarshajnana).
This sculpture was donated to the Royal Italian Navy in 1902, by Rear Admiral Camillo Candiani, commander of the Far Eastern Division. It likely came from the ancient province of Zhili, which included the city of Peking and also Tianjin, where, from 1901 to 1943, Italy held a concession. MLG

Avalokiteshvara with a willow branch (Chinese: Yangliu Guanyin)
Earliest devotional Chinese Buddhist images, made around 300 AD, were gilded bronze figurines similar to those brought by travelers from Central Asia, as they journeyed further East. The works on display are slightly later, from the period of the Northern Wei dynasty (386-534) – founded by the non-Han Tabghatch (Tuoba) people – and the immediately succeeding Eastern Wei, Northern Qi and Sui dynasties (6th/early-7th century), a key era in the establishment of Buddhism in China.
Votive inscriptions, often found on the base or nimbus of the statuettes, inform us of the identity of the deities, the names of the patrons – whether monks or lay people – and the reason for their making, usually the salvation of parents and relatives. We also know from these short texts that the most frequently depicted were Shakyamuni, the historical Buddha; Avalokiteshvara, the bodhisattva of compassion; and Maitreya (Chinese Milefo), the Buddha of the future, currently residing in the Tushita Paradise, who will come into the world to restore Buddhist doctrine (dharma). Some inscriptions also name the places of production, always in Northern China. The indication of the date of production, when reliable, is also instrumental in tracing the evolving iconography and styles of Buddhist art: the Gandharic models, transmitted by the Silk Road caravans and adopted in the early 4th century, are reworked by the Wei in the light of Chinese aesthetics, resulting in a general flattening of the image, faces with characteristic smiles, and minute formalism in the drapery and decorative motifs. It was not until the Northern Qi (550-577) and Sui (581-618) that figures began to acquire volume, and body contours began to emerge, a trend that would reach its peak with the Tang (618-907), thanks in part to renewed artistic influences from India.
The collection of Asian bronzes assembled by Giacinto Auriti (1883-1969), a diplomat and professor of Japanese language and culture, during his years as ambassador to Japan (1933-1940), was donated to the Institute for the Middle and Far East (IsMEO) in 1960 and exhibited at the National Museum of Oriental Art until 2017. MLG

Valentina Ciardelli
Oro – Huángjīn, 2023
The sound installation Gold – Huángjīn is a trio for harp, double bass and guqin, an ancient instrument of the Chinese tradition, originally played as accompaniment to individual meditation. The musical composition enhances both the popular Chinese instrument and the two instruments of the Western tradition, merging them into an 18-minute piece divided into seven micro-movements. The music of Gold – Huángjīn accompanies the listener on an ascetic-meditative journey of contemplation of the three instruments as an ensemble, and at the same time as individual voices. The writing of the Chinese notation is by the artist Chiu Yung Chan, who translated Valentina Ciardelli’s stave.

Anna Astesano, Valentina Ciardelli: The Girls in the Magnesium Dress
The Girls in the Magnesium Dress is a chamber collaboration by Anna Astesano (Savigliano, 1993) and Valentina Ciardelli (Pietrasanta, 1989), featuring the double bass and harp. The duo chose the name in tribute to one of the best-known orchestral pieces by Frank Zappa, the multifaceted American composer. Their versatile and virtuosic repertoire offers brilliant transcriptions from the world of opera and 21st century music, counteracting the stereotypes commonly associated with both instruments.

The ritual umbrella
The ritual umbrella that overlooks the statue follows the classic five-level structure sloping upwards, which determines its shape, especially in South-East Asia. The project, conceived by Andrea Anastasio, is realized thanks to the collaboration of the Italian Cultural Institute of New Delhi with the women’s association Insha-e-Noor, which operates in the Nizamuddin Auliya Dargah complex in New Delhi, supported by Aga Khan Development Network. The paper petals are hand-carved following the classic mashabriya patterns. The syncretism of Islamic and Hindu and/or Buddhist ornamental elements has long characterized the Mughal court in Delhi as documented in the architecture and applied arts of the period, especially during the empire of Humayun and his son Akbar, years in which the major works of Indian epic and religious literature are translated into Arabic and Persian. Subsequent periods, characterized by orthodoxy and identity conflict between religions, witnessed the end of this dialogue between different cultures.

E42: an urban planning project never completed
In 1935, Giuseppe Bottai, Governor of Rome, proposed the organization of a great Esposizione Universale in Rome to Benito Mussolini. In the following year, the Ente Autonomo Esposizione Universale di Roma was established, with plans for inauguration of the pavilions in 1942, corresponding with the 20th anniversary of the fascist March on Rome.
Unlike the 1911 Esposizione Internazionale – built with temporary structures – the E42 project was characterised by permanence and monumentality, with a layout inspired by classical architecture, urbanism and rationalism. The building area of 400 hectares on the south of Rome, was chosen – in keeping with the emphasis on the genio italico – as a reinforcement of the connections between imperial Rome, modern fascist Rome and the ancient port of Ostia. The former Via Imperiale (today Via Cristoforo Colombo) became the material and conceptual axis of a ‘Third Rome’ which would extend as far as the Tyrrhenian Sea and expand even to the ‘fourth shore’ of the North African Mediterranean.
The first project was drawn up in 1937-38 by architect Marcello Piacentini together with Giuseppe Pagano, Ettore Rossi, Luigi Vietti and Luigi Piccinato. 1939 saw the completion of the completion of the Office Building (Palazzo degli Uffici), the ‘pilot’ building designed by Gaetano Minnucci. The structures envisaged under the original project – including the two buildings that now house the Museo delle Civiltà on Piazza Imperiale (today Piazza Guglielmo Marconi) – were, however, only partially completed, given Italy’s involvement in World War II and the interruption of work, and EUR42 would never be inaugurated. RADL-CM

Two-handled vessel with geometric decoration and spouts at the bottom
This vase is one of a class of vessels, with zoomorphic handles, in which the liquid was inserted from the mouth and flowed from the two pourers at the base. This style began to spread from the Achaemenid era, from Syria to Southern Russia and Afghanistan. The handles are usually formed as roebucks or horses with their heads stretching over the rim, while here the animals rest their snouts on it, as observed on later Azerbaijani specimens.
The painted type is widely documented up to the 2nd century BC, in the so-called Ardabil (North-western Iran) style of geometric decoration. The pattern, with pourers at the base, is still seen in valuable silver vessels of the Sasanian period. PP

Lower fragment of Durga killing the buffalo demon (Mahishasuramardini), “Scorretti Marble”
The image of Durga killing the buffalo demon Mahisha (Durga Mahishasuramardini) is a symbol of victory and immortality.
Myth recounts that the Goddess -manifestation of the powers (shakti) emanating from all male deities- killed the asura Mahisha, who had the power to incarnate in many forms, while he was taking the aspect of a buffalo. The demon’s many manifestations allude to samsara, the eternal cycle of birth and death; while his last form, that of a buffalo, is a symbol of death since this animal is the mount of Yama, the god of death.
The killing of Mahisha by Durga therefore represents victory over samsara and the attainment of liberation. LG

Musician and dancer within a portal (torana)
Two male figures, dressed in lower garments (paridhana) draped around their hips and with a shawl (uttariya) and a turban, are represented playing music and dancing under an Indian-derived portal (torana). Intent on his music, the figure on the left plucks the strings of an arched harp with his left hand and holds tight a plectrum at chest level in the other hand, while simultaneously hinting at a dance step with his posture. The dancer on the right wears his shawl knotted at waist level and takes a dynamic pose: the left foot in front of the right supporting the weight of the body, his left arm raised high and the other passing in front of the belly. The type of portal enclosing the two figures marked the entrance to the Buddhist sacred areas, where, along with acts of worship, dances with music could be performed, probably integral to the religious ceremony. LG

EUR_Asia – Didascalie brevi / short captions 

Giara, dinastia Joseon (1392-1910): XIX secolo / Jar, Joseon dynasty (1392-1910): 19th century
Corea / Korea
porcellana bianca / white porcelain
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, n. inv. 20. S48-1.2

Bottiglia a forma di zucca,
dinastia Joseon (1392-1910): XIX secolo / Double gourde bottle,
Joseon dynasty (1392-1910): 19th century

Corea / Korea
porcellana bianca / white porcelain
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, n. inv. 20.S48-1.17

Versatoio per acqua per sciogliere l’inchiostro, dinastia Joseon (1392-1910): XIX secolo
/ Water dropper for melting ink,
Joseon dynasty (1392-1910): 19th century

Corea / Korea
porcellana bianca / white porcelain
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, n. inv. 20.S48-1.126

Piccolo versatoio zoomorfo,
dinastia Joseon (1392-1910): XIX secolo / Small zoomorphic water dropper, Joseon dynasty (1392-1910): 19th century

Corea / Korea
porcellana bianca a stampo / white porcelain collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, n. inv. 20.S48-1.7

Bottiglia per alcolici,
dinastia Joseon (1392-1910): XVIII-XIX secolo / Bottle for alcohol,
Joseon dynasty (1392-1910): 18th-19th century

Corea / Korea
porcellana bianca a stampo / white porcelain collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, n. inv. 20.S48-1.12

Coppa, periodo samanide (874-1005): IX-X secolo / Bowl, Samanid period (874-1005): 9th-10th century

Nishapur, Iran o Samarcanda, Asia Centrale / Nishapur, Iran or Samarkand, Central Asia
terracotta invetriata con iscrizione benaugurale in caratteri cufici / glazed terracotta with auspicious inscription in kufic characters
”Mangia con piacere e salute“ ايرمًاينه اهيف لك / “Eat with pleasure and health”
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 1974

Trittico da preghiera,
periodo ottomano (1299-1453): XVIII secolo / Prayer triptych,
Ottoman Period (1299-1453): 18th century

Turchia / Turkey
legno e carta con decorazione dipinta
/ wood and paper with painted decoration collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 4054

Anfora con decorazione vegetale
e caratteri pseudoepigrafici, fine del XIX secolo
/ Amphora decorated with vegetal
and pseudo-epigraphic characters, end of the 19th century

Sicilia / Sicily
terracotta policroma / polychrome terracotta collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MATP 3868

Portapenne, XIX secolo / Pen box, 19th century

Kashmir, India
acciaio con decorazione incisa e damaschinata in oro e argento / steel with engraved and damascened gold and silver decoration collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex inv. MNAO 2017.308 (eredità / legacy F. Bonardi)

Cippo funebre, fine XII secolo
/ Gravestone, end of 12th century

Ghazni, Afghanistan
marmo / marble
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 8426

Vaso versatoio a forma di toro, Età del ferro I-II: 1400-800 a.C. / Spouted vessel in the shape of a bull, Iron Age I-II: 1400-800 BC

Cultura Marlik, regione del Gilan, Iran settentrionale / Marlik Culture, Gilan region, Northern Iran
ceramica / pottery
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 2611.3075

Vaso rhyton a testa femminile e versatoio, Età del ferro: XI-IX secolo a.C.
/ Rhyton vase with female head and spout, Iron Age: 11th-9th century BC

Cultura Kaluraz, regione del Gilan, Iran settentrionale / Kaluraz Culture, Gilan region, Northern Iran
ceramica camoscio, tornio, incisione
/ buff pottery, wheel-thrown, engraving
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 2640.3320

Vaso biansato a forma di capride,
Età del ferro: XI-IX secolo a.C.
/ Two handled-vessel in the shape of a goat, Iron Age: 11th-9th century BC

Regione del Luristan, Iran occidentale
/ Luristan region, Western Iran
ceramica camoscio, pittura su ingobbio beige / buff pottery, paint on beige slip
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 100

Vaso rhyton a forma di toro,
Età del ferro: VIII-VII secolo a.C.
/ Rhyton vase in the shape of a bull, Iron Age: 8th-7th century BC

Iran settentrionale / Northern Iran
ceramica ingobbiata e lucidata / slipped and polished pottery collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex inv. MNAO 2611.3075

Coppa con terminazione a testa taurina,
periodo achemenide (550-331 a.C.): VI-V secolo a.C. / Bowl with bull’s head-shaped end,
Achaemenid period (550-331 BC): 6th-5th century BC

Qasr-i Shirin, regione del Kermanshah, Iran occidentale / Qasr-i Shirin, Kermanshah region, Western Iran
argento, sbalzo, incisione / silver, embossing, engraving
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 5846

Vaso monoansato, a forma di equide
con decorazione a motivi geometrici e vegetali, periodo partico (247 a.C.-224 d.C.): III-II secolo a.C. / One-handled vase horse shaped
with geometric and vegetal decoration,
Parthian period (247 BC-224 AD): 3rd-2nd century BC

Ardabil, Iran nordoccidentale / North-western Iran ceramica dipinta / painted pottery
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 2637.3266

Vaso biansato con versatoi alla base
e decorazione a motivi geometrici,
periodo partico (247 a.C.-224 d.C.): III-II secolo a.C. / Two-handled vase with spouts to the bottom and geometric decoration,
Parthian period (247 BC-224 AD): 3rd-2nd century BC

Ardabil, Iran nordoccidentale / North-western Iran ceramica lucidata e dipinta / pottery polished and painted
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 2613.3077

Vaso rhyton a protome di equide,
periodo partico (247 a.C.-224 d.C.): III-II secolo a.C. / Rhyton vase with horse protome,
Parthian period (247 BC-224 AD): 3rd-2nd century BC
Iran nordoccidentale / North-western Iran
ceramica ingobbiata e lucidata / pottery slipped and polished collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex inv. MNAO 6036.7337

Ricostruzione di trono sudarabico,
VIII secolo a.C.
/ Reconstruction of South Arabian throne, 8th century BC

Kamna, regione del Jawf, Yemen settentrionale / Kamna, Jawf region, Northern Yemen

 

Terminale di stendardo a soggetto figurato, Età del ferro: VIII secolo a.C.
/ Terminal for standard with figured subject, Iron Age: 8th century BC

Regione del Luristan, Iran occidentale / Luristan region, Western Iran bronzo, fusione a cera persa / bronze, lost wax casting
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex inv. MNAO 105

 

Testa di cinghiale in rondella perlata,
periodo sasanide (ca. 224-640 d.C.): VI-VII secolo d.C. / Boar’s head in pearled roundel,
Sasanian period (ca. 224-640 AD): 6th-7th century AD

Iran
argento, sbalzo, incisione / silver, embossing, engraving collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex inv. MNAO 2661.3730

 

Coppa ovale con volatile ed elementi floreali
in tondi alternati a tralci vegetali,
periodo sasanide (ca 224-640 d.C.): VI-VII secolo d.C. / Oval cup with bird and floral elements

in circles alternating with vegetal elements, Sasanian period (ca. 224-640 AD): 6th-7th century AD

Iran
argento parzialmente dorato, sbalzo e incisione / silver partially gilded, embossed and engraved collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 2709.4039

 

Coppa decorata con girali e volatile in tondo perlinato, sospensione a fascia all’esterno,
periodo sasanide (ca 224-640 d.C.): VI-VII secolo d.C.
/ Cup decorated with whirls and bird in beaded round, band suspension on the outside,

Sasanian period (ca. 224-640 AD): 6th-7th century AD

Iran
argento sbalzo e incisione / silver embossed and engraved collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex inv. MNAO 2015.91 (dono / gift Bonardi Tucci)

 

 

Coppa con volatili affrontati ai lati di un elemento vegetale, periodo sasanide (ca 224-640 d.C.): VII secolo d.C.
/ Cup with birds facing a vegetal element,
Sasanian period (ca. 224-640 AD): 7th century AD

Iran
argento, incisione / silver, engraving
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 2015.92 (dono / gift Bonardi Tucci)

 

Suonatrice di liuto, danzatrici e offerenti, II-IV secolo d.C. / Lute player, dancers and offerers, 2nd-4th century AD

Arte del Gandhara, Pakistan settentrionale
/ Gandharan Art, Northern Pakistan
scisto / schist
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 426

 

Suonatore e danzatore dentro un portale (torana), metà del I secolo d.C.
/ Musician and dancer inside a portal (torana), mid-1st century AD

Arte del Gandhara, Butkara I, Valle dello Swat, Pakistan settentrionale / Gandharan Art, Butkara I, Swat Valley, Northern Pakistan
scisto verde / green schist
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,

ex inv. MNAO 1144

 

Brocca, periodo selgiuchide: XII-XIII secolo d.C. / Jug, Seljuk period: 12th-13th century AD

Iran
impasto siliceo invetriato monocromo
/ monochrome glazed siliceous mixture
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 5142

 

Coppia di divinità danzanti, XVIII secolo / Couple of dancing deities, 18th century

Tibet o / or Nepal
bronzo / bronze
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex inv. MNAO 30496 (donazione / donation Bonardi Tucci)

 

Arpa (saung-gauk), XIX secolo
/ Harp (saung-gauk), 19th century

Myanmar (Birmania / Burma)
legno laccato e dorato (thayo), vetri policromi
/ lacquered and gilded wood (thayo), polychrome glass collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex inv. MNAO 21413

 

 

Avalokiteshvara a sei braccia,
periodo Pala (750-XII secolo): seconda metà del XI secolo / Six-armed Avalokiteshvara,
Pala period (750-12th century): second half of the 11th century

Bengala o / or Bihar, India orientale o nord-orientale / Eastern or North-eastern India
basalto / basalt
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,

ex inv. MNAO 206

 

Guanyin (Avalokiteshvara, bodhisattva della compassione), dinastia Qi settentrionali (550-577)
/ Guanyin (Avalokiteshvara, bodhisattva of compassion), Northern Qi dynasty (550-577)

Cina / China
bronzo dorato / gilded bronze
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 541

 

Guanyin (Avalokiteshvara, bodhisattva della compassione), dinastie Ming (1368 1644) o Qing (1644-1911): XVII secolo
/ Guanyin (Avalokiteshvara, bodhisattva of compassion), Ming (1368-1644) or Qing (1644-1911) dynasty: 17th century

Cina / China
gres a smalti policromi / stoneware with enamel colors collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex inv. MNAO 21060

 

Lakshminarayana (Vishnu androgino), XVII secolo
/ Lakshminarayana (androgynous Vishnu), 17th century

Nepal
lega metallica dorata con pietre (tracce di colore)
/ golden metal alloy with stones (traces of color)
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex. inv. MNAO 20496 (donazione / donation Bonardi Tucci)

 

Ardhanarishvara, il Signore la cui metà è donna (Shiva androgino), XX secolo
/ Ardhanarishvara, the Lord Whose Half is Woman (androgynous Shiva), 20th century

Bihar settentrionale, India nord-orientale
/ Northern Bihar, North-eastern India
colore su carta / color on paper
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, inv. 20.S48-1.180

 

Shiva e Uma (Umamaheshvaramurti), periodo Pala (750-XII secolo): IX secolo

/ Shiva and Uma (Umamaheshvaramurti), Pala period (750-12th century): 9th century

India orientale / Eastern India
pietra grigia / grey stone
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 207

 

 

Il buddha Shri Heruka Sahaja Chakrasamvara
in ierogamia con la consorte Vajravarahi, XVIII secolo / The buddha Shri Heruka Sahaja Chakrasamvara
in hierogamy with his consort Vajravarahi, 18th century

Tibet o / or Nepal
lega di rame / copper alloy
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 22728

 

Avalokiteshvara (il bodhisattva della compassione empatica) tra due ipostasi di Tara, XVIII secolo
/ Avalokiteshvara (the bodhisattva of empathic compassion) between two hypostases of Tara, 18th century

Nepal
lega metallica dorata e cristalli
/ golden metal alloy and crystals
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex. inv. MNAO 30593 (donazione / donation Bonardi Tucci)

 

Frammenti di rilievo appartenente a una lastra astrologica
che raffigura il segno del capricorno , probabilmente II secolo d.C. / Fragments of a relief from an astrological slab
depicting the sign of Capricorn, probably 2nd century AD

Arabia del Sud / South Arabia
alabastro e calcare alabastrino / alabaster and alabastrine limestone collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex. inv. MNAO 10323-13051

 

Rituale di offerta ad uno stupa, II-III secolo d.C. / Offering ritual to a stupa, 2nd-3rd century AD

Arte del Gandhara, Pakistan settentrionale
/ Gandharan Art, Northern Pakistan
scisto / schist
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 16873

 

Mandala del vajradhatu, 1875 / Vajradhatu mandala, 1875

Tibet o / or Nepal
pigmenti applicati con leganti miscibili in acqua su tessuto / pigments applied with water-miscible binders on fabric collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex. inv. MNAO 951

 

Mappa dell’universo nella forma dell’Uomo Cosmico (Lokapurusha), metà del XX secolo
/ Map of the universe as a Cosmic Man (Lokapurusha),
mid-20th century

Rajasthan, India settentrionale / Northern India pata (tessuto in cotone dipinto) e acquerello opaco / pata (painted cotton cloth) and opaque watercolor collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, n. inv. 20.S48-1.168

 

 

Diagramma cosmologico vaishnava, seconda metà del XVIII secolo
/ Vaishnava cosmological diagram, second half of the 18th century

Bundi, Rajasthan, India settentrionale / Northern India acquerello opaco su carta / opaque watercolor on paper collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex. inv. MNAO 21743

 

Buddha assiso in meditazione nella posizione del loto, II-III secolo d.C.
/ Buddha seated in meditation in the lotus position, 2nd-3rd century AD

Arte del Gandhara, Pakistan settentrionale
/ Gandharan Art, Northern Pakistan
scisto / schist
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 401

 

Mattonella figurata con coppie, asceti e oche, IV-V secolo d.C.

/ Tile with couples, ascetics, and geese, 4th-5th century AD

Monastero di Harwan / Harwan Monastery, Kashmir, India settentrionale / Northern India terracotta / terracotta
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 393

 

Coppia di Jina stanti in kayotsarga
(la posizione dell’ “abbandono del corpo”), X-XI secolo
/ Jina couple standing in kayotsarga
(the posture of “abandoning the body”), 10th-11th century

Madhya Pradesh, India centro-settentrionale
/ North-central India
arenaria / sandstone
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, n. inv. 23. S48-1.147

 

Bhavachakra (la “Ruota del divenire”), XIX secolo
/ Bhavachakra (the “Wheel of Becoming”), 19th century

Nepal
pigmenti applicati con leganti miscibili in acqua su tessuto / pigments applied with water-miscible binders on fabric collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex. inv. MNAO 18910 (donazione / donation Bonardi Tucci)

 

Buddha in meditazione, XVII-XVIII secolo / Meditating Buddha, 17th -18th century

Vietnam
legno laccato con tracce di doratura
/ lacquered wood with traces of gilding
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 17561

 

Figurine di antenate, VII secolo a.C. / Ancestor figurines, 7th century BC

Jawf, Yemen settentrionale / Northern Yemen calcare e arenaria / limestone and sandstone collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 12966-12989

 

 

La morte del Buddha (parinirvana), II-IV secolo d.C.
/ The death of the Buddha (parinirvana), 2nd-4th century AD

Arte del Gandhara, Pakistan settentrionale (?)
/ Gandharan Art, Northern Pakistan (?)
scisto / schist
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 18956 (donazione / donation Bonardi Tucci)

 

Maitreya seduto nella posizione del loto
con la fiaschetta del nettare dell’immortalità (amrta) nella mano destra, II-III secolo d.C.
/ Maitreya seated in the lotus position
with the flask of the immortality nectar (amrta)
in his right hand, 2nd-3rd century AD

Arte del Gandhara, Pakistan settentrionale
/ Gandharan Art, Northern Pakistan
scisto / schist
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 10919

 

Statuina funeraria (mingqi)
raffigurante una figura femminile,
fine dinastia Sui (589-618) o dinastia Tang (618-907) / Funerary object (mingqi)
representing a woman,
end of Sui dynasty (589-618) or Tang dynasty (618-907)

Cina / China
ceramica dipinta / painted ceramic
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 15364

 

Haniwa, periodo Kofun (300-700): VI-VII secolo / Haniwa, Kofun period (300-700): 6th-7th century

Giappone / Japan
terracotta / terracotta
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 1913

 

Panchika e Hariti (dea del vaiolo
e protettrice dell’infanzia), II-III secolo d.C.
/ Panchika e Hariti (goddess of smallpox
and protector of childhood), 2nd-3rd century AD

Mathura, India settentrionale / Northern India arenaria rossastra / reddish sandstone
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, n. inv. 23.S48-1.88

 

Panchika e Hariti, II-III secolo d.C.
/ Panchika and Hariti, 2nd-3rd century AD

Arte del Gandhara, Pakistan settentrionale
/ Gandharan Art, Northern Pakistan
scisto / schist
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 14846

 

 

Il buddha della medicina (Yakushi Nyorai), inizi periodo Edo (1615-1868)
/ Buddha of medicine (Yakushi Nyorai), early Edo period (1615-1868)

Giappone / Japan
legno con tracce di lacca, pigmenti e oro, cristalli (gyokukan)
/ wood with traces of lacquer, pigments and gold, crystals (gyokukan) collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex. inv. MNAO 16814

 

Modello per agopuntura, inizi XX secolo / Acupuncture model, early 20th century

Cina / China
legno, metallo e inchiostro / wood, metal and ink collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, n. inv. 20.S48-1.122

 

Statuetta seduta, prima metà del I millennio a.C.
/ Seated statuette, first half of the 1st millennium BC

Kannan, cultura Sudarabica / Sudarabian Culture calcare / limestone
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 13024

 

Testa femminile, metà del I secolo d.C. / Female head, mid-1st century AD

Arte del Gandhara, Butkara I, Valle dello Swat, Pakistan settentrionale / Gandharan Art, Butkara I, Swat Valley, Northern Pakistan
scisto verde / green schist
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,

  1. inv. MNAO 2080

 

Frontale (lamba), XIX-XX secolo
/ Frontal (lamba), 19th-20th century

Isola di Sumba / Sumba Island, Indonesia
lamina in lega d’oro lavorata à repoussé
/ sheet gold alloy worked à repoussé
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 15938

 

Pettorale o pendente, XVIII-XIX secolo / Pectoral or pendant, 18th-19th century

Lampung, Isola di Sumatra
/ Sumatra Island, Indonesia
lamina in lega d’oro lavorata à repoussé
/ sheet gold alloy worked à repoussé
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 15928

 

Coppia di orecchini (gaule o saru dalinga), XIX-XX secolo
/ Pair of earrings (gaule or saru dalinga), 19th-20th century

Isola di Nias / Nias Island, Indonesia
foglia d’oro martellata / hammered gold leaf collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 15927

 

 

Frammento di yakshi
(divinità della vegetazione), I-II secolo d.C. / Fragment of a yakshi
(vegetation goddess), 1st-2nd century AD

Mathura, India settentrionale / Northern India arenaria rossastra / red sandstone
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, n. inv. 23.S48-1.148

 

Frammento inferiore di Durga che uccide il demone bufalo (Mahishasuramardini), “Marmo Scorretti”,
periodo Hindu-Shahi (circa 822-1026): VIII-IX secolo
/ Lower fragment of Durga killing the buffalo demon (Mahishasuramardini),“Scorretti Marble”,

Hindu-Shahi period (c. 822-1026): 8th-9th century

Afghanistan
marmo bianco-giallastro / yellowish-white marble collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 34

 

Shyamatara (Tara verde), XVI-XVII secolo
/ Shyamatara (Green Tara), 16th-17th century

Nepal
lega metallica dorata con pietre
/ golden metal alloy with stones
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex. inv. MNAO 30446 (donazione / donation Bonardi Tucci)

 

Leggenda della Regina di Saba, XIX secolo / Legend of the Queen of Sheba, 19th century

Etiopia / Ethiopia
dipinto su tela / painting on canvas
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. Museo Coloniale 23.S48-5.64

 

Buciaprofumi con la divinità taoista Taishin-o-Fujin,
figlia della Regina Madre d’Occidente, periodo Meiji (1868- 1911) / Incense burner with Taoist deity Taishin-o-Fujin,
daughter of Queen Mother of the West, Meiji period (1868- 1911)

Giappone / Japan
leghe di rame / copper alloys
dep. Palazzo Venezia (lascito E. Tower Wurts) / bequest E. Tower Wurts iscrizione / inscription: Dai Nihon Suzuki Masayoshi tsukuru
(“fatto Suzuki Masayoshi del grande Giappone”
/ “made by Suzuki Masayoshi from great Japan”)

 

Invito alla predicazione del Buddha
da parte di Indra e Brahma, metà del I secolo d.C. (?) / Invitation to the Buddha’s preaching
by Indra and Brahma, mid-1st century AD (?)

Arte del Gandhara, Panr I, Valle dello Swat, Pakistan settentrionale / Gandharan Art, Panr I, Swat Valley, Northern Pakistan
scisto / schist
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,

ex inv. MNAO 4421

 

usto di Narasimha, “l’uomo-leone”,
il quarto avatara di Vishnu, IV-V secolo / Bust of Narasimha, the “lion-man”, fourth avatara of Vishnu, 4th-5th century

India centro-settentrionale / North-central India arenaria / sandstone
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, n. inv. 22.S48-1.53

 

Garuda, “l’uomo-aquila” e cavalcatura di Vishnu,
fine del XVIII secolo
/ Garuda, the “eagle-man” and mount of the god Vishnu, late 18th century

Tamil Nadu, India meridionale / Southern India lega di rame / copper alloy
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 14872

 

Coppa con grifone
e motivi pseudoepigrafici, X secolo
/ Bowl with griffin
and pseudo-epigraphic motifs, 10th century

Iraq
terracotta smaltata dipinta a lustro
/ glazed terracotta painted with lustre
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 1975

 

Mattonella stellare con elefanti e fenici,
XIII-XIV secolo
/ Star-shaped tile with elephants and phoenixes, 13th -14th century

Kashan, Iran
impasto siliceo dipinte a lustro e blu cobalto
/ siliceous impasto painted lustre and cobalt blue collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 94

 

Giara con motivo del drago,
dinastia Joseon (1392-1910): XIX secolo / Jar with dragon pattern,
Joseon Dynasty (1392-1910): 19th century

Corea / Korea
porcellana con decoro in blu di cobalto sottocoperta / porcelain with cobalt blue underglaze decoration collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
n. inv. 20.S48-1.3

 

Statuina raffigurante un qilin, dinastia Ming (1368- 1644): XVII secolo / Statuette depicting a qilin,
Ming dynasty (1368-1644): 17th century

Cina / China
bronzo e smalto / bronze and enamel
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 10920

 

 

 

Vaso per abluzioni rituali (yi),
fine della dinastia Zhou occidentale (1045-771 a.C.) / Vessel for ritual ablutions (yi),
end of Western Zhou dynasty (1045-771 BC)

Cina / China
bronzo / bronze
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 15448

 

Secchiello per ammām, XII secolo / Bucket for ammām, 12th century

Khorasan, Iran-Afghanistan
lega di rame con decorazione incisa
/ copper alloy with engraved decoration
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex. inv. MNAO 20734 (donazione / donation Bonardi Tucci)

 

Ciotola a forma di loto per l’offerta dell’acqua, periodo Kamakura (1185-1333)
/ Lotus-shaped bowl for water offering, Kamakura period (1185-1333)

Giappone / Japan
bronzo dorato / gilded bronze
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 641

 

Contenitore per acqua usato dagli asceti (kamandalu) con versatoio in forma di testa di mucca, XVIII-XIX secolo / Water container used by ascetics (kamandalu)
with spout in the shape of a cow’s head, 18th-19th century

Rajasthan, India settentrionale / Northern India coco de mer e avorio / coco de mer and ivory collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, n. inv. 20.S48-1.169

 

Vishnu dormiente sul serpente Ananta (Vishnu Anantashayin) che galleggia sulle acque cosmiche, XVIII secolo
/ Vishnu sleeping on serpent Ananta (Vishnu Anantashayin), floating on cosmic waters, 18th century

India settentrionale / Northern India
acquerello opaco su carta / opaque watercolor on paper collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
n. inv. 20.S48-1.141

 

Segmento di fregio figurato curvilineo su due registri
con scena della gara del tiro con l’arco di Siddhartha,
seconda metà del I-II secolo d.C.
/ Curvilinear figurative frieze segment on two registers
with the representation of the archery competition of Siddhartha, second half of the 1st-2nd century AD

Arte del Gandhara, Saidu Sharif I,
Valle dello Swat, Pakistan settentrionale
/ Gandharan Art, Saidu Sharif I,
Swat Valley, Northern Pakistan
scisto azzurro / blue schist
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 4162

 

Oesho/Shiva tricefalo e a quattro braccia,
II-III secolo d. C.
/ Tricephalous Oesho/Shiva with four arms, 2nd-3rd century AD
Arte del Gandhara, Pakistan settentrionale
/ Gandharan Art, Northern Pakistan
scisto / schist
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 14845

 

Shiva e Uma (Umamaheshvaramurti),
periodo Katyuri (ca 700-1200): X-XI secolo
/ Shiva and Uma (Umamaheshvaramurti),
Katyuri period (ca 700-1200): 10th-11th century Uttarakhand, India nordoccidentale / North-western India fillonite / phyllonite
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex. inv. MNAO 8443

 

Testa di bodhisattva
dal sito rupestre di Tianlongshan (grotta VIII),
dinastia Sui (581-618): quarto anno dell’era Kaihuang (584) / Bodhisattva head
from the Tianlongshan rocksite (Cave VIII),
Sui dynasty (581-618): fourth year of the Kaihuang era (584)

Tianlongshan, Shanxi, Cina / China
arenaria / sandstone
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 1 (dono / gift K. Nezu)

 

Due statuine raffiguranti luohan, 1920-30 / Two statuettes depicting luohan, 1920-30

Cina / China
avorio e inchiostro / ivory and ink
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, n. inv. 22.S48-48; 22.S48-49 (dono / gift E. Fedi)

 

Ciotola globulare schiacciata con larga bocca con decorazione incisa ed ageminata,
fine XIII-inizio XIV secolo
/ Flattened globular bowl with wide mouth with incised and agemated decoration,

end of the 13th-beginning of the 14th century

Iran occidentale / Western Iran
ottone / brass
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 6034

 

Brocca tipo chanakkale con ansa a tortiglione con decorazione a motivi floreali, XIX secolo
/ Chanakkale-type jug with twisted handle and floral motif decoration, 19th century

Turchia / Turkey
terracotta ingobbiata / slipped terracotta collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 21133

 

 

Calzature ricamate
a motivi floreali e geometrici, XX secolo
/ Shoes embroidered
with floral and geometric motifs, 20th century

Pakistan o / or Afghanistan
cuoio / leather
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 19621

 

Statua di Manjushri, XVIII secolo / Statue of Manjushri, 18th century

Nepal
lega metallica dorata e pietre dure
/ gold-plated metal alloy and hard stones collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 20466

Coppa con coperchio, XVIII secolo / Bowl with lid, 18th century
Tibet
lega metallica / metal alloy
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 20570

Recipiente con versatoio, XIX secolo / Container with pourer, 19th century
Tibet
rame e argento / copper and silver
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 20602

Vaso con figure femminili,
periodo sasanide (ca 224-640 d.C.): V-VI secolo d. C. / Vase with female figures,
Sasanian period (ca 224-640 AD): 5th-6th century AD

Iran
argento parzialmente dorato, sbalzo e cesello
/ partially gilded silver, embossed and chiselled collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 8542.985

Rilievo di Batmalkû e airan,
periodo partico (247 a.C.-224 d.C.): III secolo d.C. / Relief of Batmalkû and Ḥairan,
Parthian period (247 BC-224 AD): 3rd century AD

Palmira, Siria / Palmyra, Syria
pietra calcarea, doratura e pittura
/ carved, gilded and painted limestone
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex. inv. MNAO 6011.6827 (collezione Sangiorgi, già collezioni Muñoz e Stroganoff / Sangiorgi collection, formerly Muñoz and Stroganoff collections)

Buddha in meditazione (Amitabha?),
dinastia Ming (1368-1644): XVI secolo – prima metà XVII secolo / Meditating Buddha (Amitabha?),
Ming dynasty (1368-1644): 16th century – first half of 17th century

Cina / China
legno di tiglio scolpito, laccato e dorato, pigmento azzurro
/ carved, lacquered and gilded lime wood, blue pigment
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MPE 80217 (dono Regia Marina / donation of the Italian Royal Navy)

Buddha in meditazione (dhyanamudra), dinastia Wei settentrionali (386-534): V secolo / Buddha in meditation (dhyanamudra), Northern Wei dynasty (386-534): 5th century
Cina / China
bronzo / bronze
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 710 (donazione / donation G. Auriti)

Buddha in meditazione (dhyanamudra), dinastia Wei: datato 501
/ Buddha in meditation (dhyanamudra), Wei dynasty: dated 501
Cina / China
bronzo dorato / gilded bronze
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 667 (donazione / donation G. Auriti)

Padmapani (“portatore del loto”),
forma di Avalokiteshvara,
dinastia Wei settentrionali (386-534): datato 503 / Padmapani (“the lotus bearer”),
a form of Avalokiteshvara,
Northern Wei dynasty (386-534): dated 503

Cina / China
bronzo / bronze
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 695 (donazione / donation G. Auriti)

Avalokiteshvara
nel “gesto della rassicurazione” (abhayamudra), dinastia Wei settentrionali (386-534): datato 532
/ Avalokiteshvara
in the “gesture of reassurance” (abhayamudra), Northern Wei dynasty (386-534): dated 532

Cina / China
bronzo dorato / gilded bronze
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 631 (donazione / donation G. Auriti)

Il bodhisattva della compassione Avalokiteshvara, datato 543
/ Avalokiteshvara, the bodhisattva of compassion, dated 543

Cina / China
bronzo dorato / gilded bronze
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 625 (donazione / donation G. Auriti)

Il bodhisattva Maitreya in meditazione, dinastia Wei orientali (534-550) (?)
/ Maitreya bodhisattva in meditation, Eastern Wei dynasty (534-550) (?)

Cina / China
bronzo / bronze
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 708 (donazione / donation G. Auriti)

Shakyamuni, il Buddha storico,
nel “gesto della rassicurazione” (abhayamudra), dinastia Qi settentrionali (550-577): datato 565
/ The historical Buddha Shakyamuni
in the “gesture of reassurance” (abhayamudra), Northern Qi dynasty (550-577): dated 565

Cina / China
bronzo / bronze
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 669 (donazione / donation G. Auriti)

Il bodhisattva Maitreya, datazione incerta / Maitreya bodhisattva, uncertain date
Cina / China
bronzo dorato / gilded bronze
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 659 (donazione / donation G. Auriti)

Avalokiteshvara col ramo di salice (cin. Yangliu Guanyin) , dinastia Sui (581-618) o inizi Tang (618-907): datato 582
/ Avalokiteshvara with a willow branch (chin. Yangliu Guanyin), Sui (581-618) o early Tang dynasty (618-907): dated 582
Cina / China
bronzo dorato / gilded bronze
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 668 (donazione / donation G. Auriti)

Palazzo Uffici, ufficio di un dirigente, 1940 / Office Building, an executive’s office, 1940
Roma, Italia / Rome, Italy
riproduzione fotografica / photographic reproduction courtesy Archivio Storico Fotografico EUR SpA,
n. inv. ASF E42 0342

Visita ufficiale al quartiere dell’Esposizione Universale di Roma. In prima fila a sinistra l’architetto Marcello Piacentini, in seconda fila con il cappello Vittorio Cini (Commissario Generale dell’E42), anni quaranta
/ Official visit to the Universal Exhibition area of Rome.
In the front row on the left the architect Marcello Piacentini, in the second row with a hat Vittorio Cini (General Commissaire of E42), 1940s

Roma, Italia / Rome, Italy
riproduzione fotografica / photographic reproduction
courtesy Archivio Storico Fotografico EUR SpA, n. inv. ASF E42 0126

Palazzo Uffici. Riprese cinematografiche davanti alla facciata meri- dionale dell’edificio, 1953
/ Office Building. Filming in front of the southern frontage of the building, 1953

Roma, Italia / Rome, Italy
riproduzione fotografica / photographic reproduction
courtesy Archivio Storico Fotografico EUR SpA, n. inv. ASF E42 0417

Interno di uno degli ambienti
del Palazzo Museo dell’Arte Antica, 1955 circa
/ Interior of one of the halls
of the Palace Museum of Ancient Art, about 1955

Roma, Italia / Rome, Italy
riproduzione fotografica / photographic reproduction
courtesy Archivio Storico Fotografico EUR SpA, n. inv. ASF E42 2177

Vista del Palazzo Mostra dell’Arte Antica da sud-est, 1956 circa / Ancient Art Exhibition from the south-east, about 1956
Roma, Italia / Rome, Italy
riproduzione fotografica / photographic reproduction
courtesy Archivio Storico Fotografico EUR SpA, n. inv. ASF E42 2038

Palazzo della Civiltà Italiana, vista frontale. Allestimento per l’Esposizione dell’Agricoltura, 1953 / Palace of Italian Civilization, front view. Preparation for the Agricultural Exhibition, 1953
Roma, Italia / Rome, Italy
riproduzione fotografica / photographic reproduction
courtesy Archivio Storico Fotografico EUR SpA, n. inv. ASF E42 0632

Palazzo Uffici, lato est, 1952
/ Office Building, east side, 1952

Roma, Italia / Rome, Italy
riproduzione fotografica / photographic reproduction
courtesy Archivio Storico Fotografico EUR SpA, n. inv. ASF E42 1007

Il Palazzo Uffici appena ultimato, fronte sud, 1939
/ The newly completed Office Building, south front, 1939
Roma, Italia / Rome, Italy
riproduzione fotografica / photographic reproduction
courtesy Archivio Storico Fotografico EUR SpA, n. inv. ASF E42 0553

Quartiere Operaio,
vista verso la torre civica della grande corte, 1940
/ Workers’ Village,
view towards the civic tower of the large courtyard, 1940

Roma, Italia / Rome, Italy
riproduzione fotografica / photographic reproduction
courtesy Archivio Storico Fotografico EUR SpA, n. inv. ASF E42 0032

Veduta aerea generale del cantiere dell’E42, 1941
/ General aerial view of the E42 construction site, 1941
Roma, Italia / Rome, Italy
riproduzione fotografica / photographic reproduction
courtesy Archivio Storico Fotografico EUR SpA, n. inv. ASF E42 2682

Ripresa aerea obliqua da nord del quartiere EUR, 1961 circa
/ Oblique aerial view from the north of the EUR district, about 1961
Roma, Italia / Rome, Italy
riproduzione fotografica / photographic reproduction
courtesy Archivio Storico Fotografico EUR SpA, n. inv. ASF E42 2734

Palazzo della Civiltà Italiana, vista da nord, 1940
/ Palace of Italian Civilization, view from the north, 1940
Roma, Italia / Rome, Italy
riproduzione fotografica / photographic reproduction
courtesy Archivio Storico Fotografico EUR SpA, n. inv. ASF E42 1298

Pietra litografica
/ Lithographic stone
Solhofen, Germania / Germany
disegno a inchiostro litografico lavorato dall’artista Bianca Baldi / lithographic ink drawing by artist Bianca Baldi
courtesy Litografia Bulla, Roma

Buddha stante nel gesto della rassicurazione (abhayamudra), stile tardo Ayutthaya-inizio Rattanakosin, XVIII secolo
/ Standing Buddha in the gesture of reassurance (abhayamudra), Ayutthaya-early Rattanakosin style, 18th century
Thailandia settentrionale / Northern Thailand
bronzo dorato / gilded bronze
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex inv. MNAO 2017.967 (dono di C. Dinaro alla memoria di suo figlio Ivanoe / gift by C. Dinaro to the memory of his son Ivanoe, 2012)

Testa di Buddha sotto un albero, seconda metà del I –II secolo d.C.
/ Buddha’s head under a tree, second half of the 1st-2nd century AD

Butkara I, Valle dello Swat, Pakistan settentrionale
/ Swat Valley, Northern Pakistan
scisto verde / green schist
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex inv. MNAO 1108

Gala Porras-Kim
A recollection returns with a soft touch
(Segmento di fregio figurato curvilineo su due registri con scena della gara del tiro con l’arco di Siddhartha
/ Curvilinear figurative frieze segment on two registers with
the representation of the archery competition of Siddhartha), 2024
video, 24’51’’
courtesy l’artista / the artist

Gala Porras-Kim
A recollection returns with a soft touch
(Oesho/Shiva tricefalo e a quattro braccia
/ Tricephalous Oesho/Shiva with four arms), 2024
video, 13’19’’
courtesy l’artista / the artist

Gala Porras-Kim
A recollection returns with a soft touch
(Shiva e Uma (Umamaheshvaramurti)
/ Shiva and Uma (Umamaheshvaramurti)), 2024
video, 12’56’’
courtesy l’artista / the artist

Gala Porras-Kim
A recollection returns with a soft touch
(Testa di bodhisattva dal sito rupestre di Tianlongshan (grotta VIII) / Bodhisattva head from the Tianlongshan rocksite (Cave VIII)), 2024
video, 9’14’’
courtesy l’artista / the artist

Gala Porras-Kim
A recollection returns with a soft touch
(Due statuine raffiguranti luohan
/ Two statuettes depicting luohan), 2024
video, 16’43’’
courtesy l’artista / the artist

Gala Porras-Kim
A recollection returns with a soft touch
(Urna cineraria (chedi) / Cinerary urn (chedi)), 2024
video, 20’25’’
courtesy l’artista / the artist

Gala Porras-Kim
A recollection returns with a soft touch
(Ciotola globulare schiacciata con larga bocca con decorazione incisa ed ageminata
/ Flattened globular bowl with wide mouth with incised and agemated decoration), 2024
video, 5’47’’
courtesy l’artista / the artist

Gala Porras-Kim
(Calzature ricamate a motivi floreali e geometrici
/ Shoes embroidered with floral and geometric motifs), 2024
video, 11’01’’
courtesy l’artista / the artist

Gala Porras-Kim
(Vaso rhyton a protome di equide
/ Rhyton vase with horse protome), 2024
video, 23’51’’
courtesy l’artista / the artist

Gala Porras-Kim
(Vaso con figure femminili / Vase with female figures), 2024
video, 7’31’’
courtesy l’artista / the artist

Gala Porras-Kim
A recollection returns with a soft touch
(Statua di Manjushri / Statue of Manjushri), 2024
video, 17’35’’
courtesy l’artista / the artist

Gala Porras-Kim
A recollection returns with a soft touch
(Coppa con coperchio / Bowl with lid)
(Recipiente con versatoio / Container with pourer), 2024
video, 8’28’’
courtesy l’artista / the artist

Urna cineraria (chedi), fine XIX secolo
/ Cinerary urn (chedi), end of the 19th century
Thailandia / Thailand
lega di rame dorata e laccata su anima di legno,
vetri rossi e verdi, tessere di specchio, quarzi e argento
/ gilded and lacquered copper alloy on wood core,
red and green glass, mirror tiles, quartz and silver
collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex inv. 142046 (Dep. Società Geografica del 1896, già collezione
A. Luzzati / Dep. Geography Society of 1896, already collection A. Luzzati)

Gala Porras-Kim
A recollection returns with a soft touch
(Brocca tipo chanakkale con ansa a tortiglione con decorazione a motivi floreali
/ Chanakkale-type jug with twisted handle and floral motif decoration), 2024
video, 8’29’’
courtesy l’artista / the artist

Jermay Michael Gabriel የካቲት ፲፪ – Yekatit 12, 2022
cemento, ceramica, ferro e video / concrete, ceramic, iron, video collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma
opera acquisita grazie al Piano per l’Arte Contemporanea 2024 promos- so da Direzione Generale Creatività Contemporanea, Ministero della Cultura / work acquired thanks to the Plan for Contemporary Art 2024 promoted by Directorate-General for Contemporary Creativity, Ministry of Culture

Guanyin (sanscrito Avalokiteshvara),
il bodhisattva della compassione con ramo di salice, dinastia Ming (1368-1644): XVI secolo
/ Guanyin (sanskrit Avalokiteshvara),
the bodhisattva of compassion with a willow branch, Ming dynasty (1368-1644): 16th century

Cina / China
legno di paulonia scolpito da un unico blocco, tracce di preparazione e pigmenti / paulonia wood carved from a single block, traces of preparation and pigments collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma,
ex. inv. MNAO 208 (dep. Museo del Palazzo di Venezia,
ex collezione / former collection Prodan)

Placca raffigurante il Buddha
nei gesti della rassicurazione (abhayamudra)
e del dono (varadamudra) con assistenti,
dinastia Qi settentrionali (550-577) o Sui (581-618)
/ Plaque showing Buddha in the “gesture of reassurance” (abhayamudra) and the “gesture of gift” (varadamudra) with attendants,
Northern Qi (550-577) or Sui dynasty (581-618)

Cina / China
bronzo sbalzato e dorato / gilded embossed bronze collezione / collection Museo delle Civiltà, Roma, ex. inv. MNAO 670 (donazione / donation G. Auriti)